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Moto & Scooter
Harley Davidson & MV la parola ai protagonisti
di Luigi Rivola
il 15/07/2008 in Moto & Scooter
Con una conferenza stampa telefonica i top manager della HD ufficializzano in viva voce i contenuti dell'accordo. Nostre interviste esclusive a Castiglioni e Tamburini
Lunedì 14 luglio, ore 17.30. È appena terminata la conferenza stampa telefonica con cui la Harley Davidson, rappresentata da Jim Ziemer, presidente e amministratore delegato, Tom Bergmann, vicepresidente e responsabile estero, e Michael Van Der Sande, direttore generale della filiale europea, ha annunciato in viva voce ciò che venerdì aveva anticipato con un comunicato ufficiale, ossia l'accordo definitivo per l'acquisto del Gruppo MV Agusta/Cagiva.
A fianco dei top manager americani, nella conferenza stampa telefonica è intervenuto anche Claudio Castiglioni, presidente attuale e futuro del Gruppo italiano, per il quale è stato ribadito un ruolo non onorario e quindi puramente rappresentativo, ma importante nell'ambito della definizione e dello sviluppo di nuovi prodotti.
La conferenza non ha aggiunto nulla di nuovo rispetto a ciò che molto dettagliatamente era stato espresso nel comunicato. I manager della Harley Davidson hano manifestato la loro soddisfazione per l'accordo raggiunto e la loro convinzione che l'unione di due marchi di tale e tanto prestigio sarà senz'altro foriera di grandi vantaggi per entrambi sul mercato globale. In particolare la Harley Davidson potrà portare alla MV la sua esperienza unica sul mercato americano, mentre la Casa italiana porterà in dote la grande fama di cui gode presso il pubblico europeo.
"Pochi giorni fa – ha detto il Presidente della HD – l'inaugurazione a Milwaukee del museo Harley Davidson ha aperto un nuovo capitolo nella storia dell'azienda, che procede ora con l'acquisizione della MV Agusta".
"Noi ci riteniamo marca di massimo prestigio – ha affermato Claudio Castiglioni richiesto di spiegare il perché della vendita alla Harley – e in questa ottica la Harley Davidson ha rappresentato fin dall'inizio della trattativa il partner ideale".
È stato chiesto ai dirigenti della Casa americana se pensano che sia possibile tagliare i costi di produzione della MV Agusta. La risposta è stata generica, ma sostanzialmente positiva: "Lavorando assieme avremo senz'altro la possibilità di incrementare la produttività della MV". Generiche, ma senz'altro sincere, in considerazione del fatto che l'accordo è stato concluso, ma non è ancora operativo, anche le risposte ai quesiti su eventuali nuovi modelli delle gamme MV e Cagiva: "Al momento siamo concentrati su tempi e metodi per fare ripartire la produzione attuale. Poi senz'altro ci saranno novità".
Protagoniste assolute della conferenza stampa telefonica sono state le parole "Premium brands" (Marchi di massimo prestigio) e "Premium quality" (Massima qualità). Harley Davidson e MV Agusta ci tengono al loro sangue blu. Ci tengono tanto che, come si usava ai tempi dei reami e granducati, hanno deciso di sorreggersi a vicenda e allargare i propri orizzonti con un bel matrimonio fra nobili. Il mercato globale evidentemente non disdegna vecchie ricette.
E come si è concluso il meeting telefonico? I top manager americani pieni di buona volontà nei nostri confronti hanno salutato tutti con un bel "ciao" all'unisono. La prossima volta canteranno insieme "O sole mio"...
- Congratulazioni, Presidente, congratulazioni sincere perché mi sembra proprio che una brutta storia sia finita nel modo migliore.
"Lo penso anch'io – conferma Claudio Castiglioni, che del Gruppo MV Agusta era pesidente e tale rimarrà anche con l'arrivo della proprietà americana – anzi, ne approfitto per precisare che tutte le opzioni di cui si è parlato, alternative alla vendita agli americani, non erano frutto di fantasia, ma reali, tuttavia c'era qualcosa che mi ha portato a concludere con loro: il mio vecchio affetto e la stima per la Harley Davidson. Sono convinto che nella storia del motociclismo questa sia la prima volta che due marchi così prestigiosi si uniscono. Lo ritengo proprio un fatto storico".
- La vendita della MV/Cagiva alla Harley Davidson cancella tutti i debiti o rimangono ancora delle pendenze?
"Libro chiuso. Tutto cancellato, anzi c'è anche del margine attivo. Ora si riparte".
- Che cosa pensa che la MV possa portare alla Harley Davidson?
