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Moto & Scooter

Non c’è motivo per ridurre le tariffe

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Il presidente dell’AISCAT, l’Associazione che riunisce le società concessionarie delle autostrade, ribadisce e spiega in questo intervento i motivi del no a una riduzione delle tariffe per le moto

Palenzona (nella foto accanto)
Il presidente dell?AISCAT, l?Associazione che riunisce le società concessionarie delle autostrade, ribadisce e spiega in questo intervento i motivi del no a una riduzione delle tariffe per le moto
di Riccardo Matesic Sul tema delle tariffe autostradali e della petizione lanciata da Motonline.com per chiedere una riduzione dei pedaggi per i motociclisti, abbiamo rivolto alcune domande al presidente dell?AISCAT, Fabrizio .
Il suo è un parere importante, perché rappresenta l?insieme delle società concessionarie. Dunque un?opinione sicuramente ascoltata dagli organismi politico-economici che determinano le tariffe. È utile infatti ricordare che le società concessionarie non possono modificare i pedaggi, potere che compete invece al mondo politico.
Tuttavia, ci saremmo aspettati un minimo di apertura da parte delle autostrade, visto che oggi con il Telepass per moto, pure noi diamo il nostro contributo allo snellimento delle code ai caselli. E visto anche che è ormai sicuramente ben noto ai vertici delle società che gestiscono le autostrade lo scontento dei motociclisti per l?attuale forma di tariffazione, che li equipara alle automobili.
Nonostante ciò, il presidente dell?AISCAT ha sottolineato con decisione il no delle società concessionarie a una tariffa specifica per i motociclisti, motivando in dettaglio una presa di posizione così netta.
Il suo è un parere che rispettiamo, ma del quale non riusciamo a condividere le motivazioni; non per interessi di parte, ma semplicemente perché conosciamo il mondo delle due ruote.
Non vogliamo entrare in polemica diretta, anche perché il dott. Palenzona ha, se non altro, mostrato considerazione nei confronti di Motonline.com, accettando di fare questo intervento.
Torneremo però a brevissimo sull?argomento, approfondendo il punto di vista dei motociclisti con due interviste particolarmente incisive e intelligenti che abbiamo già pronte. Intanto ascoltiamo le ragioni dell?AISCAT.
Cosa rappresentano gli utilizzatori delle due ruote per le autostrade?
“Il motociclista, in quanto utente dell’autostrada, è uno degli interlocutori con i quali è necessario dialogare per migliorare le condizioni e la sicurezza di viaggio. Se però si dovesse valutare il peso della categoria, si parlerebbe di circa lo 0.3% delle operazioni di pedaggio, e di ancora meno in termini di percorrenze.
Anche il cosiddetto Telepass-moto nasce proprio dalla manifestata esigenza di accelerare i tempi di pagamento del pedaggio per i motociclisti, nel rispetto di imprescindibili condizioni di sicurezza. E prima dell’estate 2005 posso anticipare che le moto potranno utilizzarlo sulla maggior parte della rete autostradale italiana, per una copertura all’incirca del 90%.
È bene ricordare, infine, che l’introduzione del Telepass-Moto, oltre a garantire maggiore comodità all’utente motociclista, è utile a ricondurre nella legalità il comportamento scorretto di numerosi motociclisti che impegnano in maniera impropria le piste di esazione, creando situazioni di pericolo e compromettendo, in molti casi, la funzionalità della pista, a danno degli utenti eventualmente accodati. Infatti impegnando le piste affiancati, ovvero inserendosi con la motocicletta nel flusso in pista senza rispettare la precedenza degli autoveicoli, si possono generare errori di riconoscimento della classe dei mezzi, quando non anche il blocco dei software di pista.


