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Axy Yuk 125: la rivincita dei cloni

di Fabio Cormio, foto di Marco Zamponi il 25/09/2007 in Moto & Scooter

Dalla Cina con la carta carbone, ecco il ruote alte - fotocopia di re SH. L'abbiamo provato e ha molti pregi, in barba ai più scettici

Axy Yuk 125: la rivincita dei cloni
Diciamo le cose come stanno: siamo un popolo di scooteristi atipici, gente che spende oltre 9.000 euro per un maxi bicilindrico ma sta attenta ai 50 euro in più o in meno per lo scooter utilitario. E siamo ancora diffidenti nei confronti dei prodotti cinesi. Spesso c'è un filo di scetticismo anche da parte di noi giornalisti che in questi anni abbiamo avuto modo di toccare e provare veicoli del Far East che non brillavano - passateci l'eufemismo - per l'alta qualità.
 
Scetticismo che di fronte all'Axy Yuk non è venuto meno, anche perchè si tratta di un veicolo esteticamente quasi identico all'Honda SH e verrebbe facile intenderlo come "il gemello povero".
Invece questo ruote alte 125 ha alcuni indiscutibili pregi. Il primo è naturalmente il prezzo chiavi in mano: 2.140 euro contro i 3.195 del best-seller di Tokyo. E a questa cifra si compra molta sostanza: un monocilindrico 4T omologato Euro 3, cerchi da 16", finiture di buon livello, un sottosella che contiene un casco jet con visiera, pedana piatta, freno a disco anteriore. Inoltre il gulp 125 è uno dei pochi scooter in vendita ad affiancare il caro vecchio kick-starter al bottoncino dell'avviamento elettrico.
Su strada lo Yuk si comporta bene, anche se con un paio di limiti evidenti: il primo è l'accelerazione nelle partenze da fermi, scarsa e comunque inferiore a qualsiasi scooter di pari cilindrata da noi provato fino ad oggi. Una volta superata l'empasse iniziale, tuttavia, il monocilindrico cinese spinge discretamente, senza incertezze e porta la lancetta del tachimetro a superare (di poco) quota novanta all'ora. 
L'altro limite è la frenata poco potente, con la leva destra che - dopo poche frenate decise - allunga la propria corsa fino al manubrio. La situazione peggiora quando si guida col passeggero, nel senso che gli spazi di frenata si allungano ulteriormente.
Peccato, perchè il comportamento dello Yuk è piacevolmente neutro: la forcella fa un buon lavoro, considerando la potenza limitata e anche le gomme di serie offrono una performance più che sufficiente.
Vale la pena comprare lo Yuk? Dipende, ovviamente, da cosa si cerca. Ma se avete 2.000 euro, una patente A o B e stavate pensando a uno scooter economico da usare tutti i giorni senza troppe apprensioni (non crediamo sia ambitissimo dai ladri...), questo ruote alte cinese fa al caso vostro.
Axy Yuk 125: la rivincita dei cloni
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