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Cinema: The World's fastest Indian

il 28/02/2006 in Moto & Scooter

Finalmente arriva nelle sale il film sulla Indian più veloce che sia mai esistita: interprete d’eccezione Anthony Hopkins

Cinema: The World's fastest Indian
nella foto accanto

di Daniele Massari

: adesso il film “The World’s fastest Indian” è reale ed ha cominciato ad essere distribuito nelle sale ormai da un mese. In attesa che arrivi anche in Italia, vi diamo qualche anticipazione sulla pellicola, girata da Roger Donaldson e distribuita da IIF.
La storia e quella, appassionante e vera, di Burt Munro (nato nel 1899 e morto nel 1978), che in sella alla sua Indian visse un’avvincente carriera di pilota protrattasi per più di cinquant’anni sempre con la stessa moto, arrivando ad aggiudicarsi il record del mondo di velocità alla Speed Week del Bonneville Salt Lake alla fine degli anni Sessanta, con un passaggio a oltre 300 km/h.



Partito da Invercargill, ossia dalla parte opposta del mondo, la Nuova Zelanda, Burt () riuscì ad entrare nella leggenda nonostante un budget limitato e le numerose difficoltà incontrate.
La sua storia, che è parte integrante della cultura motociclistica neozelandese, è ora un film.

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Herbert (Burt) James Munro nacque nel 1889, ma sua madre morì di parto lasciandolo solo al mondo, e con una prognosi che, stando a quanto disse il medico, non lo avrebbe visto sopravvivere al secondo anno di età. Invece Burt sopravvisse ed all’età di 16 anni acquistò la sua prima motocicletta mentre ai  venti comprò la Indian Scout che lo avrebbe condotto ai numerosi record di velocità distribuiti lungo una carriera di più di cinquant’anni.
I circa 600cc (30c.i.) della Scout erano incastonati in una ciclistica (disegnata da Charles Franklin) che prevedeva il forcellone rigido posteriore ed una forcella springer all’avantreno, mentre la trasmissione della potenza avveniva attraverso un cambio a tre rapporti con comando manuale.
Gli esperimenti di Burt furono dettati dal tentativo di ottenere prestazioni sempre maggiori: cominciò tutto con la realizzazione artigianale di una testata a quattro valvole, che andò a sostituire quella a due valvole del modello di serie, mentre le altre modifiche al propulsore vennero effettuate utilizzando materiale acquistato di seconda mano e messo insieme con capacità ed inventiva.


Le tante storie che vengono raccontate a proposito di Burt, false, autentiche o esagerate che siano, contribuiscono a creare un profilo molto interessante, ma i suoi record testimoniano a conti fatti l’efficacia dei suoi metodi non convenzionali. Tutto iniziò con la vittoria del record Australiano di velocità Sidecar, con le 90 miglia orarie segnate a Inverloch Beach, Victoria. Fu il primo di una serie infinita di successi ottenuti tutti in sella allo stesso mezzo: tra essi, i più significativi sono quello del 1962, alla sua prima partecipazione alla Speed Week del Bonneville Salt Lake, quando segnò il nuovo record mondiale di 178,97 miglia orarie con un motore portato a 883cc (51 c.i.), e quello del 1967, quando con il motore portato a 950cc raggiunse le 183,59 milia orarie.
Dopo aver cavalcato la sua Indian per 57 anni, Burt si spense serenamente nel 1977, all’età di 88 anni. La sua era stata la Indian più veloce del mondo

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Burt e la sua Indian sul Bonneville Salt LakeBurt e la sua Indian sul Bonneville Salt Lake
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