Moto & Scooter
Un ricordo di Keith Duckworth
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Il progettista inglese, scomparso il 19 dicembre 2005 è stato, assieme a Mike Costin, il fondatore della Cosworth e padre del motore con cui la Norton vinse a Daytona. Aveva ricoperto anche la carica di consulente per la Triumph
Il progettista inglese, recentemente scomparso, fondò insieme a Mike Costin la Cosworth e fu padre del motore con cui la Norton vinse a Daytona. Aveva ricoperto anche la carica di consulente per la Triumph
traduzione di Lorenzo Miniati
Il 23 febbraio 2006 nella chiesa di Tutti i Santi di Northampton si è celebrato il servizio funebre in onore del grande tecnico britannico Keith Duckworth, scomparso il 19 dicembre 2005, all?età di 72 anni. Il mondo dell?industria motoristica ha perso con lui una delle sue figure più grandi. Insieme al suo amico e collega Mike Costin, infatti, Duckworth ha fondato nel 1958 la Cosworth Engineering, guidando l?azienda verso importanti traguardi a livello internazionale nel campo dell?ingegneria applicata ai motori ad alte prestazioni. Fu Duckworth a progettare il famoso V8 da Formula 1 denominato DFV (che, con le sue 155 vittorie nei GP, sulle varie macchine sulle quali è stato montato tra il 1967 e il 1977, rappresenta il propulsore di maggior successo della storia della F1), oltre a molti altre unità di successo, compreso il bicilindrico che equipaggiava la Norton Challenge vincitrice della Battle of the Twins di Daytona. Negli ultimi 10 anni, poi, Duckworth era stato consulente per lo sviluppo motori della Triumph.
Nato a Blackburn, nel Lancashire, il 10 Agosto del 1933, in una famiglia con una forte tradizione nell?industria tessile del cotone, Keith Duckworth era già noto come giovane brillante progettista nel 1957, quando iniziò a lavorare per la Lotus, a Nord di Londra, alla corte di Colin Chapman come capo dello sviluppo motori, dopo aver completato i suoi studi di ingegneria presso il London Imperial College.
Ed è proprio all?interno della Lotus che Keith incontra Mike Costin, con il quale instaura una proficua amicizia che li porterà, nel 1959, a fondare la Cosworth. Ed è nel retro di un pub chiamato ?La Taverna della Ferrovia? che Duckworth progetta il suo primo motore da Formula Junior, sviluppato sulla base di un?unità Ford, che di lì a poco stabilirà nuovi riferimenti, vincendo centinaia di gare, molte delle quali, manco a farlo a posta, a ?bordo? di vetture Lotus.
Dopo tutto questo, l?espansione del marchio Cosworth fu molto rapida, tanto che si dovette trasferire la sede a Northampton nel 1964, dove è situata tutt?ora sotto la proprietà americana della Champ Car di Kevin Kalkhoven e Gerald Forsythe.
Ma è nel 1965 che dalla collaborazione con Ford nascono due unità destinate a far parlare di sé, il 4 cilindri FVA da Formula 2 e il V8 DFV da 3.000 cc di cilindrata per la Formula 1, dove Duckworth applica alla perfezione soluzioni quali le 4 valvole per cilindro e il doppio albero a camme in testa con angolo compreso tra le valvole di piccola entità, che in seguito diventeranno dei veri e propri standard per i motori ad alte prestazioni di auto e moto.
traduzione di Lorenzo Miniati
Il 23 febbraio 2006 nella chiesa di Tutti i Santi di Northampton si è celebrato il servizio funebre in onore del grande tecnico britannico Keith Duckworth, scomparso il 19 dicembre 2005, all?età di 72 anni. Il mondo dell?industria motoristica ha perso con lui una delle sue figure più grandi. Insieme al suo amico e collega Mike Costin, infatti, Duckworth ha fondato nel 1958 la Cosworth Engineering, guidando l?azienda verso importanti traguardi a livello internazionale nel campo dell?ingegneria applicata ai motori ad alte prestazioni. Fu Duckworth a progettare il famoso V8 da Formula 1 denominato DFV (che, con le sue 155 vittorie nei GP, sulle varie macchine sulle quali è stato montato tra il 1967 e il 1977, rappresenta il propulsore di maggior successo della storia della F1), oltre a molti altre unità di successo, compreso il bicilindrico che equipaggiava la Norton Challenge vincitrice della Battle of the Twins di Daytona. Negli ultimi 10 anni, poi, Duckworth era stato consulente per lo sviluppo motori della Triumph.
Nato a Blackburn, nel Lancashire, il 10 Agosto del 1933, in una famiglia con una forte tradizione nell?industria tessile del cotone, Keith Duckworth era già noto come giovane brillante progettista nel 1957, quando iniziò a lavorare per la Lotus, a Nord di Londra, alla corte di Colin Chapman come capo dello sviluppo motori, dopo aver completato i suoi studi di ingegneria presso il London Imperial College.
Ed è proprio all?interno della Lotus che Keith incontra Mike Costin, con il quale instaura una proficua amicizia che li porterà, nel 1959, a fondare la Cosworth. Ed è nel retro di un pub chiamato ?La Taverna della Ferrovia? che Duckworth progetta il suo primo motore da Formula Junior, sviluppato sulla base di un?unità Ford, che di lì a poco stabilirà nuovi riferimenti, vincendo centinaia di gare, molte delle quali, manco a farlo a posta, a ?bordo? di vetture Lotus.
