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Track T-800CDI: la moto turbodiesel

di Alan Cathcart, foto di Kyoichi Nakamura il 22/07/2009 in Moto & Scooter

Arriva dall'Olanda e dopo accurati collaudi sta per essere immessa sul mercato. Monta il motore della Smart accoppiato a un cambio automatico. Prezzo: 17.500 euro

Track T-800CDI: la moto turbodiesel
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In tempi in cui non si sente parlare d'altro che di crisi economica, contrazione dei mercati e tagli alle spese, oltre che di preoccupanti temi ambientali, l'interesse per i motori diesel è aumentato anche nel contesto motociclistico. Negli anni, naturalmente, non sono mancati tentativi più o meno interessanti, ma adesso pare che qualcuno abbia finalmente messo a punto un progetto concreto.

Si tratta dell'olandese EVA Products di Valkenburg (www.dieselmotorcycles.ne), che negli ultimi quattro anni ha sviluppato la Track T-800CDI e adesso è pronta per metterla in produzione. Curata direttamente dal proprietario dell'azienda in questione, il quarantaquattrenne Erik Vegt, questa tourer con trasmissione finale ad albero è motorizzata con lo stesso tre cilindri di 800 cc che spinge la Smart For Two. Il propulsore, turbodiesel a iniezione diretta, pesa appena 45 Kg e nel caso della Track sviluppa 48 CV alla ruota a 2750 giri, con una coppia di 120 Nm praticamente costante tra gli 850 e i 4250 giri.
La trasmissione, infatti, è a variatore automatico di tipo CVT.
In Olanda, il suo prezzo di vendita sarà di 17.500 Euro comprese le relative tasse, che nei Paesi Bassi ammontano al 38,4%! Vegt ha già ricevuto circa 400 ordini e la produzione dei primi 25 esemplari prenderà il via ad agosto. Per quanto riguarda le vendite, all'inizio verranno circoscritte al mercato europeo, ma la EVA ha intenzione di espandersi anche in Nord America e in Australia.
Lo stesso Vegt descrive la Track come una BMW GS che ha la guidabilità di una KTM LC8 e la coppia di una Suzuki Hayabusa. "Si tratta di una moto destinata a durare a lungo e a percorrere lunghe distanze. – spiega – La Track rappresenta un prodotto unico che fa fronte a un'emergenza terribilmente attuale: quella dei consumi e dell'inquinamento. Aspetti che in un futuro molto prossimo cambieranno il nostro modo di intendere la mobilità".
A 90 Km/h, la EVA (che pesa 225 Kg e raggiunge i 175 Km/h di velocità massima) è in grado di percorrere 100 Km con soli 2,5 litri di carburante. Un risultato che le garantisce un'autonomia di circa 900 Km grazie al suo serbatoio da 22,5 litri.
Track T-800CDI: la moto turbodiesel
A quanto sembra, dunque, questo potrebbe essere il primo caso in cui la tecnologia common-rail viene applicata con successo in ambito motociclistico, per giunta in abbinamento alla trasmissione automatica. Di sicuro, dopo aver trascorso un intero giorno a bordo della Track sulle strade che costeggiano il Mare del Nord nei dintorni della fabbrica EVA, è possibile affermare che questa motocicletta si discosta notevolmente da tutto ciò che l'ha preceduta in ambito dueruotistico.
Innanzitutto, infatti, bisogna pensare che i motociclisti hanno sempre avuto un'idea negativa a proposito dei motori diesel, normalmente associati alle dolorose conseguenze di una scivolata su una macchia d'olio lasciata sull'asfalto da un camion o da un autobus. Del resto, da quanto Rudolf Diesel lo ha inventato nel 1890, questo tipo di motore è sempre stato impiegato nella nautica, nel trasporto urbano, in quello ferroviario o nel settore agricolo, dove la sua maggiore affidabilità e il minor consumo rispetto alle unità a benzina compensavano comunque la sua maggior rumorosità, il più alto livello di vibrazioni e gli svantaggi in termini di peso, ingombri e costi di produzione.
