Moto & Scooter
Anteprima Ducati 1098
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Motore ridisegnato per essere più potente, compatto e leggaro, estetica completamente rivoluzionata e ciclistica affinata nel solco della tradizione di Borgo Panigale, con il monumentale forcellone monobraccio a far sensazione
di Riccardo Capacchione
Ritornano riviste in chiave moderna alcune soluzioni estetiche più vicine alla 916/996 quali il doppio faro accoppiato in orizzontale ed i due terminali sottocodone
Più attesa di una superstar alla serata degli Oscar, sta per fare la sua grande entrata in scena al Salone di Milano la nuova Ducati 1.098, l’ammiraglia della serie Superbike della Casa di Borgo Panigale.
Ritornano riviste in chiave moderna alcune soluzioni estetiche più vicine alla 916/996 quali il doppio faro accoppiato in orizzontale ed i due terminali sottocodone
Più attesa di una superstar alla serata degli Oscar, sta per fare la sua grande entrata in scena al Salone di Milano la nuova Ducati 1.098, l’ammiraglia della serie Superbike della Casa di Borgo Panigale.
Perché tanta attesa?
I “malati” del Marchio ovviamente stanno fremendo ma anche chi al momento guida una Jap ma col cuore che batte al ritmo di bicilindrico, quasi spera in una moto finalmente azzeccata.
Perché diciamocelo, la 999 azzeccata, almeno nell’estetica, non lo era.
Barocca, e per certi versi sgraziata, la vecchia sportiva Ducati strizzava troppo l’occhio al design, per piacere ai puristi. Con quel modello si era un po’ persa di vista una procedura che nel corso degli anni ha generato alcune tra le più belle sportiva, italiane ovviamente.
Motore, telaio, sopensioni, ruote sono la base che conta, sopra la quale vanno sistemati pochi e indispensabili accessori, come serbatoio, carenatura (solo quel che serve, guardatevi la nuova RC 212 V 800 di Daniel Pedrosa…), disegnati per essere funzionali e, in ultimo, belli.
Era il miracolo della moto italiana, che dettava lo stile piuttosto che stupire con effetti speciali spesso mal riusciti, alla ricerca di una personalità ormai persa.
Sulla nuova Ducati si è esagerato poco, disegnando le forme, sì, ma con misura e il risultato ci pare ben riuscito, anche se il giudice ultimo rimane la marea di appassionati che l’aspettano al varco, tra gli stand del Salone e in futuro tra i cordoli delle pista e sugli asfalti dei passi di montagna.
Il telaio, ovviamente è a traliccio di tubi, maggiorati però nel diametro esterno e ridotti nello spessore, per aumentare la resistenza meccanica e diminuire al contempo il peso.
Dai primi dati diffusi il nuovo chassis peserà 0,5 kg in meno del vecchio, e non è poco.
Alla struttura principale si collega un forcellone monumentale, scatolato in alluminio (lamiere stampate saldate tra loro e unite a una parte fusa nella zona di attacco al telaio): quasi a contrastare l’aspetto davvero mesto del componente in alluminio pressofuso della 999 “base”. Bellissimo, anche se il notevole sviluppo verticale lo fa sembrare un po’ corto e tozzo.
All’interno della gabbia di tubi del telaio è imbrigliata tutta la cattiveria dei due cilindri bolognesi. Nuove testate più compatte che hanno presumibilmente implicato una nuova dislocazione dei supporti degli alberi a camme per compattare tutto.
Basti osservare i coperchi delle valvole che sul nuovo motore seguono quasi a filo il perimetro dei boccioli delle camme.
Tali coperchi si serrano ora con sole 4 viti e non con 6 (meno peso!), mentre la fusione delle testate si allunga molto nella zona dei collettori di aspirazione, limitando al minimo l’altezza del raccordo gommato.
Molti sensori sono stati riposizionati e bisognerebbe vedere la configurazione definitiva per capire come sarà sistemato il termostato e il distributore del liquido refrigerante, prima posizionati sul fianco sinistro del cilindro anteriore.
Anche grazie al nuovo sistema di alimentazione con corpi farfallati ellittici, questo motore eroga 160 CV, pesando circa 5 kg in meno rispetto a quello vecchio, a detta dei tecnici Ducati.
Il peso totale della moto dichiarato è di 173 kg, davvero contenuto per una sportiva stradale.
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