Dopo tutto questo, l?espansione del marchio Cosworth fu molto rapida, tanto che si dovette trasferire la sede a Northampton nel 1964, dove è situata tutt?ora sotto la proprietà americana della Champ Car di Kevin Kalkhoven e Gerald Forsythe.
Ma è nel 1965 che dalla collaborazione con Ford nascono due unità destinate a far parlare di sé, il 4 cilindri FVA da Formula 2 e il V8 DFV da 3.000 cc di cilindrata per la Formula 1, dove Duckworth applica alla perfezione soluzioni quali le 4 valvole per cilindro e il doppio albero a camme in testa con angolo compreso tra le valvole di piccola entità, che in seguito diventeranno dei veri e propri standard per i motori ad alte prestazioni di auto e moto.
Dalle auto alle moto
Il primo progetto di Keith Duckworth riguardante un motore da moto risale alla metà degli anni Settanta, con l’avvento della Norton Challenge. Questo modello era spinto da un bicilindrico parallelo di 750 cc, con raffreddamento a liquido e 4 valvole per cilindro, che in pratica risultava “una metà” del famosissimo Cosworth BDA da Formula 2 di 1.600 cc. Il motore era inoltre montato all’interno del telaio in modo da risultare elemento stressato della struttura stessa, avendo il perno del forcellone infulcrato direttamente nel carter. La Norton Challenge è stata infatti la prima motocicletta a impiegare questa soluzione che oggi è ormai diventata di uso comune nella produzione di serie, soprattutto sulle Ducati.
Con l’obiettivo di rimpiazzare la vecchia generazione di bicilindrici paralleli raffreddati ad aria della serie Commando, la Challenge compì le prime (e per la verità non troppo fortunate) uscite nelle mani di Dave Croxford nel 1975. Un mese più tardi, però, lo sviluppo di questo progetto fu interrotto a causa della difficile situazione sindacale della fabbrica Triumph di Meriden legata al neo eletto governo laburista di Tony Benn. In pratica, negli stabilimenti Triumph si continuò a produrre solo la Bonneville e i rapporti tra Cosworth e il marchio inglese, di fatto, cessarono.
Dopo il 1980, l’azienda di Costin e Duckworth fu venduta alla United Engineering Industries, ma il secondo rimase comunque all’interno della dirigenza. A partire da quel momento, la Cosworth si è principalmente occupata della fornitura di motori ad alte prestazioni per Ford, Mercedes-Benz e General Motors, fino a quando Duckworth non si è ritirato a vita privata nella sua villa in collina, vicino a Northampton, dove ha comunque continuato a svolgere l’attività di consulente esterno.
Con l’obiettivo di rimpiazzare la vecchia generazione di bicilindrici paralleli raffreddati ad aria della serie Commando, la Challenge compì le prime (e per la verità non troppo fortunate) uscite nelle mani di Dave Croxford nel 1975. Un mese più tardi, però, lo sviluppo di questo progetto fu interrotto a causa della difficile situazione sindacale della fabbrica Triumph di Meriden legata al neo eletto governo laburista di Tony Benn. In pratica, negli stabilimenti Triumph si continuò a produrre solo la Bonneville e i rapporti tra Cosworth e il marchio inglese, di fatto, cessarono.
Dopo il 1980, l’azienda di Costin e Duckworth fu venduta alla United Engineering Industries, ma il secondo rimase comunque all’interno della dirigenza. A partire da quel momento, la Cosworth si è principalmente occupata della fornitura di motori ad alte prestazioni per Ford, Mercedes-Benz e General Motors, fino a quando Duckworth non si è ritirato a vita privata nella sua villa in collina, vicino a Northampton, dove ha comunque continuato a svolgere l’attività di consulente esterno.
Il suo contributo in Triumph
Ad ogni modo, la presenza di Cosworth nel mondo delle due ruote è stata comunque portata avanti da Bob Graves, uno dei direttori della United Engineering Industries, che ha fatto costruire una moto da corsa con il motore della Norton Challenge (da lui rinvenuto nelle cantine della fabbrica…) per farla correre nel campionato Pro Twins. Il primo a portarla in gara è stato il piccolo australiano Paul Lewis, mentre il più famoso è stato senza dubbio Roger Marshall. Ad ogni modo, quella moto con il motore vecchio di 10 anni è stata sviluppata dallo specialista Gary Flood e trasformata in un mezzo clamorosamente competitivo (nella foto a lato) che ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato il bisogno, la validità del progetto originale di Duckworth, battagliando con moto del calibro della Ducati 851, la Harley Davidson “Lucifer’s Hammer” e la Commonwealth Honda bicilindrica nella classe BoTT a Daytona, nel 1988, dove vinse per mano di Marshall. Duckworth non ha mai perso interesse per le novità in campo motoristico, e in occasione del rilancio del marchio Triumph sotto la guida di John Bloor, egli ne è diventato consulente, recandosi spesso presso la fabbrica di Hinckley. Keith ha insomma giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo dei modelli Triumph più recenti. “Era in grado di riassumere sempre i propri concetti in frasi incisive – spiega Stuart Wood, attuale capo tecnico del marchio Triumph – Duckworth aveva la grandissima capacità di stimolare le discussioni e ci ha aiutato ad adottare un nuovo approccio nella risoluzione dei problemi. E’ stato dunque molto prezioso per lo sviluppo dei nostri motori e ne sentiremo senz’altro la mancanza.”