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Moto & Scooter

Hell's Angels dietro le sbarre

di Riccardo Matesic
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Sono venti i bikers appartenenti a quest'associazione arrestati per associazione a delinquere, estorsioni, rapina e porto d'armi abusivo. Ecco chi non delfineremmo mai un motociclista

Vi ricordate la megazuffa fra motociclisti e Polizia al Motor Bike Expo di Verona, a gennaio? Non ci crederete, ma ne è scaturita un'inchiesta giudiziaria che ha portato al fermo, solo in Italia, di venti motociclisti appartenenti al gruppo degli Hell's Angels.
I reati contestati non attengono però a quella rissa con le forze dell'ordine, ma sono ben più gravi. In particolare si parla di associazione a delinquere, estorsioni e rapine.
E poi: porto d'armi abusivo.

Un po' di storia
Gli Hell's Angels sono uno dei gruppi motociclistici storici più chiacchierati da sempre. Basti ricordare che nel 1969 ad Altamont, in California, furono assoldati dai Rolling Stones come servizio d'ordine per un loro concerto, ma la cosa finì con l'uccisione a botte di un ragazzo di diciotto anni proprio sotto il palco. Da allora gli Stones chiusero ogni rapporto con gli Angels, che per questo sembra pianificarono l'assassinio di Mick Jagger, che solo per un caso non fu eseguito.
Negli anni si è tornato a parlare di motociclisti violenti, anche perché, ad esempio, sono riportati casi di gruppi pacifici ai quali viene imposto di togliere i giubbetti con le insegne, come pura forma di sopraffazione. E poi ci sono le guerre fra bande. Nel marzo scorso all'aeroporto di Sidney ci scappò un morto, in una megarissa all'arma bianca scatenatasi in mezzo alle famiglie che andavano in vacanza.
Ora gli inquirenti italiani hanno accertato, una volta di più, la vocazione criminale perlomeno di alcuni membri del gruppo, e le ramificazioni internazionali.
Di certo, a questo tipo di violenza e di organizzazione criminale, non può rispondere il singolo motociclista, ma debbono e possono farlo le Forze dell'ordine.

Da parte nostra arriva l'invito a isolare il più possibile tutti i personaggi che si mascherano da motociclisti, ma che in realtà con la cultura e la passione per la moto hanno poco a che fare.

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