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Suzuki: le novità del 2007

il 22/09/2006 in Moto & Scooter

Prima occhiata a Parigi di una GSX-R 1000 ancora più potente e con tre mappature dell'iniezione selezionabili al manubrio, della versione definitiva della muscle-naked B-King 1300, di due Bandit raffreddate a liquido e della serie piccola del Burgman rive

Suzuki: le novità del 2007
Col doppio scarico la GSX-R 2000 è ora omologata Euro 3, ma si appesantisce di 6 kg



Missione compiuta per il K5, ecco in arrivo il K7. Già perché dopo un titolo mondiale SBK nel 2005 con Troy Corser ed il freschissimo titolo nel Mondiale Endurance (con il Suzuki Catrol Team) l’attuale versione della 1000 di Hamamatsu va in pensione per lasciar spazio ad un’erede altrettanto agguerrita.
Una nuova GSX-R che sicuramente si prefigge degli obiettivi altrettanto ambiziosi, almeno a giudicare dalle specifiche tecniche di questa moto che, di fatto, si presenta completamente nuova per quanto molto simile all’attuale nell’estetica.

Le novità Suzuki per il 2007. Erano quelle che vi aspettavate? Dite la vostra sul forum, per partecipare clicca qui!


Non c’è comparto in cui i tecnici Suzuki non abbiano messo pesantemente mano: segnatamente nel propulsore che riceve tutta una serie di migliorie volte ad aumentare potenza e “sfruttabilità” di questa ipersportiva. Il quattro cilindri non viene snaturato nel suo progetto fondamentale: la base è dunque identica all’attuale unità, forte di 999 cc dati da misure di alesaggio per corsa pari a73,9x59 mm.



Cambiano invece alcuni dettagli importanti: le valvole ora sono in titanio, e la testata riceve qualche significativa modifica nella dimensione dei condotti che vengono leggermente allargati. A livello di iniezione si segnala l’adozione di nuove unità a 12 microfori mentre il comparto trasmissione riceve la pompa della frizione radiale.
Se tutto questo non placa la vostra voglia di novità eccovi il piatto forte di questa nuova ”Gixxer”: la centralina è completamente rivista e presenta per la prima volta su una moto di serie, la possibilità di cambiare “in corsa” la mappatura del motore.
Tramite uno switch si possono operare ben tre scelte per altrettanti livelli di potenza. Una soluzione sicuramente affascinante e che non vediamo l’ora di provare.

Elettronica anche per l’ammortizzatore di sterzo che è controllato dalla centralina (una soluzione già sperimentata da Honda con la CBR1000) Tutta nuova anche la ciclistica, con un telaio realizzato in parti pressofuse secondo un progetto volto alla ricerca del massimo accentramento delle masse delle masse. Le sospensioni ora presentano la doppia regolazione idraulica alte/basse velocità.
Molte rivisitazioni anche nell’estetica tra le quali balza all’occhio il doppio scarico. Una soluzione, quella del 4 in 2, che per anni è stata cara alla vecchia GSX-R 1100: oggi torna più in ossequio all’omologazione Euro 3 che ha obbligato i tecnici ad uno scarico in grado di ospitare il catalizzatore a tre vie.
L’impatto estetico farà sicuramente discutere, ma chi non apprezzasse questa soluzione si potrà sicuramente consolare pensando che, secondo i tecnici, questo 4 in 2 abbassa il baricentro e bilancia meglio la moto.

