Moto & Scooter
Vallelunga intitolata a Piero Taruffi
Pagina principale
Nel giorno del centenario della nascita del pilota-ingegnere romano, l'ACI gli ha dedicatol'autodromo che lui stesso ha progettato oltre mezzo secolo fa. Alla cerimonia erano presenti la moglie di Taruffi, Isabella, e la figlia Prisca
Nel giorno del centenario della nascita del pilota-ingegnere romano, l'ACI gli ha dedicatol'autodromo che lui stesso ha progettato oltre mezzo secolo fa. Alla cerimonia erano presenti la moglie di Taruffi, Isabella, e la figlia Prisca
di Riccardo Matesic
Isabella Taruffi e il presidente dell'ACI Franco Lucchesi a Vallelunga
?Autodromo Vallelunga Piero Taruffi?.
di Riccardo Matesic
Isabella Taruffi e il presidente dell'ACI Franco Lucchesi a Vallelunga
?Autodromo Vallelunga Piero Taruffi?.
Da oggi il nome ufficiale dell'autodromo romano è questo, in omaggio al grande pilota romano di auto e moto, nonché ingegnere e recordman, di cui proprio il 12 ottobre è ricorso il centenario della nascita.
Piero Taruffi, nato ad Albano Laziale, è stato una leggenda dello sport motoristico, avendo vinto sia con le due ruote che con le quattro, fino ad arrivare alla Formula Uno. Ed è stato anche colui che ha disegnato l'autodromo romano, nel 1957, l'anno del suo ritiro dalle corse, quando il vecchio proprietario decise di trasformare l'originario ippodromo in impianto automotociclistico.
Taruffi disegnò il primo tracciato, e progettò anche il successivo allungamento con la curva dei Cimini, realizzato sei anni dopo. Fece in tempo anche a correrci, sebbene si fosse ritirato dalle competizioni, perché si concedette una gara di Economy run, che ovviamente vinse. In seguito progettò Suzuka e Misano.
Il suo impegno però andò oltre le competizioni e gli autodromi, visto che smessi i panni del pilota si dedicò anima e corpo alla sicurezza stradale. Già in gara del resto, come ha ricordato la figlia Prisca, era stato il primo a indossare il casco rigido e a farsi ancorare al sedile con delle briglie da cavallo, quando ancora non esistevano le cinture di sicurezza. Successivamente inventò quello che oggi viene chiamato test dell'alce, per misurare la tendenza al capottamento delle automobili.
?È stato una parte fondamentale della nostra gioventù e della storia dello sport motoristico - ha detto Franco Lucchesi, il presidente dell'ACI, poco prima di scoprire la targa insieme alla moglie di Taruffi, Isabella - un uomo che ha segnato positivamente un periodo. Una persona corretta, un gentleman dello sport. Si è anche impegnato molto per la sicurezza. Per questo abbiamo deciso di intitolare a lui il nostro autodromo, perché crediamo sia giusto celebrarlo e richiamarsi in qualche modo ai suoi insegnamenti?.
Piero Taruffi, nato ad Albano Laziale, è stato una leggenda dello sport motoristico, avendo vinto sia con le due ruote che con le quattro, fino ad arrivare alla Formula Uno. Ed è stato anche colui che ha disegnato l'autodromo romano, nel 1957, l'anno del suo ritiro dalle corse, quando il vecchio proprietario decise di trasformare l'originario ippodromo in impianto automotociclistico.
Taruffi disegnò il primo tracciato, e progettò anche il successivo allungamento con la curva dei Cimini, realizzato sei anni dopo. Fece in tempo anche a correrci, sebbene si fosse ritirato dalle competizioni, perché si concedette una gara di Economy run, che ovviamente vinse. In seguito progettò Suzuka e Misano.
Il suo impegno però andò oltre le competizioni e gli autodromi, visto che smessi i panni del pilota si dedicò anima e corpo alla sicurezza stradale. Già in gara del resto, come ha ricordato la figlia Prisca, era stato il primo a indossare il casco rigido e a farsi ancorare al sedile con delle briglie da cavallo, quando ancora non esistevano le cinture di sicurezza. Successivamente inventò quello che oggi viene chiamato test dell'alce, per misurare la tendenza al capottamento delle automobili.
?È stato una parte fondamentale della nostra gioventù e della storia dello sport motoristico - ha detto Franco Lucchesi, il presidente dell'ACI, poco prima di scoprire la targa insieme alla moglie di Taruffi, Isabella - un uomo che ha segnato positivamente un periodo. Una persona corretta, un gentleman dello sport. Si è anche impegnato molto per la sicurezza. Per questo abbiamo deciso di intitolare a lui il nostro autodromo, perché crediamo sia giusto celebrarlo e richiamarsi in qualche modo ai suoi insegnamenti?.
Galleria fotografica