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Maggio: è strage di motociclisti

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I numeri relativi alla mortalità stradale nei week-end di maggio lasciano di sasso. Urge chiudere la manetta. Intanto anche il Parlamento italiano inizia a occuparsi del problema

I numeri relativi alla mortalità stradale nei week-end di maggio lasciano di sasso. Urge chiudere la manetta. Intanto anche il Parlamento italiano inizia a occuparsi del problema
di Riccardo Matesic

Nei fine settimana del mese di maggio, il 53% dei morti sulle strade sono stati motociclisti. Un dato agghiacciante, se si considera che rappresentiamo più o meno un ottavo del parco circolante. E non è tutto, perché c?è una punta del 64% di contributo ai decessi, nel week-end del 6-8 maggio.
Sono dati diffusi dall?ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), in un comunicato stampa nel quale si fa notare come, rispetto agli stessi fine settimana del 2004, solo i motociclisti continuino a morire con tanta frequenza.
Più in dettaglio, gli incidenti nei sabato e domenica di maggio 2005 sono stati 6.821, con una diminuzione rispetto al 2004 del 9,5%. I feriti sono stati invece 5.406 (-10,4%) e i morti 198 (-5,3%). Peccato che di questi ultimi, ben 105 siano motociclisti. L?età media dei dueruotisti che perdono la vita su strada è sotto i 35 anni, e statisticamente si sono avuti 21 decessi per ogni week-end. Nei tragici giorni che vanno dal 6 all?8 maggio, i motociclisti morti sono stati però ben 27, su un totale di 47 decessi. Ce n?è di che fermarsi a pensare, anche se starete tutti (me compreso) facendo gli scongiuri del caso.
L?ASAPS chiede allora più controlli, ma punta il dito pure contro i guard-rail assassini, e lancia l?idea di uno studio sulle cause di rischio delle strade, che separi i fattori di pericolo dovuti alla guida spregiudicata di alcuni dalle cause esterne di morte, come guard-rail, buche, muretti e altre trappole tipiche delle nostre strade.
Infine una proposta: valutare la possibilità di realizzare dei motodromi, dove sia possibile girare a costi ridotti.
Ma gli incidenti dei motociclisti sono ormai al primo punto dell’ordine del giorno di chiunque si occupi di sicurezza stradale. Abbiamo scritto, qualche mese fa, dell’Europa, che ha messo a punto una prima bozza di riforma della patente motociclistica molto penalizzante, proprio per fare fronte al grave problema degli incidenti.
Nei giorni scorsi si è parlato di questo anche nel Parlamento italiano, con l’audizione dell’Associazione a carattere europeo Sicurstrada, presso la IX Commissione (Trasporti) della Camera dei Deputati. Al primo punto dell’intervento ci siamo proprio noi, tacciati – giustamente - di avere un indice di incidentalità “non più tollerabile”.
Nella trascrizione delle parole pronunciate dal segretario generale dell’Associazione, Sandro Vedovi, si legge in particolare che negli ultimi due anni, la mortalità dei motociclisti con passeggero è cresciuta del 153%(!). La patente a punti ha inciso poco o nulla sui motociclisti, dunque.
Ma il segretario di Sicurstrada ha puntato il dito anche contro i ragazzi in motorino, per i quali dei test di guida eseguiti dalla sua stessa Associazione, avrebbero evidenziato come solo il 10% dei possessori di patentino sia in grado di guidare con sicurezza nel traffico. Per questo i ragazzi avrebbero bisogno di almeno 4 ore di guida in un parco chiuso, secondo Vedovi; un obiettivo difficilmente raggiungibile, visti i problemi che già ci sono per l’attuale patentino, che si consegue con un semplice esame teorico.
Infine la proposta di un patentino a punti per i minorenni, dove i punti persi equivarrebbero a settimane di slittamento di prendere la patente auto, una volta raggiunti i 18 anni.
Una proposta con la quale si può essere più o meno d’accordo. Di certo, leggendo questi numeri, da una parte cresce la preoccupazione per la nostra incolumità, dall’altra possiamo stare certi che se nei palazzi della politica si parla di noi con questi toni, aspettiamoci nel giro di pochissimo tempo delle norme sempre più restrittive e severe nei nostri confronti. Perché nessun governante può lasciare che continui a lungo la strage di motociclisti sulle strade.

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