Nonostante che il diesel contenga più carbonio della benzina, il fatto di avere una miglior efficienza termodinamica e consumi più bassi fa sì che i motori che utilizzano questo tipo di carburante emettano una quantità inferiore di CO2 e, quindi, inquinino meno. Inoltre, anche se negli ultimi tempi questa differenza si è ridotta notevolmente, il diesel è sempre costato meno della benzina (che, lo ricordiamo, è di natura fossile) e a tal proposito Erik Vegt ha già intenzione di realizzare un'ulteriore versione della Track che utilizzi carburanti ecologici al 100%, come l'olio di girasole e di semi di colza.
Del resto, se fino a oggi nessuno era riuscito a proporre una cosa del genere è anche perché storicamente i motori diesel sono sempre stati caratterizzati da una struttura piuttosto robusta e pesante, che ne ha penalizzato la diffusione in settori come quello aeronautico e, appunto, quello motociclistico. Adesso, però, tutto è cambiato.
Track T-800CDI: la moto turbodiesel
In verità, per quanto riguarda la posizione di guida, la Track si rivela abbastanza tradizionale, con una sella confortevole ma al tempo stesso piuttosto alta, in quanto posta a 880 mm da terra, e il lungo interasse di 1615 mm a inquadrarla nei classici canoni delle maxienduro stradali, se non fosse per l'assenza della leva della frizione… Anche il manubrio, ben rialzato e moderatamente arretrato, ha un'impostazione che assicura elevate percorrenze senza problemi di comfort.
Per avviare il motore della Track, poi, non bisogna far altro che girare la chiave di accensione su ON e premere il pulsante di avviamento. Non è necessario, a differenza di quanto accade sugli scooter, agire contemporaneamente anche sui freni, il posteriore dei quali prevede il comando a pedale sul lato destro, come sulle moto tradizionali.
Magari, è bene ricordarsi di non dare i classici colpetti di gas per scaldare il motore visto che, così facendo, la moto parte in avanti senza tanti complimenti! Ad ogni modo, non c'è bisogno di aspettare molto prima che il motore a tre cilindri entri in temperatura, stabilizzandosi sugli 850 giri come regime di minimo, in corrispondenza del quale la tonalità di scarico è piuttosto contenuta, mentre la rumorosità meccanica è leggermente superiore a quella di una normale moto a benzina.
In effetti, una volta in marcia la Track fa un rumore particolare ma non eccessivo (soprattutto per chi indossa una casco integrale) e anche in piena accelerazione il motore non è mai troppo fragoroso. Insomma, si ha ancora la sensazione di guidare una moto, non un trattore.
Il ticchettio tipico del tre cilindri è ancora presente, ma in modo più discreto, e quando si ruota con decisione la manopola destra esso fa da sottofondo al tipico sibilo della turbina Garret, la stessa che equipaggia anche la Smart. Grazie anche alla trasmissione CVT, la risposta al comando del gas è estremamente lineare, anche nel cosiddetto "apri e chiudi", garantendo al veicolo un'eccellente guidabilità.
La tonalità di scarico costante, dovuta proprio alla trasmissione automatica, potrebbe far pensare che il motore non abbia particolari doti di allungo, quando in realtà non è così, visto che anche a velocità comprese tra gli 80 e i 110 Km/h basta intervenire sull'acceleratore per sentirsi proiettati in avanti con un'ottima spinta. A questo risultato contribuisce senz'altro anche il comando ride by wire, che dimostra di funzionare bene in ogni condizione. E' facile immaginare, infatti, come con un cambio di tipo tradizionale il motore risulterebbe ben più aggressivo nella risposta, cosa tutt'altro che ideale, ad esempio, in caso di guida sul bagnato.
