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Per primi sulla 999 F06 SBK

il 06/12/2005 in Moto & Scooter

Unico sito internet, Motonline.com è stato scelto da Ducati per provare la 999 ufficiale di Lorenzo Lanzi, quella con cui il giovane piliota correrà il mondiale la prossima stagione. E' accaduto a Losail in concomitanza coi test della Superbike. Ed è stat

Per primi sulla 999 F06 SBK
La Ducati 999 F06

di Andrea Padovani, foto Alex Photo/Cervetti


Andrea Padovani sta per salire sulla 999 di Lanzi

Losail (Qatar) -
Allora, appena rientra Lorenzo scarichiamo la telemetria, cambiamo le gomme e poi tocca a te”. La voce, quella di Davide Tardozzi, team manager della squadra ufficiale Ducati Xerox, risuona imperiosa all’interno del box mentre all’esterno si sente l’eco dei motori spremuti al massimo sul rettilineo principale di Losail, in Qatar.


È Il terzo ed ultimo giorno di prove libere della Superbike in preparazione della stagione 2006. E noi di Motonline/Dueruote siamo presenti. Una presenza ingombrante visto che ci accingiamo a posare il nostro fondoschiena nientemeno che sulla moto guidata fino a qualche attimo prima da uno scatenato Lorenzo Lanzi. Cinque giri, tanto durerà il brivido, per cercare di capire cosa si prova ad essere un pilota ufficiale del più vittorioso team SBK.


I meccanici avviano lo strano marchingegno per mettere in movimento la ruota posteriore della 999 F06, un simpatico brusio da scooter che viene sovrastato immediatamente dal baritonale vocione del bicilindrico Desmo. La moto viene portata fuori dal box e il tecnico mi offre i due pregiati semimanubri. Lateralmente la rossa per eccellenza di Borgo Panigale dà l’impressione di essere molto lunga. Da sopra invece è solo molto alta di sella: non altrettanto marcato è il dislivello con le pedane. Lanzi non è proprio un gigante e ci ritroviamo praticamente con le ginocchia in bocca. Il piede scivola sotto la leva del cambio e con un colpetto verso l’alto inseriamo la prima. La frizione a secco, tipicamente da competizione, non aiuta una partenza dolce. Poco male, in un attimo ci ritroviamo a inserire in sequenza le prime marce senza mollare il gas: miracolo dell’elettronica… Seconda, terza, quarta, e il motore già comincia ad urlare.


Il bicilindrico comunque non rifiuta di girare pulito anche ai bassi regimi: basta solleticarlo un tantino però per scoprire che il meglio lo dà altrove, passati i 9.000 giri fino all’intervento del limitatore a quota 13.300 circa. Una vera furia in questo range e la ruota anteriore inizia ad accarezzare l’asfalto per lunghi tratti. Brutale? No, non proprio, estremamente corposo - e quando diciamo “estremamente” stiamo parlando di un bicilindrico che è realmente una bomba - ma molto omogeneo nella spinta.

Ma la cosa fantastica di questa 999 è come si lascia guidare: abituati alle 999 stradali, con cui tocca lavorare di braccia per tirarla dentro in curva, è stata una gradita sorpresa ritrovarsi in sella a una moto che volta praticamente da sola. La maneggevolezza è assoluta al pari della velocità di inserimento in curva e a quella nei cambi di direzione: e tutto ciò si accompagna a una stabilità infinita a centro curva.
La 999, come la gemella di produzione, non è comunque una moto che ama traiettorie spigolose: impone una guida rotonda, raccordata, ricompensando con una precisione direzionale assoluta. Questo almeno fin quando la moto rimane piegata. Sul rettilineo principale, infatti, alle alte velocità abbiamo registrato una certa liquidità dell’avantreno. Mai nulla di preoccupante, sia chiaro…


E poi c’è la staccata. Li abbiamo osservati, i piloti veri, in fondo al rettilineo. Gas spalancato fin oltre il ragionevole e poi giù le marce una dietro l’altra con ritmo sincopato, con la moto che pare voler divorare la ruota anteriore. Mai una sbavatura, solo un’elegante danza che in un attimo li porta al cordolo interno per poi sparire dietro al muretto. Da sopra invece le cose sono ben diverse e le dita abbracciano la leva del freno molto prima di quello che la moto permette realmente: e dire che la potenza decelerante è infinita. Cinque giri non sono certamente sufficienti per capirne il limite.


La tabella! Bisogna rientrare: e se faccessimo finta di non vederla? Quasi, quasi… Pennelliamo anche il giro di decelerazione allegri e di lì a un paio di minuti ci presentiamo diligenti nel box. Tardozzi ci guarda: è soddisfatto che non gli abbiamo demolito la moto. Non ci chiede nemmeno com’è andata. Ride semplicemente e ci rifila solo una sonora pacca sulla spalla…

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