"Penso che sia meglio rigirare la domanda: che cosa si aspetta la MV dalla Harley Davidson? La risposta è: una efficace e sana gestione finanziaria e industriale. Ciò che la Harley Davidson si aspetta dalla MV non sta a me dirlo, però mi sembra che la conclusione dell'affare dimostri che ciò che eravamo in grado di offrire sia stato senz'altro di loro interesse".
- Il suo ruolo, stando al comunicato diffuso venerdì, non sarà semplicemente di presidente onorario, ma le sarà chiesto di occuparsi della definizione e dello sviluppo di nuovi prodotti...
"Esatto, mi è stato affidato il ruolo che più mi piace, che ritengo di poter ricoprire con cognizione di causa. E non starò con le mani in mano".
- E le corse? Anche queste sono sempre state una sua passione, e c'era un programma di rientro della MV nel mondiale Superbike. Un mondiale che tra l'altro sembrava attrarre anche la Harley Davidson.
"Abbiamo parlato anche di corse, naturalmente. Che siano la mia passione e che appartengano alla storia della MV non è un mistero. Però esistono delle priorità, e fra queste al momento non ci sono le corse. Prima occorre rilanciare l'azienda, poi, centrato questo primo obiettivo, vedrete che la MV sarà nuovamente in pista. E per vincere".
- La CRC di San Marino è ancora una società di Claudio Castiglioni e Massimo Tamburini, oppure anche questa ora è americana?
"La CRC rientra nel patrimonio ceduto alla Harley Davidson".
- Questo significa che Massimo Tamburini si cimenterà anche nel disegno di custom e cruiser?
"Non credo proprio" – è la conclusione di Claudio Castiglioni.
"Lo penso anch'io – conferma Claudio Castiglioni, che del Gruppo MV Agusta era pesidente e tale rimarrà anche con l'arrivo della proprietà americana – anzi, ne approfitto per precisare che tutte le opzioni di cui si è parlato, alternative alla vendita agli americani, non erano frutto di fantasia, ma reali, tuttavia c'era qualcosa che mi ha portato a concludere con loro: il mio vecchio affetto e la stima per la Harley Davidson. Sono convinto che nella storia del motociclismo questa sia la prima volta che due marchi così prestigiosi si uniscono. Lo ritengo proprio un fatto storico".
- La vendita della MV/Cagiva alla Harley Davidson cancella tutti i debiti o rimangono ancora delle pendenze?
"Libro chiuso. Tutto cancellato, anzi c'è anche del margine attivo. Ora si riparte".
- Che cosa pensa che la MV possa portare alla Harley Davidson?
"Penso che sia meglio rigirare la domanda: che cosa si aspetta la MV dalla Harley Davidson? La risposta è: una efficace e sana gestione finanziaria e industriale. Ciò che la Harley Davidson si aspetta dalla MV non sta a me dirlo, però mi sembra che la conclusione dell'affare dimostri che ciò che eravamo in grado di offrire sia stato senz'altro di loro interesse".
- Il suo ruolo, stando al comunicato diffuso venerdì, non sarà semplicemente di presidente onorario, ma le sarà chiesto di occuparsi della definizione e dello sviluppo di nuovi prodotti...
"Esatto, mi è stato affidato il ruolo che più mi piace, che ritengo di poter ricoprire con cognizione di causa. E non starò con le mani in mano".
- E le corse? Anche queste sono sempre state una sua passione, e c'era un programma di rientro della MV nel mondiale Superbike. Un mondiale che tra l'altro sembrava attrarre anche la Harley Davidson.
"Abbiamo parlato anche di corse, naturalmente. Che siano la mia passione e che appartengano alla storia della MV non è un mistero. Però esistono delle priorità, e fra queste al momento non ci sono le corse. Prima occorre rilanciare l'azienda, poi, centrato questo primo obiettivo, vedrete che la MV sarà nuovamente in pista. E per vincere".
- La CRC di San Marino è ancora una società di Claudio Castiglioni e Massimo Tamburini, oppure anche questa ora è americana?
"La CRC rientra nel patrimonio ceduto alla Harley Davidson".
- Questo significa che Massimo Tamburini si cimenterà anche nel disegno di custom e cruiser?
"Non credo proprio" – è la conclusione di Claudio Castiglioni.
È un Tamburini rinfrancato, quasi allegro, quello che risponde alla nostra chiamata telefonica. Ben diverso dall'appassionato demoralizzato che avevamo sentito un paio di mesi fa.
"Ho ben motivo di essere su di morale – ci dice – Nel corso della trattativa, l'ipotesi di unire la MV alla Harley Davidson mi sembrava troppo bella per essere credibile, invece è andata in porto e finalmente possiamo tornare a fare progetti".
- Perché tanto entusiasmo per la Harley Davidson?
"Semplice: a differenza di tanti altri che comprano marchi a destra e a manca avendolo solo i soldi per farlo, la Harley Davidson è da sempre nel settore e sa benissimo come si costruiscono le motociclette".
