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Moto & Scooter
La moto Ferrari
di Daniele Massari
il 15/09/2009 in Moto & Scooter
Il progetto di un designer che però appare completo in tutti i suoi elementi: la linea è futuristica. La tecnica, ardita, guarda sia al passato che al futuro
Questa storia nacque nel 2005 nella testa di un designer israeliano di nome Amir Glinika il quale, chiedendosi come mai la Ferrari non producesse motociclette, scoprì che in passato, circa cinquant'anni prima, la casa di Maranello aveva vantato una produzione in proprio di due ruote.
Ecco come è nato questo prototipo, interamente sviluppato in 3D con l'intento di rispettare rigorosamente le linee e la tecnologia usata dalle Ferrai nella storia: "Il fatto che Alfredo Ferrari era appassionato di motociclismo negli anni Cinquanta fu molto significativo da scoprire…
Una delle caratteristiche uniche della Ferrari 1953 sono i semimanubri e la soluzione delle sospensioni, che attirarono la mia attenzione e vennero da me tenuti sempre a mente durante lo studio dei componenti del passato e del presente che avrei visto bene, nuovamente, montati sulla mia moto.
Ecco come è nato questo prototipo, interamente sviluppato in 3D con l'intento di rispettare rigorosamente le linee e la tecnologia usata dalle Ferrai nella storia: "Il fatto che Alfredo Ferrari era appassionato di motociclismo negli anni Cinquanta fu molto significativo da scoprire…
Una delle caratteristiche uniche della Ferrari 1953 sono i semimanubri e la soluzione delle sospensioni, che attirarono la mia attenzione e vennero da me tenuti sempre a mente durante lo studio dei componenti del passato e del presente che avrei visto bene, nuovamente, montati sulla mia moto.
Il mio design è stato influenzato da progetti Ferrari di tutte le epoche: volevo coniugare le migliori linee Ferrari con la tecnologia più recente in termini di motore, cambio e piacere di guida."
Il propulsore è un V4 incastonato in un telaio in alluminio: è basato sul blocco motore della Enzo, in cui è stato riprogettato il basamento per spostare in avanti la pompa dell'olio e ospitare un cambio monoblocco che supporta l'attacco radiale del forcellone.
È dotato, sfruttando le tecnologie delle auto da Formula Uno, di cornetti di aspirazione attivi, controllati dai dei servomotori che modificano l'inclinazione per regolare l'accesso dell'aria e ottimizzare la combustione alle basse andature.
Il forcellone bibraccio, controllato da un ammortizzatore integrato con molle in materiale composito, offre due tipologie di assorbimento delle asperità; l'ideazione di questo elemento ha richiesto molto tempo, ma fondamentalmente si tratta di un meccanismo che segue le geometrie utilizzate negli scooter. La trasmissione finale dovrebbe essere a doppia cinghia.
Analoga la geometria della forcella, che presenta una struttura interna in alluminio a "U", poi rivestita in materiale composito. Il sistema frenante vanta tre dischi radiali, ciascuno dotato di doppia pinza frenante: ad essi è abbinato un impianto di frenata integrale gestito dalla complessa elettronica che deriva proprio dalla Formula Uno. Il pannello della strumentazione, infatti, è composto da un touch screen impermeabile che consente di accedere ad ogni tipo di regolazione, dalle sospensioni alla radio, al GPS: il pilota può accedere a sei funzioni per blocchetto elettrico, grazie ai comandi sviluppati direttamente con tecnologia aeronautica.
È dotato, sfruttando le tecnologie delle auto da Formula Uno, di cornetti di aspirazione attivi, controllati dai dei servomotori che modificano l'inclinazione per regolare l'accesso dell'aria e ottimizzare la combustione alle basse andature.
Il forcellone bibraccio, controllato da un ammortizzatore integrato con molle in materiale composito, offre due tipologie di assorbimento delle asperità; l'ideazione di questo elemento ha richiesto molto tempo, ma fondamentalmente si tratta di un meccanismo che segue le geometrie utilizzate negli scooter. La trasmissione finale dovrebbe essere a doppia cinghia.
Analoga la geometria della forcella, che presenta una struttura interna in alluminio a "U", poi rivestita in materiale composito. Il sistema frenante vanta tre dischi radiali, ciascuno dotato di doppia pinza frenante: ad essi è abbinato un impianto di frenata integrale gestito dalla complessa elettronica che deriva proprio dalla Formula Uno. Il pannello della strumentazione, infatti, è composto da un touch screen impermeabile che consente di accedere ad ogni tipo di regolazione, dalle sospensioni alla radio, al GPS: il pilota può accedere a sei funzioni per blocchetto elettrico, grazie ai comandi sviluppati direttamente con tecnologia aeronautica.
La moto Ferrari
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