Piaggio Beverly 125-300

Sono passati ben dieci anni dal primo Beverly e in questo lasso di tempo il ruote alte italiano si è continuamente imposto come unico vero antagonista dell'Honda SH. Sfida a base di prestazioni, appeal e feeling di guida. Se per quanto riguarda il primo aspetto l'arrivo della motorizzazione "trecento" ha messo tutti d'accordo, in fatto di "fascino" era forse arrivato il momento di dare una svecchiata a questo scooter.
Ecco così il nuovo Beverly che si rifà il trucco praticamente dalla testa ai piedi e lo fa innanzitutto proponendo un'attenzione molto alta alle finiture. Le plastiche sono di buona fattura e davvero accoppiate alla perfezione, come dimostra la banda metallizzata che corre dalla zona del tunnel lungo tutta la sella.
Il faro è rimasto importante, però ora è oggettivamente più bello e ben inserito nel manubrio rigorosamente carenato.
La soluzione dei comandi elettrici inglobati è ormai datata, però sono ben posizionati, mentre la nuova strumentazione, oltre ad essere elegante, è anche ben leggibile. Nella zona del tunnel centrale spunta fuori - per la prima volta sul Beverly - il tappo del serbatoio carburante in stile motociclistico, mentre le pedane perdono la porzione dedicata al passeggero che, ora, gode di due belle pedane estraibili.
Nuova anche la sella, dal disegno più "piatto" e minimalista che fa il paio con il nuovo gruppo ottico posteriore a due elementi con luci a led.

Le novità più corpose, comunque, sono quelle che non si vedono, a partire dal sottosella che la casa dichiara di ben 35 litri e in grado di contenere ben due caschi jet. Un "record" della categoria che vedremo di verificare in seguito con una prova più approfondita dello scooter.
Tutto questo spazio è stato comunque ottenuto con l'adozione al posteriore di una ruota da 14" al posto della precedente soluzione da 16". Una scelta tecnica che, oltre al maggiore spazio ottenuto, ha pure donato maggiore maneggevolezza al mezzo, così come le piccole ma puntuali modifiche apportate al telaio, un mix tra quello montato sul precedente Beverly e quello in uso sul cugino Aprilia Scarabeo.

Inclinazione del cannotto di sterzo ritoccato, interasse aumentato, riposizionamento del motore e del serbatoio - che tra l'altro passa da 9,5 lt a 12,5 lt - e sospensioni rivisitate nella taratura sono alla base del rinnovato stile di guida del nuovo Beverly che conferma la sua buona stabilità sul veloce e migliora di parecchio il feeling nel misto, soprattutto alle basse velocità.
Chi conosce il ruote alte italiano sa che ha sempre avuto un avantreno piuttosto pesante, che richiedeva una certa forza nel contrastare la tendenza a "chiudere". Ora non più. Il feeling di guida è cresciuto parecchio, la tendenza a "cadere" in curva è rimasto ma lo si avverte molto meno e, nonostante nel misto i chili si sentano, nel traffico sembra muoversi con molta più scioltezza.
In poche parole, il nuovo Beverly fa le stesse cose della precedente versione ma con ancora maggiore disinvoltura.
Il "300" da noi provato era dotato del piccolo parabrezza - per il primo mese di vendita sarà compreso nel prezzo - e abbiamo appurato che è proprio quello che serve per deviare l'aria non solo dal busto ma anche dalle spalle e parte del casco.
Anche senza il livello di comfort si è rivelato più che discreto grazie a vibrazioni piuttosto contenute e sospensioni ben tarate per filtrare anche i colpi duri del pavé.
La capacità di copiare le imperfezioni dell'asfalto ha come controindicazione una leggera tendenza dello scooter a perdere un po' di precisione quando si forza tanto il ritmo di guida.
Certo, il Beverly non nasce per staccare il tempo sul tragitto casa-ufficio, ma è anche vero che il "300" invoglia ad aprire il gas e se lo si guida di forza il posteriore dà segni di ondeggiamento.
Così come quando in piega si va ad agire sui freni, soprattutto quello anteriore molto potente: la forcella tende infatti a muoversi in modo repentino, sia nella fase di discesa sia in quella di ritorno, con conseguente perdita di rigore dell'avantreno.
Alla potenza del freno corrisponde però anche una buona modulabilità del comando che permette di tenere comunque tutto sotto controllo. Insomma, anche il Beverly, nonostante le sue rinnovate e buone doti di guida, continua ad amare uno stile più pulito e rotondo.
A chiudere un appunto sulla versione di 125 cc. Considerando che ciclistica e sovrastrutture sono identiche al fratello maggiore - il che sta alla base della leggera differenza di prezzo - possiamo dire che anche in questa motorizzazione il Beverly convince. Da un punto di vista della sicurezza le prestazioni nettamente inferiori permettono di non mettere mai in crisi la ciclistica, mentre il motore a iniezione - lo stesso montato sulle cugine Vespa - nonostante i soli 11 kW si è rivelato piacevole, discretamente brioso nonostante il peso poco contenuto sia nelle partenze da fermo, sia in ripresa in caso di sorpasso.