Queste parole ci stupiscono molto: che qualcuno abbia avuto comportamenti tanto scorretti e pericolosi non lo mettiamo in dubbio, ma gli stupidi e gli incoscienti sono ugualmente rappresentati in tutte le categorie. No?
I motociclisti spesso hanno lamentato il fatto che le autostrade sono concepite esclusivamente per auto e camion, con servizi di assistenza che non tengono in considerazione gli utenti delle due ruote (mancanza di carri attrezzati per il soccorso, di assistenza meccanica e di disponibilità di ricambi nelle aree di servizio, ecc.): cosa fanno e cosa faranno le autostrade per chi le percorre in moto?
“Intanto voglio ricordare ancora gli ingenti investimenti sostenuti per sviluppare e mettere in funzione il Telepass-moto. Per il resto, va ricordato che il servizio di soccorso meccanico è offerto nell’ambito della rete autostradale da organizzazioni esterne, che debbono garantire la copertura capillare della rete e tempi di intervento ridotti. Nel rilascio dell’autorizzazione non è prevista disparità di trattamento tra moto e autoveicoli. Pertanto non sono contemplati carri adibiti al solo soccorso delle moto, anche in relazione alla loro esiguità. Nonostante ciò, le operazioni di soccorso inerenti le moto sono, per ovvie ragioni di ingombro del veicolo, meno problematiche di quelle relative alle automobili e ai mezzi pesanti e, per tale ragione, facilmente gestibili con i carri in uso per gli autoveicoli.
Infine, per quanto attiene la carenza di ricambistica dedicata, è necessario ricordare come, ormai da tempo, sono state dismesse quasi tutte le officine installate presso le aree di servizio autostradali, perché il volume d’affari era insufficiente per gli imprenditori che le avevano avviate".
Come si è arrivati all’attuale forma di tariffazione, che equipara i motocicli alle automobili?
“L’attuale sistema di pedaggiamento è basato sulla classificazione dei veicoli detta “assi-sagoma”, che prevede 5 classi tariffarie. Nella classe A ricadono i veicoli con 2 assi ed altezza in corrispondenza del primo asse inferiore ad 1.30 m, senza distinzione tra motoveicoli ed autoveicoli. L’apparente sperequazione (peraltro decisa dallo Stato che impone sia il sistema di classificazione che il rapporto tra le tariffe delle diverse classi) è facilmente chiarita dall’enunciazione dell’assunto di base per la costituzione della tariffa autostradale, e cioè che la tariffa stessa non costituisce il corrispettivo di un servizio ma lo strumento di copertura di investimenti di costruzione e gestione della rete.
Ora, anche in relazione a quanto detto a proposito del telepass-moto, è chiarissimo che una motocicletta impone gli stessi –se non maggiori– impegni gestionali di un’autovettura (esazione, soccorso, ecc.). D’altro canto, il transito del motoveicolo è caratterizzato da alcune problematiche che ne rendono più onerosa la gestione, in particolare in relazione ai maggiori tempi di esazione del pedaggio, qualora non dotato di telepass (ma noi lo sconto anche per questo l’abbiamo chiesto per i motociclisti dotati di Telepass!, ndr). E poi ci sono notevoli problemi legati all’incidentalità autostradale con il coinvolgimento di motocicli. Infatti, in questi casi, l’incidente è statisticamente caratterizzato da una maggiore gravità dell’evento, a causa del coinvolgimento di un’utenza intrinsecamente più debole e, conseguentemente, dà maggiori difficoltà nell’opera di ripristino della circolazione”.

Se non andiamo errati, poco tempo fa uno studio ha proposto di modificare il meccanismo di adeguamento delle tariffe (price-cap), poiché l’aumento dei transiti sta generando una forte redditività per le Società concessionarie e ci sarebbe margine per una riduzione delle tariffe.
“La formula del price-cap, prevista nell’ambito del contratto di concessione tra lo Stato e il concessionario autostradale, regola di fatto l’adeguamento della tariffa che si applica sulle autostrade italiane a pedaggio. In effetti la redditività del settore è correlata, oltre che all’adeguamento tariffario, alla crescita del traffico, ma esistono altri parametri che giocano pesantemente nell’ambito di piani finanziari anche molto impegnativi e duraturi. Da un lato, quindi, abbiamo investimenti in opere, tecnologie e risorse umane e strumentali di elevato profilo e dall’altro abbiamo utili e profitti. Il tutto a valle di enormi costi di acquisto di società pubbliche da parte di privati. Mi sembra di poter affermare, senza tema di reazioni scandalizzate, che una volta che lo Stato dichiara di non poter provvedere alle risorse finanziarie per la realizzazione e la gestione della rete infrastrutturale del Paese, e chiama i privati a compiere l’operazione, secondo le regole che lo Stato stesso ha scritto, non si possa invocare la riduzione degli utili ai privati che hanno investito e seguono le regole dello Stato.
Infine, in tale contesto, vale la pena sottolineare che attraverso i suddetti piani finanziari, il settore autostradale si propone come il primo investitore privato italiano nell’ambito del necessario processo di ammodernamento e sviluppo della rete autostradale italiana e che, pertanto, la eventuale rimodulazione della formula tariffaria, certamente, non faciliterebbe tale processo".

Qual è la sua valutazione sulla possibilità di introdurre una tariffa specifica per i motociclisti, magari sfruttando l’ausilio delle nuove tecnologie applicate ai sistemi d’esazione (Viacard o Telepass)? Si potrebbero, in altre parole, pensare formule basate su Viacard scontate per le due ruote o su Telepass registrati solo su targhe motociclistiche che, ove usati, applichino dei coefficienti di sconto?
“Al momento non è prevista nessuna rimodulazione della tariffa per i motocicli, né sono previsti “sconti” particolari. E bene ricordare ancora una volta gli investimenti in termini di capitale e di risorse dedicate che il settore autostradale ha e si sta adoperando ad effettuare per lo sviluppo e la promozione del Telepass-moto. In tale ottica la gratuità del canone per i primi sei mesi di uso del Telepass-moto (7,44 euro, ndr) appare un ulteriore sforzo del comparto autostradale per rispondere alle esigenze del mondo delle due ruote.
Palenzona (nella foto accanto)

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