Insomma, di che trasformare le sessioni di prove libere in veri e propri Gran Premi: c’è di che perdersi nelle decine di possibilità di regolazione da te da questa moto che mira a mantenere lo scettro di regina e che molto probabilmente farà scorrere fiumi di inchiostro sui giornali e “quintali” di ASCII sui forum di discussione a tema motociclistico alla ricerca del “setting perfetto”.
A questo punto però un’obiezione in Suzuki se la meritano: dopo tutto quello che hanno messo sulla nuova GSX-R 1000 potevano fare un piccolo sforzo e mettere anche la telemetria…

Una svolta epocale e non solo per questo modello: la casa di Hamamatsu a Parigi ha presentato le nuove Bandit 650 e 1200 con le quali ha definitivamente mandato in pensione il leggendario quattro cilindri SACS.
Onore all’indistruttibile aria-olio, che dopo 20 anni di carriera e tanti successi nelle competizioni abbandona anche il suo ultimo incarico lasciando il posto ad una più moderna unità raffreddata a liquido ed alimentata tramite iniezione elettronica a doppia farfalla.
Confermata nel suo insieme l’estetica che in entrambe le versioni (nuda e semicarenata) rappresenta un modello trasversale in grado di accontentare sia il neofita sia il mototurista più esperto grazie alle due cilindrate disponibili.



La 650 mantiene le stesse misure vitali della precedente versione (alesaggio x corsa: 65,5x 48,6 mm) e non cambiano anche gli altri fondamentali quali la distribuzione bialbero in testa comandata da catena centrale.
Il “Banditone”, invece, riceve qualche cc in più grazie ad un aumento della corsa di 5 mm toccando quota 1.250 cc: una modifica volta ad offrire ancora più coppia ai bassi ed ai medi regimi. Rinnovato il telaio che con tubi di maggior diametro in grado di offrire una maggior rigidità torsionale; tutte queste moto si potranno avere con i freni dotati di ABS.



Per entrambe dimensioni più contenute e la possibilità di cucirsi addosso la miglio posizione di guida grazie alle molteplici regolazioni di manubrio e sella.
Si tratta dunque di un modello completamente rinnovato che conferma la sua vocazione di moto “di sostanza”.
E questo anche nel prezzo che, come da tradizione per la Bandit, si annuncia contenuto.
I dati di potenza e coppia non sono stati dichiarati al contrario dell’omologazione anti-inquinamento che ora soddisfa i parametri Euro 3.



Quando la parola d'ordine è "esagerare", raramente ad Hamamatsu si tirano indietro. Chiaramente non l'anno fatto con la maxinuda B-King, proposta estrema da tutti i punti di vista. Nella sua versione originale, quella che si vide anni fa al salone di Tokyo, la suzukona pareva scaturita dalla matita di Katsuhiro Otomo, l'autore del manga postatomico Akira. Non che sia molto cambiata, anzi, ma sembra più che altro una GSR al nandrolone. Il motore è sempre il quattro cilindri 1.300 della Hayabusa (il prototipo era dotato di turbina), ma non sono dichiarati i dati di potenza e coppia, così come restano top secret tutti i dati fondamentali (ad esempio il peso, che dovrebbe essere da maxi: ipotizzabili almeno 220 kg a secco).



Da vicino quel che più impressiona sono proprio le dimensioni, anche e soprattutto quelle degli scarichi, lunghissimi (che letteralmente escono dal codone). Altri particolari notevoli sono il forcellone da supersportiva, la forcella completamente regolabile, le pinze (Nissin, sul prototipo erano Brembo) ad attacco radiale e la chiave di accensione posta sul serbatoio.

La serie piccola del ruote basse Suzuki non è mai riuscita ad attecchire sul mercato quanto il best-seller 400. Pochi mesi fa quest'ultimo è stato rinnovato per tornare a dominare il suo segmento di mercato e la stessa sorte - sperano in Suzuki - toccherà ai Burgman più piccoli (che ora somigliano molto di più al fratello maggiore) dopo il restyling.



Le novità di maggior portata arrivano dall'introduzione del 200 cc, che sostituirà il 150, e dall'adozione dell'iniezione elettronica (entrambe le versioni sono omologate Euro 3).
Miglioramenti anche sul piano della funzionalità, con un vano sottosella in grado di ospitare due caschi integrali.

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Col doppio scarico la GSX-R 2000 è ora omologata Euro 3, ma si appesantisce di 6 kg

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