Moto & Scooter
Novegro 2006: edizione di novembre
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Una rassegna in piena forma, quella autunnale, con alta affluenza di pubblico. Tema centrale della retrospettiva, nel 60° anniversario di questo scooter, il Vespa Club Milano e la sua storia. Presente la FIM: obiettivo, più spazio ai registri storici. Una
di Emanuele Vertemati
Una panoramica degli stand a Novegro
Gli ingredienti c’erano tutti. A novembre il mercatino di Novegro si presenta puntuale con i tratti caratteristici dell’edizione più ricca e completa.
Seicentotrentanove espositori, migliaia le persone su è giù per le “vasche” tradizionalmente affogate nel fango, con un particolare affollamento il sabato (forse complice il blocco stradale della domenica), giorno tradizionalmente più frequentato dagli addetti ai lavori.
Una panoramica degli stand a Novegro
Gli ingredienti c’erano tutti. A novembre il mercatino di Novegro si presenta puntuale con i tratti caratteristici dell’edizione più ricca e completa.
Seicentotrentanove espositori, migliaia le persone su è giù per le “vasche” tradizionalmente affogate nel fango, con un particolare affollamento il sabato (forse complice il blocco stradale della domenica), giorno tradizionalmente più frequentato dagli addetti ai lavori.
Ma si comincia già il venerdì a comprare e vendere.
Tanti stranieri: tedeschi, francesi e dall’est europeo.
E tanta la “mercanzia” di ogni tipo, il rottame, il pezzo rifatto, l’accessorio da scovare nella palta, l’adesivo, il cucisivo, il gommino, il parafango, l’abbigliamento usato, la moto completa dal prezzo proibitivo, più o meno unica, esclusiva.
A condire il tutto quel puzzo di salamella unta, fumante, particolarmente esagerato stavolta, che ti fa sentire a casa, che ti fa pensare che in qualche quadrilatero di “rumenta” prima o poi ti trovi a comprare qualcosa. Che ti serva o no.
E, a proposito di prezzi, quando la roba è buona la paghi, in assoluto: poi, se ti accontenti, puoi sempre spuntare qualche affare, con pazienza. Dipende dal tuo giudizio, dalla valutazione che fai.
Nel padiglione centrale, poi, spazio per un tema, una marca, un modello particolare destinato a scrivere pezzi di storia motociclistica all’insegna dell’amarcord più totale.
E’ stato così in passato per le Mv Agusta, le Harley, le moto italiane oltre 750 degli anni ’70, le Cz da cross di Falta e De Coster, le giapponesi classiche.
Questa volta è toccato alla Vespa, nel sessantesimo anniversario dalla sua creazione, celebrata dal volume dell’instancabile Giorgio Sarti “Vespa 1946-2006 – 60 anni della Vespa”, pubblicato come sempre da Giorgio Nada editore (www.giorgionadaeditore.it).
Uno spaccato significativo del più celebre degli scooter era rappresentato dal Vespa Club Milano, 56 anni di attività instancabile tra raduni, gare di regolarità, turismo e collezionismo.
Il sodalizio milanese nasce infatti il 10 gennaio del 1950, anche se è dell’anno prima la costituzione del “Gruppo Vespisti Milanesi”, sezione nata all’interno del Moto Club Lombardo.
Una pattuglia già impegnata in attività radunistica di un certo livello. “Qui a Novegro abbiamo suddiviso in tre momenti di sintesi la nostra storia – spiega Alberto Mascheroni, consigliere del Vespa Club Milano - Gli inizi, con la Vespa 98 del 1946, nella 1°, 2° e 4° serie; l’aspetto sportivo, perché siamo tra i club più titolati per i risultati ottenuti, con la 90 SS, e la tradizione radunistica con alcuni esemplari, tra cui la prima 150 prodotta in serie e la prima Vespa con ruote da 10 pollici, la Gs del 1955”.
Tornando alla prima, la 98 del 1946, occorre inquadrare il periodo in cui nasce: la ricostruzione dopo il conflitto bellico, la conversione della produzione bellica in civile, la mancanza di un sistema di trasporti pubblico, la spinta alla diffusione di quello individuale.
Ci vuole un veicolo a basso costo. Il 23 aprile del 1946, all’ufficio brevetti di Firenze, la Piaggio deposita il brevetto che sancisce la nascita ufficiale della Vespa.
“La prima serie esposta – continua Mascheroni – è la numero 1140, ma bisogna ricordare che partivano dal numero 1000. Quindi, si tratta della numero 140. Le prime 50 furono prodotte inizialmente in uno stabilimento a Biella. La prima fu costruita a mano, con i cofani laterali modellati sulla scocca. E anche le materie prime erano scarse, venivano realizzate con quel che si aveva a disposizione. La seconda serie, sempre del 1946, ha già il telaio in lamiera stampata”.
Pochi anni dopo, nel 1956, la Vespa ormai ha raggiunto il milione di esemplari prodotti, e l’attività agonistica ha ormai raggiunto il pieno della maturazione. E dei risultati.
La Vespa in festa
Le cronache registrano, infatti, un mix considerevole di presenze in manifestazioni e tipologie di gare molto di moda, che qui è impossibile raccontare completamente.
