Moto & Scooter
Honda VFR1200F
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Dopo l'anteprima statica, ecco finalmente le prime impressioni dinamiche della nuova sport tourer di Tokyo: qualità costruttiva elevata e buone doti di guida esaltate da un cambio automantico davvero efficace
Sugo, Giappone - L'amaranto metallizzato del dorso del serbatoio rilascia i suoi riflessi sotto la luce del sole che ne esalta la sua metallescenza. La percezione di qualità è molto elevata, la Honda VFR1200F appare solida, ben costruita, con verniciature e plastiche di pregio. Il pannello degli strumenti analogici e digitali, i nuovi blocchetti elettrici e il piccolo plexiglass completano l'orizzonte di chi siede in sella alla nuova sport tourer di Tokyo. La sella ampia è ben raccordata al serbatoio che sale molto nella zona centrale per far posto alla "bancata" dei cilindri posta appena sotto.
Siamo venuti fino in Giappone spinti da una forte curiosità, visto che la VFR sarà disponibile anche con il nuovo cambio DCT (Dual Clutch Transmission). Dopo un paio di turni con la moto dotata del cambio tradizionale (che si è rivelato efficiente e preciso negli innesti e perfettamente coadiuvato dalla frizione dotata di antisaltellamento), saliamo in sella della VFR priva della leva della frizione e dotata dei pulsanti al manubrio che attuano il nuovo sistema di cambiata.
Tre le modalità disponibili: selezionando l'automatico con il tasto destro si hanno a disposizione due mappe, Drive e Sport, oppure si può scegliere la terza modalità, ovvero la sequenziale, con la quale il pilota inserisce le marce con due levette poste sul manubrio sinistro.
Avviamo il motore: che bello risentire il borbottio del V4 per chi ha nel cuore il mito VFR! Certo, l'estetica della nuova sport tourer Honda dissuade fin dall'inizio chi ha velleità sportive pure, i designer hanno volto i loro occhi in direzione del turismo a 360° piuttosto che verso i trascorsi racing evocati dalla gloriosa sigla del modello.
Come sempre su un prodotto d'alta gamma Honda, in sella tutto succede con naturalezza. Selezioniamo per prima la modalità "Drive" e il nastro d'asfalto di Sugo comincia a snodarsi davanti a noi.
Il grosso motore spinge con forza fin dai bassi regimi ed esprime il meglio di sé ai medi, distendendosi senza fretta verso la zona rossa. La spinta ha un picco a circa 5800 giri (molto sensibile in seconda, meno nelle altre marce), ma per il resto, l'erogazione è sempre piena e gustosa. Il sistema di cambiata automatica in modalità "Drive" è settato per basse andature, tipiche del turismo tranquillo e, difatti, in questa modalità il cambio automatico mantiene il motore a regimi molto bassi, da passeggiata, scalando e inserendo i rapporti in base alla velocità e al carico di acceleratore voluto dal pilota.
Siamo venuti fino in Giappone spinti da una forte curiosità, visto che la VFR sarà disponibile anche con il nuovo cambio DCT (Dual Clutch Transmission). Dopo un paio di turni con la moto dotata del cambio tradizionale (che si è rivelato efficiente e preciso negli innesti e perfettamente coadiuvato dalla frizione dotata di antisaltellamento), saliamo in sella della VFR priva della leva della frizione e dotata dei pulsanti al manubrio che attuano il nuovo sistema di cambiata.
Tre le modalità disponibili: selezionando l'automatico con il tasto destro si hanno a disposizione due mappe, Drive e Sport, oppure si può scegliere la terza modalità, ovvero la sequenziale, con la quale il pilota inserisce le marce con due levette poste sul manubrio sinistro.
Avviamo il motore: che bello risentire il borbottio del V4 per chi ha nel cuore il mito VFR! Certo, l'estetica della nuova sport tourer Honda dissuade fin dall'inizio chi ha velleità sportive pure, i designer hanno volto i loro occhi in direzione del turismo a 360° piuttosto che verso i trascorsi racing evocati dalla gloriosa sigla del modello.
Come sempre su un prodotto d'alta gamma Honda, in sella tutto succede con naturalezza. Selezioniamo per prima la modalità "Drive" e il nastro d'asfalto di Sugo comincia a snodarsi davanti a noi.
Il grosso motore spinge con forza fin dai bassi regimi ed esprime il meglio di sé ai medi, distendendosi senza fretta verso la zona rossa. La spinta ha un picco a circa 5800 giri (molto sensibile in seconda, meno nelle altre marce), ma per il resto, l'erogazione è sempre piena e gustosa. Il sistema di cambiata automatica in modalità "Drive" è settato per basse andature, tipiche del turismo tranquillo e, difatti, in questa modalità il cambio automatico mantiene il motore a regimi molto bassi, da passeggiata, scalando e inserendo i rapporti in base alla velocità e al carico di acceleratore voluto dal pilota.
Basta però agire sul selettore posto sul manubrio per passare in un attimo nella modalità "Sport": il motore prende giri più velocemente, con la guida che diventa sensibilmente più frizzante.
Il cambio DCT in questo modo replica fedelmente i rapporti da noi utilizzati guidando veloci con la moto dotata di cambio tradizionale: girare nel circuito giapponese diventa davvero divertente, con la moto che seleziona i rapporti accompagnandoli con leggeri colpi di gas, in stile MotoGP.
