Moto & Scooter
Travo 2006, un tuffo nel passato
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Sulle rive del Trebbia, nel Piacentino, la nostalgia del passato raduna oltre 200 appassionati della regolarità d’epoca, nella cornice del Raduno Hercules & Mazzilli
di Emanuele Vertemati
Alcuni esemplari rarissimi della produzione Mazzilli
Un tripudio di pezzi rari tra Mazzilli, Hercules, Zundapp e altre marche, italiane e straniere, a far da cornice a una riuscitissima cavalcata d’epoca con oltre 200 iscritti. Roba per palati fini, per appassionati seri e amatori oltre modo curiosi. Basti solo pensare che della storica produzione Mazzilli, limitata a poche centinaia di pezzi, domenica, in riva al Trebbia, a Travo (Pc), ce n’erano esposte ben 26.
Alcuni esemplari rarissimi della produzione Mazzilli
Un tripudio di pezzi rari tra Mazzilli, Hercules, Zundapp e altre marche, italiane e straniere, a far da cornice a una riuscitissima cavalcata d’epoca con oltre 200 iscritti. Roba per palati fini, per appassionati seri e amatori oltre modo curiosi. Basti solo pensare che della storica produzione Mazzilli, limitata a poche centinaia di pezzi, domenica, in riva al Trebbia, a Travo (Pc), ce n’erano esposte ben 26.
Moto che si vedono raramente, esempio di una storia motociclistica da pionieri, di un’epoca in cui chi costruiva provava direttamente le moto in gara e iniziava a produrle per sé stesso e pochi amici. Come è stato per Giorgio Mazzilli, costruttore milanese: alla fine del 1969 il suo primo prototipo, equipaggiato con un motore Maico in configurazione cross.
Stanco di vedere moto troppo stradali nelle gare di regolarità, decise di realizzarsele da solo. Risalgono agli inizi del 1970 i primi 5 esemplari con motori Sachs di 100 e 125 cc destinati a lui stesso e ad amici-piloti (Toso, Picozzi, Galli). E’ il raduno Hercules, giunto alla 15° edizione, impreziosito quest’anno dalla prima uscita ufficiale de registro storico Mazzilli, oltre che da una discreta presenza di modelli Zundapp. Tra queste “nobili” rappresentanti nate tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, oltre 200 appassionati con tanti altri pezzi a rappresentare la produzione, a volte poco più che artigianale, di quell’epoca: Swm, Maico, Gilera, Ktm, Ancillotti, Gori, Puch (con Alessandro Gritti su un 175), Dkw e Aspes.
Insomma, basta avere due ammortizzatori e si è della combriccola. Tutti gli altri erano esclusi, anche se non sono mancati i “fuorilegge” con moto moderne, giusto perché si trattava di debuttanti da avviare al “giro” per intercessione dei soliti ben introdotti. Ma tant’è, c’è spazio per tutti, in queste occasioni dove la convivialità, i sorrisi, la nostalgia dei tempi andati fanno dimenticare, almeno per una domenica, polemiche e discussioni presenti quando, invece, è il cronometro a dettare legge.
Organizzatori dell’evento Roberto Biza e Marcello Grigorov, artefici dei registri storici Hercules (www.registrohercules.org) e Zundapp (www.registrozundapp.org ), che hanno raccolto per l’occasione la consueta iscrizione – offerta destinata in beneficenza ai bambini residenti nel comune piacentino.
