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Cinema: The world fastest Indian

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La Indian più veloce del mondo appartenne ad un singolare recordman neozelandese di nome Burt Munro. La sua vita e la sua moto stanno per diventare un film interpretato da Anthony Hopkins

Il set sul Bonneville Salt Lake
La Indian più veloce del mondo appartenne ad un singolare recordman neozelandese di nome Burt Munro. La sua vita e la sua moto stanno per diventare un film interpretato da Anthony Hopkins
di Daniele Massari
Circa trent?anni fa il produttore cinematografico Roger Donaldson si interessò alla storia singolare di un pilota neozelandese, Burt Munro, che corse in sella alla stessa Indian per più di cinquant?anni, stabilendo numerosi record mondiali di velocità e cavalcando, a conti fatti, quella che fu la Indian più veloce mai realizzata.
Una storia fatta di passione per i motori, di solitudine ma anche di uno stile di vita fuori dagli schemi e di metodi di lavoro assolutamente non convenzionali.
La vicenda, approfondita da Donaldson proprio in seguito ad un incontro con Munro, si mostrò talmente interessante da convincerlo a realizzare un intero film, le cui riprese sono iniziate a metà dello scorso anno; la realizzazione delle copie (repliche fedeli dell?originale) della Indian di Munro è stata commissionata alla Britten, che ha sede proprio in Nuova Zelanda, a Christchurch.


E sarà nientemeno che Sir Anthony Hopkins l?interprete del personaggio di Burt Munro: l?attore è stato di recente in visita ad Invercargill, sulla spiaggia di Oreti dove Munro fece molte delle sue prove iniziali. Si dice che abbia accettato di interpretare questo ruolo dopo aver letto il copione, colpito dal carattere forte ed originale del pilota-meccanico: ma per scoprirlo, dovremo aspettare di vederlo l?anno prossimo nelle sale!

Herbert (Burt) James Munro nacque nel 1889, ma sua madre morì di parto lasciandolo solo al mondo, e con una prognosi che, stando a quanto disse il medico, non lo avrebbe visto sopravvivere al secondo anno di età. Invece Burt sopravvisse ed all’età di 16 anni acquistò la sua prima motocicletta mentre ai  venti comprò la Indian Scout che lo avrebbe condotto ai numerosi record di velocità distribuiti lungo una carriera di più di cinquant’anni.
I circa 600cc (30c.i.) della Scout erano incastonati in una ciclistica (disegnata da Charles Franklin) che prevedeva il forcellone rigido posteriore ed una forcella springer all’avantreno, mentre la trasmissione della potenza avveniva attraverso un cambio a tre rapporti con comando manuale.
Gli esperimenti di Burt furono dettati dal tentativo di ottenere prestazioni sempre maggiori: cominciò tutto con la realizzazione artigianale di una testata a quattro valvole, che andò a sostituire quella a due valvole del modello di serie, mentre le altre modifiche al propulsore vennero effettuate utilizzando materiale acquistato di seconda mano e messo insieme con capacità ed inventiva.
Le tante storie che vengono raccontate a proposito di Burt, false, autentiche o esagerate che siano, contribuiscono a creare un profilo molto interessante, ma i suoi record testimoniano a conti fatti l’efficacia dei suoi metodi non convenzionali. Tutto iniziò con la vittoria del record Australiano di velocità Sidecar, con le 90 miglia orarie segnate a Inverloch Beach, Victoria. Fu il primo di una serie infinita di successi ottenuti tutti in sella allo stesso mezzo: tra essi, i più significativi sono quello del 1962, alla sua prima partecipazione alla Speed Week del Bonneville Salt Lake, quando segnò il nuovo record mondiale di 178,97 miglia orarie con un motore portato a 883cc (51 c.i.), e quello del 1967, quando con il motore portato a 950cc raggiunse le 183,59 milia orarie.
Dopo aver cavalcato la sua Indian per 57 anni, Burt si spense serenamente nel 1977, all’età di 88 anni. La sua era stata la Indian più veloce del mondo
La copia fedele della Indian di Munro, realizzata dalla Britten
Anthony Hopkins sul set
Il set sul Bonneville Salt Lake

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