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Moto & Scooter
Aprilia Shiver 2010
di Leslie Scazzola
il 04/05/2010 in Moto & Scooter
Invariata nella sostanza, la naked di Noale si presenta con un look più sportivo, una posizione di guida rivista e diversi aggiornamenti. Interessante il prezzo, 8.190 euro su strada
Aprilia Shiver 2010
Nell'affollato settore delle naked di media cilindrata l'Aprilia rilancia la Shiver 750 con un look più aggressivo e alcuni aggiornamenti di dettaglio: non uno stravolgimento quindi, bensì la naturale evoluzione di un modello che vanta caratteristiche tecniche da riferimento, ottime prestazioni e un'ecletticità sorprendente. Il tutto con grafiche e un design decisamente più coinvolgenti a e un prezzo inferiore di circa 400 euro rispetto al vecchio modello.
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Che la Shiver 750 rappresenti un ottimo affare lo dicono i dati tecnici: telaio composito, con un traliccio in acciaio abbinato a piastre in alluminio, motore bicilindrico a V di 90° raffreddato a liquido (lo stesso della Dorsoduro) e una sofisticata gestione elettronica che conferma l'acceleratore "ride by wire" e la possibilità di variare la mappatura su tre step differenti.
Dove cambia la Shiver 2010 è essenzialmente nella posizione di guida, con una sella leggermente più stretta, pedane più alte e arretrate e un manubrio più "aperto" di 5°. Queste modifiche contribuiscono a far sembrare la Shiver 2010 un'altra moto rispetto al vecchio modello, donando alla naked Aprilia un'indole decisamente più sportiva, unitamente all'adozione del nuovo cerchio posteriore da 5,5" (al posto di quello da 6") che rende il profilo del pneumatico più stretto a beneficio della maneggevolezza. La forcella ha una taratura più sostenuta, mentre l'impianto frenante ora ha dischi Wawe e pinze radiali con pistoncini di diametro maggiorato.
La Shiver 2010 ha un cupolino piccolo e grintoso e un'inedita colorazione rossa del telaio che, assieme alle nuove grafiche decisamente più accattivanti delle anonime versioni monocromatiche, conferiscono alla moto un carattere più aggressivo.
Dove cambia la Shiver 2010 è essenzialmente nella posizione di guida, con una sella leggermente più stretta, pedane più alte e arretrate e un manubrio più "aperto" di 5°. Queste modifiche contribuiscono a far sembrare la Shiver 2010 un'altra moto rispetto al vecchio modello, donando alla naked Aprilia un'indole decisamente più sportiva, unitamente all'adozione del nuovo cerchio posteriore da 5,5" (al posto di quello da 6") che rende il profilo del pneumatico più stretto a beneficio della maneggevolezza. La forcella ha una taratura più sostenuta, mentre l'impianto frenante ora ha dischi Wawe e pinze radiali con pistoncini di diametro maggiorato.
La Shiver 2010 ha un cupolino piccolo e grintoso e un'inedita colorazione rossa del telaio che, assieme alle nuove grafiche decisamente più accattivanti delle anonime versioni monocromatiche, conferiscono alla moto un carattere più aggressivo.
La qualità percepita è elevata: con plastiche robuste e verniciature perfette, accoppiamenti precisi e totale assenza di fili o connessioni a vista. Gli unici particolari migliorabili, cercando il classico "pelo nell'uovo", risultano essere l'assenza di una cornice attorno al blocchetto di contatto e i sostegni per le pedane poggiapiedi posteriori, in semplice tubo d'acciaio piegato e verniciato.
La posizione di guida ora leggermente più caricata sull'anteriore dà un feeling immediato. In città si conferma la grande maneggevolezza della ciclistica, così come l'irreprensibile elasticità del motore fin dai bassi regimi in qualsiasi marcia.
La Shiver 2010 fa la differenza è nel guidato, dove la strada si sviluppa in un tortuoso biscione di curve e controcurve, tornanti e svolte veloci, come nel caso della Rue Napoleon, la statale che attraversa le Alpi della Provenza, teatro di questo test. In questi frangenti viene fuori la vera anima della Shiver, facile da condurre anche a passo svelto ma nel contempo equilibrata, mai nervosa e appagante.
Le qualità dinamiche evidenziano un carattere molto più sportiveggiante di quel che ci si aspetterebbe, con angoli di piega da riferimento e un assetto solido che invita ad andare sempre un po' più veloci.
In quest'ottica, la forcella, seppure priva di regolazioni, si dimostra particolarmente a punto, con una escursione controllata nell'affondamento anche sotto l'effetto del potente impianto frenante, mentre per il mono si segnala solo una taratura leggermente toppo soft che sulle buche affrontate in velocità provoca qualche ondeggiamento. Nel caso lo si desideri c'è la possibilità di variare il precarico della molla, ma si correrebbe il rischio di inficiare la capacità di assorbimento (e quindi il comfort) nei tratti più dissestati, tanto che vale la pena di lasciar tutto com'è.
Le prestazioni pure e l'elasticità del motore fanno della Shiver un'ottima compagna di viaggio per il turismo e i lunghi trasferimenti, dove si segnala solo una sella un po' troppo rigida nell'imbottitura che porta a qualche indolenzimento.
In sintesi la Shiver è la classica moto che va bene per tutti e per tutto: facile e maneggevole, oltre che ottimamente frenata, rivela un carattere affilato e sportivo, se condotta con mestiere.
La Shiver 2010 fa la differenza è nel guidato, dove la strada si sviluppa in un tortuoso biscione di curve e controcurve, tornanti e svolte veloci, come nel caso della Rue Napoleon, la statale che attraversa le Alpi della Provenza, teatro di questo test. In questi frangenti viene fuori la vera anima della Shiver, facile da condurre anche a passo svelto ma nel contempo equilibrata, mai nervosa e appagante.
Le qualità dinamiche evidenziano un carattere molto più sportiveggiante di quel che ci si aspetterebbe, con angoli di piega da riferimento e un assetto solido che invita ad andare sempre un po' più veloci.
In quest'ottica, la forcella, seppure priva di regolazioni, si dimostra particolarmente a punto, con una escursione controllata nell'affondamento anche sotto l'effetto del potente impianto frenante, mentre per il mono si segnala solo una taratura leggermente toppo soft che sulle buche affrontate in velocità provoca qualche ondeggiamento. Nel caso lo si desideri c'è la possibilità di variare il precarico della molla, ma si correrebbe il rischio di inficiare la capacità di assorbimento (e quindi il comfort) nei tratti più dissestati, tanto che vale la pena di lasciar tutto com'è.
Le prestazioni pure e l'elasticità del motore fanno della Shiver un'ottima compagna di viaggio per il turismo e i lunghi trasferimenti, dove si segnala solo una sella un po' troppo rigida nell'imbottitura che porta a qualche indolenzimento.
In sintesi la Shiver è la classica moto che va bene per tutti e per tutto: facile e maneggevole, oltre che ottimamente frenata, rivela un carattere affilato e sportivo, se condotta con mestiere.
Aprilia Shiver 2010
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