Una giornata all’insegna della “smanettata” libera su percorsi bellissimi, difficili il giusto, tra sottobosco, mulattiere sassose e discese da mettere alla prova impianti frenanti non sempre all’altezza. Come per un appassionato belga, trovato dal nostro obiettivo a raffreddare i tamburi del suo Rond Sachs 50 in riva a un torrentello. Così, mentre gli oltre 200 partecipanti si mettevano alla prova sulle colline piacentine, i “preziosissimi” Mazzilli rimanevano nel piazzale del centro sportivo di Travo a ricordare i fasti di un’epoca che continua a rivivere in queste occasioni impedibili. Dove l’età è abbondamentemente sopra gli “anta” e se solo hai qualche anno in meno è perché da piccolo ti rosolavi nell’invida vedendo tuo fratello o il cugino fortunato scorazzare su e giù per i campetti polverosi di provincia. Domenica, in riva al Trebbia, c’era appunto la nostalgia di quei tempi, anche se oggi, a giudicare dai pezzi in giro, passione, competenza e dedizione verso il proprio “ferro” restano inalterate al passare degli anni. Una festa, insomma, un vero e proprio happening della moto fuoristrada rigorosamente con freni a tamburo, ma anche un’occasione per scambiarsi informazioni su tecnica, restauri e iniziative dei vari registri storici. Perché, nonostante gli “anta”, non si smette mai di giocare, quando sotto il sedere scalpita quel motorino fumoso e pieno di vibrazioni che agitava le nostre notti da adolescenti.
Stanco di vedere moto troppo stradali nelle gare di regolarità, decise di realizzarsele da solo. Risalgono agli inizi del 1970 i primi 5 esemplari con motori Sachs di 100 e 125 cc destinati a lui stesso e ad amici-piloti (Toso, Picozzi, Galli). E’ il raduno Hercules, giunto alla 15° edizione, impreziosito quest’anno dalla prima uscita ufficiale de registro storico Mazzilli, oltre che da una discreta presenza di modelli Zundapp. Tra queste “nobili” rappresentanti nate tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, oltre 200 appassionati con tanti altri pezzi a rappresentare la produzione, a volte poco più che artigianale, di quell’epoca: Swm, Maico, Gilera, Ktm, Ancillotti, Gori, Puch (con Alessandro Gritti su un 175), Dkw e Aspes.
Insomma, basta avere due ammortizzatori e si è della combriccola. Tutti gli altri erano esclusi, anche se non sono mancati i “fuorilegge” con moto moderne, giusto perché si trattava di debuttanti da avviare al “giro” per intercessione dei soliti ben introdotti. Ma tant’è, c’è spazio per tutti, in queste occasioni dove la convivialità, i sorrisi, la nostalgia dei tempi andati fanno dimenticare, almeno per una domenica, polemiche e discussioni presenti quando, invece, è il cronometro a dettare legge.
Organizzatori dell’evento Roberto Biza e Marcello Grigorov, artefici dei registri storici Hercules (www.registrohercules.org) e Zundapp (www.registrozundapp.org ), che hanno raccolto per l’occasione la consueta iscrizione – offerta destinata in beneficenza ai bambini residenti nel comune piacentino.
Una giornata all’insegna della “smanettata” libera su percorsi bellissimi, difficili il giusto, tra sottobosco, mulattiere sassose e discese da mettere alla prova impianti frenanti non sempre all’altezza. Come per un appassionato belga, trovato dal nostro obiettivo a raffreddare i tamburi del suo Rond Sachs 50 in riva a un torrentello. Così, mentre gli oltre 200 partecipanti si mettevano alla prova sulle colline piacentine, i “preziosissimi” Mazzilli rimanevano nel piazzale del centro sportivo di Travo a ricordare i fasti di un’epoca che continua a rivivere in queste occasioni impedibili. Dove l’età è abbondamentemente sopra gli “anta” e se solo hai qualche anno in meno è perché da piccolo ti rosolavi nell’invida vedendo tuo fratello o il cugino fortunato scorazzare su e giù per i campetti polverosi di provincia. Domenica, in riva al Trebbia, c’era appunto la nostalgia di quei tempi, anche se oggi, a giudicare dai pezzi in giro, passione, competenza e dedizione verso il proprio “ferro” restano inalterate al passare degli anni. Una festa, insomma, un vero e proprio happening della moto fuoristrada rigorosamente con freni a tamburo, ma anche un’occasione per scambiarsi informazioni su tecnica, restauri e iniziative dei vari registri storici. Perché, nonostante gli “anta”, non si smette mai di giocare, quando sotto il sedere scalpita quel motorino fumoso e pieno di vibrazioni che agitava le nostre notti da adolescenti.
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