Moto & Scooter
"Cuore e asfalto", la storia di Bruno Ruffo
Un libro che racconta, anche attraverso la poesia, la vicenda sportiva del primo italiano a vincere un titolo mondiale
Questo mondo, anche se si vergogna ad ammetterlo, ha un grande bisogno di poesia. Perché la poesia è parola che va direttamente al cuore, senza aver bisogno di essere elaborata dalla ragione. Quindi segnaliamo l'arrivo in libreria di un volume che con la poesia ha parecchio in comune. Si intitola "Cuore e Asfalto", è stato scritto da Renzo Ruffo che, mixando molto bene poesia, foto, aneddoti, statistiche ed emozioni, racconta la vicenda sportiva di un uomo speciale: suo padre Bruno.
Bruno Ruffo è stato il primo italiano a vincere un titolo mondiale, nel 1949 con la Guzzi 250, ripetendosi anche nel 1950 con la Mondial 125 e nel 1951, sempre con la Guzzi 250. Sessanta anni fa, un'enormità, un'Italia, un mondo che non hanno quasi più nulla di simile.
Costa 30 euro, soldi spesi bene e lo trovate contattando l'editore Leopoldo Bloom o l'autore attraverso i siti www.leopoldobloom.it e www.cuoreasfalto.com.
Leggendo una testimonianza del pilota, nato nel 1920 nel Veronese e scomparso nel 2007, si scopre un aspetto incredibile del nostro sport nel corso del primo anno del motomondiale, il 1949. Dopo il successo al GP di Svizzera, Ruffo si accorse di essere il pilota più giovane. Aveva ventotto anni! Esattamente l'età alla quale, oggi, un pilota deve smettere con la 125 perché troppo vecchio. Leggendo qua e là, scoprirete che allora era normale che un motociclista ad un certo punto passasse alle auto, infatti Ruffo chiuse la carriera sportiva nel 1958 dopo un pauroso incidente automobilistico al volante di una Maserati.
Ovviamente all'epoca nessuno ci faceva caso se un asso delle due ruote annunciava il passaggio alle quattro. Giusto chiudere con un piccolo assaggio:
"Vedrò gli amici urlare con le mani al cielo?
Vedrò il mio meccanico piangere di gioia?
Vedrò la bandiera a scacchi dove Re e Regina
lo scacco matto si giocan e la vittoria?
So solo che la vita è un momento tanto breve, così immenso".
Costa 30 euro, soldi spesi bene e lo trovate contattando l'editore Leopoldo Bloom o l'autore attraverso i siti www.leopoldobloom.it e www.cuoreasfalto.com.
Leggendo una testimonianza del pilota, nato nel 1920 nel Veronese e scomparso nel 2007, si scopre un aspetto incredibile del nostro sport nel corso del primo anno del motomondiale, il 1949. Dopo il successo al GP di Svizzera, Ruffo si accorse di essere il pilota più giovane. Aveva ventotto anni! Esattamente l'età alla quale, oggi, un pilota deve smettere con la 125 perché troppo vecchio. Leggendo qua e là, scoprirete che allora era normale che un motociclista ad un certo punto passasse alle auto, infatti Ruffo chiuse la carriera sportiva nel 1958 dopo un pauroso incidente automobilistico al volante di una Maserati.
Ovviamente all'epoca nessuno ci faceva caso se un asso delle due ruote annunciava il passaggio alle quattro. Giusto chiudere con un piccolo assaggio:
"Vedrò gli amici urlare con le mani al cielo?
Vedrò il mio meccanico piangere di gioia?
Vedrò la bandiera a scacchi dove Re e Regina
lo scacco matto si giocan e la vittoria?
So solo che la vita è un momento tanto breve, così immenso".