Il vespa Club Milano cresce di pari passo alla diffusione sempre più marcata dello scooter, e partecipa a tutte le manifestazioni del mondo vespistico: audax di regolarità, gare a tappe come il “Giro dei Tre Mari” e anche la partecipazione a una Sei giorni internazionale di regolarità a Varese, nel 1951. “Nel 1955 Arduino Sturaro – ricorda Mascheroni – oggi 80enne, raggiunge Copenaghen da Milano con la Gs 150 senza fermarsi (rifornimenti a parte) e senza alcun intervento di manutenzione, visto che il cofano era piombato”. Un’ottima occasione per la Piaggio per dimostrare l’affidabilità del mezzo e per farsi la giusta pubblicità. Non a caso, l’azienda sponsorizza la spedizione, così come aveva fatto in tante altre occasioni. Oltre alla Gs 150, nello stand Vespa Club Milano era esposta anche una P 200 E del 1982, con all’attivo 83 mila km percorsi senza alcun intervento straordinario. “Un bell’esempio di cosa vuol dire turismo con la Vespa. – precisa Mascheroni - Questo veicolo, che appartiene a Marco Caloi, consigliere del nostro club, ha partecipato a oltre 200 raduni”.
Impossibile condensare, dunque, tutta la storia del Vespa Club Milano in poche righe. “Oggi il maggior raduno vespistico è l’Eurovespa, che noi abbiamo vinto quest’anno, a Torino, con la partecipazione di ben 56 soci”. Attualmente i soci sono oltre 300, continua l’attività agonistica di pari passo con quella radunistica e turistica. ”Vespa Club Milano è attivo più che mai - dice Mascheroni - e ha intenzione di proseguire con lo scopo principale di far divertire i nostri soci. Per il 2007 stiamo tentando di riorganizzare il raduno che si è svolto nel 2005, in occasione della Coppa Intereuropa, con tanto di giro in Vespa apprezzatissimo da tutti, a maggio”.
“Le Vespa 90 che abbiamo esposto stanno a ricordare la scuderia che Mario Carini sponsorizzava negli anni ‘70. Qui abbiamo messo due maglie commemorative dei risultati conseguiti nel 2000 e 2003. Sempre a proposito di Carini, personaggio di rilievo nella storia del nostro sodalizio, bisogna ricordare che nel 1970 il nostro club chiuse i battenti: la Piaggio non dava più soldi, le vendite calavano, ma è stato proprio Carini, presente nel club fin dalla sua fondazione, a continuare, organizzando buona parte delle gare inserite nel Campionato italiano di regolarità vespistica e fondando a metà degli anni ’80 il Registro Storico Vespa."
E a proposito di registri storici segnaliamo la presenza a Novegro della Federazione Motociclistica Italiana ( e tra gli stand, nella giornata di sabato, anche del suo presidente, Paolo Sesti) con il presidente della commissione Moto d’Epoca, Massimo Mita.
Una partecipazione, quella della FMI, che sarà incrementata nelle prossime edizioni della mostra scambio milanese, a partire da quella di febbraio 2007, con il coinvolgimento dei diversi registri storici di marca a sostegno delle attività svolte a favore dei soci.
Il vespa Club Milano cresce di pari passo alla diffusione sempre più marcata dello scooter, e partecipa a tutte le manifestazioni del mondo vespistico: audax di regolarità, gare a tappe come il “Giro dei Tre Mari” e anche la partecipazione a una Sei giorni internazionale di regolarità a Varese, nel 1951. “Nel 1955 Arduino Sturaro – ricorda Mascheroni – oggi 80enne, raggiunge Copenaghen da Milano con la Gs 150 senza fermarsi (rifornimenti a parte) e senza alcun intervento di manutenzione, visto che il cofano era piombato”. Un’ottima occasione per la Piaggio per dimostrare l’affidabilità del mezzo e per farsi la giusta pubblicità. Non a caso, l’azienda sponsorizza la spedizione, così come aveva fatto in tante altre occasioni. Oltre alla Gs 150, nello stand Vespa Club Milano era esposta anche una P 200 E del 1982, con all’attivo 83 mila km percorsi senza alcun intervento straordinario. “Un bell’esempio di cosa vuol dire turismo con la Vespa. – precisa Mascheroni - Questo veicolo, che appartiene a Marco Caloi, consigliere del nostro club, ha partecipato a oltre 200 raduni”.
Impossibile condensare, dunque, tutta la storia del Vespa Club Milano in poche righe. “Oggi il maggior raduno vespistico è l’Eurovespa, che noi abbiamo vinto quest’anno, a Torino, con la partecipazione di ben 56 soci”. Attualmente i soci sono oltre 300, continua l’attività agonistica di pari passo con quella radunistica e turistica. ”Vespa Club Milano è attivo più che mai - dice Mascheroni - e ha intenzione di proseguire con lo scopo principale di far divertire i nostri soci. Per il 2007 stiamo tentando di riorganizzare il raduno che si è svolto nel 2005, in occasione della Coppa Intereuropa, con tanto di giro in Vespa apprezzatissimo da tutti, a maggio”.
“Le Vespa 90 che abbiamo esposto stanno a ricordare la scuderia che Mario Carini sponsorizzava negli anni ‘70. Qui abbiamo messo due maglie commemorative dei risultati conseguiti nel 2000 e 2003. Sempre a proposito di Carini, personaggio di rilievo nella storia del nostro sodalizio, bisogna ricordare che nel 1970 il nostro club chiuse i battenti: la Piaggio non dava più soldi, le vendite calavano, ma è stato proprio Carini, presente nel club fin dalla sua fondazione, a continuare, organizzando buona parte delle gare inserite nel Campionato italiano di regolarità vespistica e fondando a metà degli anni ’80 il Registro Storico Vespa."
E a proposito di registri storici segnaliamo la presenza a Novegro della Federazione Motociclistica Italiana ( e tra gli stand, nella giornata di sabato, anche del suo presidente, Paolo Sesti) con il presidente della commissione Moto d’Epoca, Massimo Mita.
Una partecipazione, quella della FMI, che sarà incrementata nelle prossime edizioni della mostra scambio milanese, a partire da quella di febbraio 2007, con il coinvolgimento dei diversi registri storici di marca a sostegno delle attività svolte a favore dei soci.
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