- Gli americani hanno manifestato interesse anche per la CRC e per il suo lavoro?
"Personalmente ho avuto modo di ragionare a lungo col vicepresidente, Tom Bergmann, un manager dalle idee molto chiare, che mi è piaciuto molto anche dal punto di vista umano. Gli americani hanno visitato la CRC, hanno voluto vedere tutto e si sono dimostrati molto interessati. Ricordo che sono rimasti stupiti e ben impressionati quando, avendomi chiesto quanti dei miei uomini se ne erano andati a causa della crisi, ho risposto loro che erano rimasti tutti. Hanno dichiarato che credono molto nella ricerca e che investirano su questa struttura".
"Su queste basi – e qui emerge il personaggio che abbiamo sempre conosciuto – Tamburini è pronto!".
- Ci sarà un americano alla CRC?
"Non lo so. Io avevo dato le dimissioni il 30 aprile e adesso non ho ancora discusso il mio contratto di consulenza, ma so che hanno intenzione di lavorare con me e per quanto mi riguarda sarò felice di lavorare con loro".
- È la volta buona che vedremo il famoso capolavoro da ottomila euro? Magari col marchio Cagiva? (Ci riferiamo a una celebre "sfida" che lanciammo da www.motonline.com a Tamburini alcuni anni fa: fare una bellissima moto per tutti da vendere a un prezzo non superiore a quello citato).
"Magari! Di certo c'è la volontà di investire, e ho notato con piacere e anche con un po' di sorpresa che la Harley Davidson ha dimostrato un notevole interessamento non solo per la MV, ma pure per la Cagiva. Non ho dubbi che nei loro piani ci sia spazio anche per moto da vendere a un pubblico più vasto di quello che può permettersi MV e Harley Davidson".
- Dunque, campane a festa per la MV e la Cagiva, ma anche per la CRC...
"Questa azienda è la mia faniglia del 1984. Oggi ho parlato ai ragazzi: dopo tanti mesi di delusione, sono pronti a ripartire col massimo entusiasmo. La finanza non basta a realizzare grandi progetti senza la loro passione e la loro competenza".
"Ho ben motivo di essere su di morale – ci dice – Nel corso della trattativa, l'ipotesi di unire la MV alla Harley Davidson mi sembrava troppo bella per essere credibile, invece è andata in porto e finalmente possiamo tornare a fare progetti".
- Perché tanto entusiasmo per la Harley Davidson?
"Semplice: a differenza di tanti altri che comprano marchi a destra e a manca avendolo solo i soldi per farlo, la Harley Davidson è da sempre nel settore e sa benissimo come si costruiscono le motociclette".
- Gli americani hanno manifestato interesse anche per la CRC e per il suo lavoro?
"Personalmente ho avuto modo di ragionare a lungo col vicepresidente, Tom Bergmann, un manager dalle idee molto chiare, che mi è piaciuto molto anche dal punto di vista umano. Gli americani hanno visitato la CRC, hanno voluto vedere tutto e si sono dimostrati molto interessati. Ricordo che sono rimasti stupiti e ben impressionati quando, avendomi chiesto quanti dei miei uomini se ne erano andati a causa della crisi, ho risposto loro che erano rimasti tutti. Hanno dichiarato che credono molto nella ricerca e che investirano su questa struttura".
"Su queste basi – e qui emerge il personaggio che abbiamo sempre conosciuto – Tamburini è pronto!".
- Ci sarà un americano alla CRC?
"Non lo so. Io avevo dato le dimissioni il 30 aprile e adesso non ho ancora discusso il mio contratto di consulenza, ma so che hanno intenzione di lavorare con me e per quanto mi riguarda sarò felice di lavorare con loro".
- È la volta buona che vedremo il famoso capolavoro da ottomila euro? Magari col marchio Cagiva? (Ci riferiamo a una celebre "sfida" che lanciammo da www.motonline.com a Tamburini alcuni anni fa: fare una bellissima moto per tutti da vendere a un prezzo non superiore a quello citato).
"Magari! Di certo c'è la volontà di investire, e ho notato con piacere e anche con un po' di sorpresa che la Harley Davidson ha dimostrato un notevole interessamento non solo per la MV, ma pure per la Cagiva. Non ho dubbi che nei loro piani ci sia spazio anche per moto da vendere a un pubblico più vasto di quello che può permettersi MV e Harley Davidson".
- Dunque, campane a festa per la MV e la Cagiva, ma anche per la CRC...
"Questa azienda è la mia faniglia del 1984. Oggi ho parlato ai ragazzi: dopo tanti mesi di delusione, sono pronti a ripartire col massimo entusiasmo. La finanza non basta a realizzare grandi progetti senza la loro passione e la loro competenza".
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