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Kawasaki Z1000

di Alfredo Verdicchio il 16/01/2008 in Moto & Scooter

Sguardo cattivo, posizione in sella aggressiva, motore addolcito quanto serve. La Z1000 si riconferma una delle maxinaked più intriganti sul mercato, alla portata non solo dei più esperti

Kawasaki Z1000
Z1000 o Z750? Il mercato parla chiaro, per chi sceglie una naked Kawasaki, di certo si lascia tentare con maggiore facilità dalla "piccolina", meno potente, ma comunque aggressiva e, soprattutto, dal prezzo più abbordabile.
Inoltre, le due moto si assomigliano molto: il look è lo stesso e anche la tecnica di base è molto simile, con il motore quattro cilindri in linea ingabbiato in un telaio di tubi di acciaio di grosso diametro che è stato aggiornato aggiungendo sui fianchi dei bracci in alluminio imbullonati alla struttura principale.
Le sospensioni poi sono regolabili non solo nella molla, ma anche nell'idraulica in estensione.
Tra le due, però, è sulla "mille" che le modifiche apportate hanno dato i frutti sperati, soprattutto dal punto di vista dell'efficacia di guida dove, invece, la settemmezzo ha mostrato limiti prima non presenti (vedi la prova pubblicata su Dueruote nr 31 novembre 2007). In soldoni, la Z1000 è ora una moto dal carattere più docile, dall'erogazione lineare e una maggiore maneggevolezza e immediatezza grazie ad una ciclistica meno spinta sull'anteriore grazie alla nuova distribuzione dei pesi.
L'aggiunta dei bracci laterali al telaio è finalizzata anche alla riduzione delle vibrazioni, punto dolente della versione 2006. Obiettivo centrato solo in parte, però, perché anche per la Z1000 targata 2007 il "formicolio" su pedane e manubrio è rimasto, meno evidente che sulla precedente, ma pur sempre avvertibili dai 7000 giri in su. Anche le migliorie apportate al motore, alla ricerca di maggiore sostanza sotto i 4000 giri, convincono per metà, visto che a conti fatti la naked Kawasaki risulta sempre poco muscolosa ai bassi regimi, ma con una entrata in coppia meno marcato rispetto alla precedente versione dove il cambio di carattere era fin troppo brusco una volta superati i quattromila.
Nonostante gli sforzi dei tecnici nel rendere la Z1000 una moto alla portata se non di tutti, almeno della maggior parte dei dueruotisti, la maxinaked giapponese si conferma una moto per chi il gas lo sa gestire. Perché 125 CV sono sempre parecchi per una moto targata e, nonostante ad Akashi siano riusciti a dotarla di un po' più di sostanza sotto ai 4000 giri e ad addolcirne l'erogazione su quasi tutto l'arco di utilizzo, la "Zeta" rimane pur sempre una moto scattante e veloce, ergo impegnativa per chi non ha mai utilizzato moto "importanti". I dati rilevati dal nostro centro prove parlano chiaro: in meno di quattro secondi la Z1000 raggiunge i 100 km/h, mentre nello 0-400 metri raggiunge i 197 km/h in 11,3 secondi. Questo significa che proprio perché è così facile, bisogna prima prenderle le misure dato che trovarsi "dentro" una curva a velocità sostenuta è un gioco da ragazzi.
E' anche vero che con le modifiche apportate il quattro cilindri di Akashi si è ammorbidito parecchio, ha perso quella spigolosità ai 4000 giri che caratterizzava la versione precedente, dove la "Zeta" all'improvviso diventava cattiva e iniziava a dar sfogo a tutti i suoi CV, mettendo in difficoltà un pubblico poco esperto ma attratto da una moto esteticamente così accattivante.
Ora la maxinaked Kawasaki è tra le più trattabili in circolazione e grazie alle modifiche apportate alla ciclistica è diventata meno impegnativa anche da un punto di vista dinamico. Nonostante il riposizionamento dei pesi verso il posteriore, la Z1000 resta una moto rapida in inserimento di curva - però più omogenea e prevedibile rispetto alla Z750 - con un avantreno dall'appoggio sicuro che trasmette a chi guida un buon feeling.
A differenza della "sorellina" settemmezzo, la Z1000 offre un migliore equilibrio e un connubbio telaio-sospensioni più efficace. Infatti, la millona mette a proprio agio sia quando si passeggia, sia quando si vuole tenere un ritmo sostenuto, senza che la ciclistica perda rigore se non quando le si vuole imporre una guida estrema, fatta di staccate all'ultimo e "tuffi" repentini in curva. La taratura delle sospensioni di base è tendente al morbido, specie per la forcella che, in compenso, offre una progressione e una scorrevolezza più che buone che garantiscono una altrettanto buona precisione di guida su asfalti non perfetti. L'ammortizzatore invece ha un comportamento più secco, con la molla che tende a ritornare in modo repentino, con una conseguente perdita di precisione. Aumentando il freno idraulico in estensione però la situazione migliora, la moto ne guadagna in rigore direzionale anche quando la si maltratta con chiusure e aperture di gas repentine.
Un appunto sull'adozione del pneumatico posteriore da 190" che a noi convince sempre a metà, visto che se da una parte offre tanto appoggio in curva, dall'altra una volta consumatosi la moto perde rotondità e rapidità nella fase di scesa in piega, come se ci fosse una sorta di "scalinato".
Nulla da eccepire invece per quanto riguarda la frenata, dove la coppia radiale di pinze e pompa offre quell'insieme di prontezza, potenza e sensibilità che fa la felicità non solo dello staccatore, ma anche di chi tutti i giorni deve schivare le insidie del traffico.

Motore: 4 tempi, 4 cilindri in linea, raffreddato a liquido, alesaggio per corsa 77,2 x 50,9 mm, cilindrata 953 cc, rapporto di compressione 11,2:1, distribuzione DOHC 16 valvole. Alimentazione: iniezione elettronica, quattro corpi farfallati da 36 mm. Capacità serbatoio 18,5 litri.
Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione: frizione dischi multipli in bagno d'olio, cambio a sei marce, finale a catena.

Ciclistica: telaio a doppia culla in acciaio, angolo di inclinazione del canotto di sterzo 24,5°, avancorsa 103 mm. Sospensione anteriore forcella upside-down da 41 mm con smorzamento in estensione continuo e regolazione precarico della molla, corsa ruota anteriore 120 mm. Sospensione posteriore Uni-Trak con ammortizzatore a gas, smorzamento in estensione continuo e regolazione precarico della molla, corsa ruota posteriore 150 mm. Pneumatico anteriore 120/70-ZR17, posteriore 190/50-ZR17. Freno anteriore a doppio disco flottante da 300 mm a margherita, posteriore a disco singolo da 250 mm a margherita.

Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.090, larghezza 780 mm, interasse 1.445, altezza sella 820.
Peso a secco 205 kg (209 kg con ABS).

Prestazioni dichiarate: potenza max 92 kW (125 CV) a 10.000 giri. Coppia max 98,7 Nm (10,1 kgm) a 8.200 giri.

Kawasaki Z1000
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