Track T-800CDI: la moto turbodiesel
Si tratta dunque di un mezzo estremamente facile da condurre, soprattutto nel traffico e alle basse velocità, laddove su una moto tradizionale si rischia di ritrovarsi con i crampi alla mano sinistra a forza di usare la frizione. C'è insomma da scommettere che la Track possa diventare il veicolo preferito dei corrieri espressi per via della sua posizione di guida rialzata, che permette di individuare al volo il miglior percorso nel traffico, e dell'ottimo angolo di sterzata, che le consente di effettuare agili inversioni a U nonostante il lungo interasse.
In effetti, la Track è sorprendentemente maneggevole per una moto della sua stazza e, grazie anche all'ottima leva offerta dal largo manubrio, vanta una guidabilità forse superiore a quella della KTM Adventure alla quale, peraltro, assomiglia. Inoltre, grazie alla trasmissione a variatore continuo di velocità, la coppia erogata si mantiene pressoché costante e non vi è traccia degli effetti dovuti alla disposizione longitudinale dell'albero motore rispetto all'asse del veicolo. L'unico modo per avvertire questi ultimi è da fermi, dando qualche colpetto di gas con i freni tirati. Solo in questo caso, infatti, la Track tende a inclinarsi leggermente sul lato destro, mentre in movimento tutto ciò è neutralizzato dalla trasmissione CVT, la quale elimina anche il caratteristico alzarsi e abbassarsi delle sospensioni che, sulle moto con trasmissione finale ad albero munite di cambio tradizionale, si verifica tra una marcia e l'altra in fase di accelerazione.
Il lungo forcellone della Track, poi, contribuisce anch'esso allo smorzamento di questo effetto, oltre ad assicurare grande trazione al retrotreno, garantendo così un comportamento valido anche in fuoristrada e su asfalto viscido.
Entrambe le sospensioni White Power risultano ben settate, con un'ottima risposta da parte dell'ammortizzatore regolabile il quale, grazie al suo particolare sistema di azionamento e al lungo interasse del mezzo, digerisce qualsiasi tipo di buca o avvallamento senza battere ciglio, rendendo di fatto eccellente il comfort di guida.
L'unica cosa alla quale bisogna fare un po' l'abitudine è la totale assenza di freno motore in fase di rilascio, che obbliga a un uso abbastanza intenso dell'impianto anteriore Brembo a doppio disco. Del resto, stiamo pur sempre parlando di una moto da 225 Kg capace di raggiungere i 175 Km/h. Se non altro, va detto che in staccata il trasferimento di carico verso l'avantreno è praticamente nullo, ma non per questo si può fare a meno di usare il freno posteriore, che anzi necessiterebbe di un comando più modulabile. Talvolta, inoltre, si avverte un rumore metallico provenire dalla parte bassa del motore quando si chiude il gas. Erik Vegt sostiene che si tratti di un problema, peraltro facilmente risolvibile, relativo alla tolleranza della cinghia di trasmissione.
Track T-800CDI: la moto turbodiesel
Per quanto riguarda le vibrazioni, il tre cilindri privo di contralbero produce qualche sollecitazione, avvertibile attraverso le pedane, solo in piena accelerazione. Anche in questo caso, Vegt è convinto che dipenda dalla trasmissione finale ad albero piuttosto che dal fissaggio rigido del motore all'interno del telaio, ma riconosce che dei silent block inseriti tra il telaio e i supporti delle pedane avrebbero probabilmente fatto comodo. In ogni caso, non si tratta di un piccolo dettaglio. L'unica critica che si può muovere al motore, infatti, è quella di dare l'impressione di spegnersi quando ci si ferma, per poi riprendere improvvisamente vita accelerando automaticamente grazie all'intervento della gestione elettronica.
Al di là di questo, comunque, la EVA Track offre un "pacchetto" davvero notevole, che apre nuovi scenari nel panorama motociclistico mondiale. L'efficacia e le caratteristiche della motorizzazione diesel e della trasmissione automatica CVT, infatti, la collocano comunque tra le moto vere. Inoltre, questo progetto si fa apprezzare per la sua facilità di guida, i suoi concetti innovativi e per i bassi costi di gestione, sempre a patto di ricordarsi di effettuare il rifornimento di carburante dalla pompa giusta quando ci si ferma dal distributore!