Il "DCT" ci stuzzica e passiamo in modalità sequenziale: ora il comando passa dalla centralina ai nostri pollice e indice sinistri: il paesaggio comincia a correre sempre più veloce di fianco a noi. Il tempo di cambiata è molto ridotto e possiamo scegliere il regime di giri che preferiamo per passare al rapporto superiore azione che, invece, con il cambio automatico viene demandata al cuore elettronico della VFR. Non si tratta certo di un sistema di cambiata pensato per i circuiti, ma proprio in pista abbiamo potuto metterlo alla frusta e dobbiamo dire che il DCT è stato promosso nel nostro test più duro.
Non ci siamo però fermati alla guida tra i cordoli e abbiamo portato la VFR1200F sulle strade aperte al traffico, dove l'innovativo sistema di cambiata ha mostrato il suo lato migliore, ovvero l'estrema flessibilità che consente di spremere appieno i circa 170 CV che è in grado, secondo la Casa, di esprimere questo V4. Il nuovo cambio automatico rispetto a un CVT a controllo elettronico è meno fluido nell'azione ma, per contro, nell'uso sportivo è molto efficiente, soprattutto se si prende in considerazione la potenza in gioco. Altro aspetto che ci ha impressionato, come e forse più del cambio DCT, è stata la trasmissione a cardano che nulla ha da invidiare nella funzionalità rispetto alla classica catena, con in più l'impareggiabile pregio, per una sport touring, della quasi totale assenza di manutenzione.
Il cambio DCT in questo modo replica fedelmente i rapporti da noi utilizzati guidando veloci con la moto dotata di cambio tradizionale: girare nel circuito giapponese diventa davvero divertente, con la moto che seleziona i rapporti accompagnandoli con leggeri colpi di gas, in stile MotoGP.
Il "DCT" ci stuzzica e passiamo in modalità sequenziale: ora il comando passa dalla centralina ai nostri pollice e indice sinistri: il paesaggio comincia a correre sempre più veloce di fianco a noi. Il tempo di cambiata è molto ridotto e possiamo scegliere il regime di giri che preferiamo per passare al rapporto superiore azione che, invece, con il cambio automatico viene demandata al cuore elettronico della VFR. Non si tratta certo di un sistema di cambiata pensato per i circuiti, ma proprio in pista abbiamo potuto metterlo alla frusta e dobbiamo dire che il DCT è stato promosso nel nostro test più duro.
Non ci siamo però fermati alla guida tra i cordoli e abbiamo portato la VFR1200F sulle strade aperte al traffico, dove l'innovativo sistema di cambiata ha mostrato il suo lato migliore, ovvero l'estrema flessibilità che consente di spremere appieno i circa 170 CV che è in grado, secondo la Casa, di esprimere questo V4. Il nuovo cambio automatico rispetto a un CVT a controllo elettronico è meno fluido nell'azione ma, per contro, nell'uso sportivo è molto efficiente, soprattutto se si prende in considerazione la potenza in gioco. Altro aspetto che ci ha impressionato, come e forse più del cambio DCT, è stata la trasmissione a cardano che nulla ha da invidiare nella funzionalità rispetto alla classica catena, con in più l'impareggiabile pregio, per una sport touring, della quasi totale assenza di manutenzione.
L'ottima risposta dinamica della trasmissione finale si sposa con una ciclistica intuitiva, in grado di gestire i 267 kg dichiarati. La VFR entra rapidamente in curva e raggiunge la corda con velocità quasi inaspettata, concedendo un buon margine alle correzioni.
Nelle serie di curve strette, a velocità nell'intorno dei 60 km/h, la massa si avverte e se si pretende la massima rapidità d'azione è necessario intervenire con spostamenti del corpo. Il peso complessivo è tenuto a bada dall'impianto frenante dotato di sistema di ripartizione dell'azione sui due assi – il classico CBS Honda -, mentre l'ABS interviene in maniera discreta: solo in pista, nelle staccate che poco hanno a che vedere con il normale utilizzo della VFR, mostra qualche limite, intervenendo un attimo prima di quel che il pilota vorrebbe.
Il prezzo non è stato ancora comunicato, ma dovrebbe aggirarsi attorno ai 15.000 euro per la versione con cambio standard che diventano circa 16.000 per quella dotata di "DCT". Sono già previsti molti accessori per i viaggiatori, come le valigie, il top case, navigatore, plexiglass più alto e manopole riscaldate.
Nelle serie di curve strette, a velocità nell'intorno dei 60 km/h, la massa si avverte e se si pretende la massima rapidità d'azione è necessario intervenire con spostamenti del corpo. Il peso complessivo è tenuto a bada dall'impianto frenante dotato di sistema di ripartizione dell'azione sui due assi – il classico CBS Honda -, mentre l'ABS interviene in maniera discreta: solo in pista, nelle staccate che poco hanno a che vedere con il normale utilizzo della VFR, mostra qualche limite, intervenendo un attimo prima di quel che il pilota vorrebbe.
Il prezzo non è stato ancora comunicato, ma dovrebbe aggirarsi attorno ai 15.000 euro per la versione con cambio standard che diventano circa 16.000 per quella dotata di "DCT". Sono già previsti molti accessori per i viaggiatori, come le valigie, il top case, navigatore, plexiglass più alto e manopole riscaldate.
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