Moto & Scooter
FZR 1000 Special by Moto Flash
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Dall’officina di Scafati, in provincia di Salerno, ecco una special che dimostra come a volte basti la creatività ed un prezioso lavoro artigianale per realizzare delle progetti notevoli senza arricchire i colossi dell’aftermarket
testo e foto di Daniele Massari
C’è un posto, nel Meridione d’Italia, che ogni centauro che si rispetti ha visitato almeno una volta, inebriandosi delle sue curve e dell’asfalto da ginocchio a terra. E’ dunque ammissibile che nei paesi della Costiera amalfitana e sorrentina sorgano diverse officine specializzate nell’elaborazione di moto stradali, che finiranno per essere usate in pista o per il divertimento puro tra i tornanti campani.
Tra queste officine, spesso piccoli centri in cui si lavora artigianalmente, con passione e tanta competenza, la Moto Flash di Scafati (SA) è certamente una delle più note, per via dei numerosi successi riscossi dalle sue preparazioni sui campi di gara di tutta la Penisola.
“Francuccio” Acanfora, titolare dell’officina, è uno che sa come spremere cavalli da qualunque propulsore, vecchio o nuovo che sia, che vanta amicizie e collaborazioni di un certo livello, dallo specialista delle sospnsioni Beppe Andreani ai piloti italiani più agguerriti, e che ha la passione per le cose uniche, meglio se fatte a mano.
Poca spesa, grande risultato
La special su base Yamaha che vi presentiamo è un esempio di come a volte non serva spendere cifre enormi per allestire la propria due ruote con il meglio dell’aftermarket, ma basta piuttosto affidarsi alle mani sapienti di un bravo artigiano.
Si parte con una FZR 1000 Exup ultima serie datata 1995, la si spoglia di tutto il superfluo e la si riprogetta, facendole assumere le vesti di un’aggressiva ed efficace streetfighter: al posto delle sovrastrutture originali, dalle forme spigolose e giunoniche, è stato installato un cupolino con doppio gruppo ottico poliellissoidale sovrapposto, mentre nella parte posteriore l’imponente codone è stato sostituito da un elemento snello e sportivo (rigorosamente monoposto) derivato dagli stampi utilizzati per le carene in vetroresina della Yamaha R1 ed abbinato ad una struttura portatarga artigianale .
Decisamente ridotto il costo di un progetto come questo: con poche centinaia di Euro ci si procura le carene in vetroresina, poi le parti più costose sono lo scarico e la forcella, ma se si ha una moto da cannibalizzare o si fa visita di frequente ad un ricambiata fornito, non dev’essere difficile procurarsi anche quelli. Poi, naturalmente, ci vuole una FZR 1000, ma se non ce l’avete portate pure la vostra moto: Francuccio saprà cosa fare!
Si parte con una FZR 1000 Exup ultima serie datata 1995, la si spoglia di tutto il superfluo e la si riprogetta, facendole assumere le vesti di un’aggressiva ed efficace streetfighter: al posto delle sovrastrutture originali, dalle forme spigolose e giunoniche, è stato installato un cupolino con doppio gruppo ottico poliellissoidale sovrapposto, mentre nella parte posteriore l’imponente codone è stato sostituito da un elemento snello e sportivo (rigorosamente monoposto) derivato dagli stampi utilizzati per le carene in vetroresina della Yamaha R1 ed abbinato ad una struttura portatarga artigianale .
Decisamente ridotto il costo di un progetto come questo: con poche centinaia di Euro ci si procura le carene in vetroresina, poi le parti più costose sono lo scarico e la forcella, ma se si ha una moto da cannibalizzare o si fa visita di frequente ad un ricambiata fornito, non dev’essere difficile procurarsi anche quelli. Poi, naturalmente, ci vuole una FZR 1000, ma se non ce l’avete portate pure la vostra moto: Francuccio saprà cosa fare!
Poche modifiche tecniche
Resta di serie il propulsore, quattro cilindri in linea raffreddato a liquido da 998cc, celebre per la distribuzione a cinque valvole per cilindro e per le prestazioni brillanti che offriva in abbinamento alla valvola Exup allo scarico: unica modifica ammessa, il bell’impianto di scarico con schema 4 in 1 e terminale corto Leovinci SBK in carbonio.
Così come il propulsore, anche la ciclistica di serie è stata considerata più che sufficiente ad assicurare il giusto divertimento al pilota: al di là del forcellone scatolato in alluminio, rende bene l’estetica della forcella upside-down con steli da 43mm e pinze freno a sei pistoncini (che mordono i dischi flottanti di serie). Sopra di essa, a gestire un avantreno che pare destinato a poggiare ben poco a terra, un manubrio largo da fuoristrada con riser PBR ricavati dal pieno ed un pannello strumentazione digitale Mod7 per tenere tutto sotto controllo.
Così come il propulsore, anche la ciclistica di serie è stata considerata più che sufficiente ad assicurare il giusto divertimento al pilota: al di là del forcellone scatolato in alluminio, rende bene l’estetica della forcella upside-down con steli da 43mm e pinze freno a sei pistoncini (che mordono i dischi flottanti di serie). Sopra di essa, a gestire un avantreno che pare destinato a poggiare ben poco a terra, un manubrio largo da fuoristrada con riser PBR ricavati dal pieno ed un pannello strumentazione digitale Mod7 per tenere tutto sotto controllo.
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