La parte stilistica, poi, è opera di Jarno Schurgers (formatosi nei centri design di Aprilia e Alfa Romeo), il quale ha dato vita a una linea moderna e dotata di forte personalità, anche se, probabilmente, la parte anteriore, e in particolar modo il gruppo ottico, dovrà essere modificata per soddisfare i parametri di omologazione in ambito europeo. Inoltre, sembra che in occasione del suo lancio ufficiale, al salone di Utrecht, la Track sia stata osservata attentamente dal boss del reparto di ricerca e sviluppo BMW, il quale è poi stato avvistato in visita agli stabilimenti EVA Products... Ognuno tragga le sue conclusioni.
In ogni caso, la EVA potrebbe pensare di proporre anche una versione meno alta e specialistica della Track, sulla falsariga di quanto già fatto dalla Triumph con la Tiger e dalla stessa BMW con la serie R rispetto alla GS.
Ferme restando le doti di affidabilità e autonomia, infatti, le caratteristiche di questo progetto si sposerebbero in modo pressoché perfetto anche con un'applicazione in ambito prettamente stradale, soprattutto grazie ai benefici garantiti dalla trasmissione CVT.
Track T-800CDI: la moto turbodiesel
da sinistra: Arjen Hilbers ed Eric Vegt
Per il momento, però, Vegt dichiara che prima di pensare a espandere la gamma, la EVA dovrà evadere gli ordini già ricevuti in merito alla Track.
"E' un'opzione che considereremo in futuro. – ha spiegato – Al momento, però, stiamo lavorando anche con la Daimler-Benz per la realizzazione di un motore diesel a sei cilindri a V con cui equipaggiare la Honda Pan European. Questo progetto prenderà forma nel giro di tre anni: sarà caratterizzato da una cilindrata di 1500 cc e dal fatto di disporre di due alberi motore. La gestione elettronica sarà in grado di disattivare una bancata per ottimizzare i consumi nel caso di un impiego tranquillo e senza carico, riservando l'utilizzo di entrambe ai momenti in cui si desiderino viceversa le massime prestazioni possibili".
Una moto del genere dovrebbe prestarsi in modo altrettanto valido all'applicazione dei concetti introdotti sulla Track e pare che la Daimler-Benz stia lavorando anche a una versione ibrida di un propulsore che equipaggerà la Smart, caratterizzata da un'unità elettrica da 20 kW in abbinamento a un motore diesel da 40 CV. "Penso che questo tipo di soluzione potrebbe essere adatta a una moto dedicata all'utilizzo cittadino, - spiega Vegt – ma sono convinto che il futuro dei motori diesel vada verso la configurazione GTL (gas to liquid, ndr), che eliminerà del tutto la presenza di petrolio nel carburante. Secondo me, quest'ultimo dovrebbe essere utilizzato solo per produrre la plastica e basta. Nel mondo, le riserve di gas naturali sono nettamente superiori a quelle di petrolio, perciò la strada da percorrere è questa. Non a caso uno dei nostri partner più importante, la Shell, è leader mondiale per quanto riguarda la tecnologia GTL e ha sviluppato un sistema alternativo all'LPG (liquid propane gas, ndr), costituito da un fluido trasparente che, a temperatura ambiente, possiede numero di ottano ancora più alto. In questo modo, è possibile ottenere prestazioni superiori a quelle del diesel con emissioni inquinanti più basse. Naturalmente, siamo soltanto all'inizio di questo percorso e la Track rappresenta la prima applicazione in campo motociclistico di una tecnologia che ha ancora un grande margine di sviluppo. Basterà aspettare un po' di tempo e i risultati non tarderanno ad arrivare!"
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