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Moto & Scooter

La Triumph a gonfie vele

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La marca inglese stabilisce uno storico primato di vendite e fatturato, grazie ai nuovi modelli. Il boss della casa inglese, John Bloor, non può che essere soddisfatto…

Tiger (nella foto)
A differenza di quanto sta succedendo in Italia, dove Ducati ed MV Agusta vivono momenti di incertezza, in Gran Bretagna la Triumph va a gonfie vele, come confermano gli ultimi dati risalenti al 21 Novembre 2005. Il marchio inglese continua infatti a crescere con un aumento di fatturato pari al 42% rispetto al 2004 (225 milioni di dollari contro i 318 del 2005).
Le vendite dell’azienda posseduta al 100% dal magnate dell’edilizia John Bloor sono salite fino a quota 31.600, con un incredibile aumento del 40% negli Stati Uniti, del 43% in Francia e Svizzera e del 34% in Giappone, grazie a una gamma di prodotti sostanzialmente diversi dagli altri presenti sul mercato, o meglio “incomparabili”, come ama definirli il management Triumph.
Questi dati rappresentano una crescita del 29% rispetto alle vendite del 2004 (pari a 24.500 unità) e significano anche che l’azienda britannica è finalmente tornata a sorridere dopo che un disastroso incendio aveva completamente distrutto i suoi stabilimenti di Hinckley nel 2002, costringendola a sei mesi di forzata inattività.
La nostra crescita non è frutto dell’ingresso in un mercato diverso, più grande. – ha commentato il direttore commerciale Mantoni – La popolarità del marchio Triumph è cresciuta in modo omogeneo ed è motivo di soddisfazione da parte nostra vedere che in tutti i mercati dove siamo presenti ci sono stati risultati migliori rispetto allo scorso anno.”


La Speed Triple è sempre la moto di punta della Casa inglese

La nuova Speed Triple e la Sprint ST hanno avuto senz’altro un ruolo importante nell’aumento di vendite registrato nel 2005, al pari dell’elevato indice di gradimento che continua a riscuotere la Rocket III. A quanto pare, poi, le proiezioni dicono che le vendite aumenteranno ancora nei primi mesi del 2006 (con un incremento del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), dal momento che gran parte delle moto che verranno prodotte sono già state prenotate. “Immaginiamo di raggiungere le 40.000 unità prodotte nel 2006, - ha dichiarato Mantoniquindi un ulteriore 25% in più rispetto al 2005. Tuttavia, non credo onestamente che l’azienda continuerà a crescere in questo modo. Sono circa due anni che l’incremento si attesta su questa velocità e credo che le cose proseguiranno così per altri due. Ad ogni modo, ci sarà un momento in cui dovremo rallentare, perché il nostro obiettivo non è certo quello di costruire un milione di moto all’anno, né tanto meno 320.000! Il marchio Triumph deve continuare a produrre moto di prestigio in numero relativamente ridotto. E’ difficile stabilire esattamente quale sia questo numero, esso dipende dal bilanciamento tra la produzione necessaria per ottenere un profitto soddisfacente, con il quale sostenere le 130 persone che lavorano nel nostro reparto di Ricerca e Sviluppo, le quali a loro volta progettano le moto che piacciono a noi, vale a dire prodotti di nicchia e non di massa. La nostra è un’azienda relativamente piccola tra le case costruttrici di moto, pertanto credo che arriveremo a produrre circa 70-80.000 moto all’anno, senza comunque mai superare il tetto delle 100.000.

In termini di suddivisione delle vendite in base ai vari prodotti, Mantoni dice che il modello incide per il 15% sul totale delle vendite, anche se risulta ormai un po’ vecchio rispetto al resto della gamma, mentre il modello di punta è senza dubbio la Speed Triple, con ben 8.000 esemplari venduti, pari al 20% delle 40.000 unità prodotte nel 2005 dalla fabbrica inglese, mentre la Bonneville, considerando però tutte le varie versioni che la riguardano, totalizza il 25%, con circa 10.000 esemplari immatricolati. Chiude il cerchio la Rocket III che, al pari della Tiger, detiene una quota del 15% sul venduto, con 6.000 unità.
La nostra strategia consiste nel distinguere la nostra offerta, in modo da renderle facilmente riconoscibili. – spiega Mantoni – La caratterizzazione di una moto è un aspetto estremamente importante, come nel caso della Bonneville, ma è altrettanto fondamentale anche per una moto come la Speed Triple che ha appunto un motore a tre cilindri e non un bicilindrico.


La Bonneville con le sue varie versioni rappresenta il 25 % del fatturato dell'azienda

Prosegue Mantoni - Caratterizzazione non significa, comunque, soltanto patrimonio storico, ma anche motivo di distinzione nei confronti dei propri competitors. E’ per questo che in futuro intendiamo produrre soltanto moto a due e tre cilindri, perché sappiamo che è ciò che la gente si aspetta da noi. Penso inoltre che, nonostante vi siano stati solo piccoli cambiamenti all’interno della nostra gamma negli ultimi anni, questi siano stati molto importanti. Attraverso l’esclusione di alcuni modelli e l’introduzione di altri, infatti, abbiamo trasformato la nostra gamma in qualcosa che cercava di soddisfare una vasta tipologia di motociclisti, in qualcosa che, viceversa, cerca di incontrare i gusti e le esigenze di un pubblico ben preciso. Una volta accertato il fatto che non possiamo rivolgerci a tutti i potenziali clienti, insomma, abbiamo deciso di concentrare le nostre forze per rafforzare la nostra posizione in un singolo segmento di mercato.”
Tiger (nella foto)

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