Moto & Scooter
Ducati Monster 900 by Monstroso
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Dall’Austria l’ennesima interpretazione su base Monster. Linee consuete, ma contenuti tecnologici e dettagli per autentici intenditori!
testo e foto di Daniele Massari
Dire qualcosa di nuovo in fatto di special su base Ducati Monster può rivelarsi un’impresa ardua, soprattutto da quando la Casa di Borgo Panigale si è messa a vendere mezzi come la S4R o la S2R, che costituiscono delle autentiche “special di serie”.
Eppure, ci sono tuner che, soprattutto al di là delle alpi, continuano a sperimentare idee ardite o si specializzano alla ricerca di soluzioni tecnologiche sempre più performanti, per realizzare prodotti di alta qualità e dalla fattura impeccabile. È il caso dell’azienda austriaca Monstroso (www.monstroso.at), che ha messo a punto, negli svariati anni di attività, una collezione di “pezzi pregiati” realizzati sulla base della bicilindrica bolognese.
Certo, sebbene questo progetto sia stato ideato e portato a termine prima che venisse messa su strada la Monster S2R, si può notare una somiglianza che testimonia quanto certe soluzioni siano irrinunciabili quando si è alla ricerca della massima performance. Ed eccola qua: una “banale” Monster 900 a carburatori datata 1993, che nonostante i suoi oltre due lustri di vita fa girare la testa di chiunque abbia un minimo di senso estetico, per non parlare di chi è in grado di apprezzare gli elevatissimi contenuti di questo progetto. Al di là di un aspetto poco più che convenzionale, infatti, il mezzo ritratto in foto vanta sovrastrutture interamente realizzate in fibra di carbonio e numerosi elementi strutturali, come forcellone monobraccio e cerchi, in prezioso magnesio, con un risparmio di peso notevole: 158 kg a secco, compreso il serbatoio, è un risultato che la dice lunga sul valore di questa special...
Eppure, ci sono tuner che, soprattutto al di là delle alpi, continuano a sperimentare idee ardite o si specializzano alla ricerca di soluzioni tecnologiche sempre più performanti, per realizzare prodotti di alta qualità e dalla fattura impeccabile. È il caso dell’azienda austriaca Monstroso (www.monstroso.at), che ha messo a punto, negli svariati anni di attività, una collezione di “pezzi pregiati” realizzati sulla base della bicilindrica bolognese.
Certo, sebbene questo progetto sia stato ideato e portato a termine prima che venisse messa su strada la Monster S2R, si può notare una somiglianza che testimonia quanto certe soluzioni siano irrinunciabili quando si è alla ricerca della massima performance. Ed eccola qua: una “banale” Monster 900 a carburatori datata 1993, che nonostante i suoi oltre due lustri di vita fa girare la testa di chiunque abbia un minimo di senso estetico, per non parlare di chi è in grado di apprezzare gli elevatissimi contenuti di questo progetto. Al di là di un aspetto poco più che convenzionale, infatti, il mezzo ritratto in foto vanta sovrastrutture interamente realizzate in fibra di carbonio e numerosi elementi strutturali, come forcellone monobraccio e cerchi, in prezioso magnesio, con un risparmio di peso notevole: 158 kg a secco, compreso il serbatoio, è un risultato che la dice lunga sul valore di questa special...
Carbonio dappertutto
Una verniciatura di consueto azzurro metallizzato è stata una scelta cromatica decisamente azzeccata per questa special, che abbina alla tonalità profonda della fibra di carbonio l’oro brillante di telaio e cerchi.
La strumentazione è molto completa: su un pannello Febur in fibra di carbonio trovano posto il contagiri digitale e due pannelli lcd, affiancati dalla consueta serie di spie luminose. Poco più dietro, una coppia di riser artigianali sorreggono il manubrio LSL Superbike dorato e conducono idealmente alla sinuosa superficie del serbatoio, interamente in fibra di carbonio.
Se le sovrastrutture originali sono state interamente sostituite da quelle fatte della preziosa fibra, anche il reparto bulloneria è stato soppiantato da una serie completa di viti in ergal anodizzato rosso e oro, abbinate ai cablaggi aeronautici adottati sia per il propulsore che per l’impianto frenante.
Restano di serie il gruppo ottico anteriore ed il posteriore, quest’ultimo completato da un pannello portatarga in carbonio con indicatori di direzione integrati.
La strumentazione è molto completa: su un pannello Febur in fibra di carbonio trovano posto il contagiri digitale e due pannelli lcd, affiancati dalla consueta serie di spie luminose. Poco più dietro, una coppia di riser artigianali sorreggono il manubrio LSL Superbike dorato e conducono idealmente alla sinuosa superficie del serbatoio, interamente in fibra di carbonio.
Se le sovrastrutture originali sono state interamente sostituite da quelle fatte della preziosa fibra, anche il reparto bulloneria è stato soppiantato da una serie completa di viti in ergal anodizzato rosso e oro, abbinate ai cablaggi aeronautici adottati sia per il propulsore che per l’impianto frenante.
Restano di serie il gruppo ottico anteriore ed il posteriore, quest’ultimo completato da un pannello portatarga in carbonio con indicatori di direzione integrati.
La tecnica
Il propulsore bicilindrico ad L raffreddato ad aria ed olio è rimasto invariato nella sostanza, eccezion fatta per l’adozione di un kit dyno jet abbinato a filtro dell’aria K&N e scarico artigianale 2 in 1 in 2 con terminali in carbonio.
Tuttavia, il “desmo” è stato arricchito con una gran messe di particolari in carbonio ed altri in alluminio, ed al reparto trasmissione ha subito la sostituzione di cambio e frizione con unità Ducati Performance derivate direttamente dalle corse.
Al reparto ciclistico segnaliamo l’adozione di una forcella Paioli upside-down con steli rivestiti in carbonio, abbinata all’ammortizzatore di sterzo della stessa marca ed al monoammortizzatore regolabile Ohlins con serbatoio separato, che guida l’oscillazione dello splendido forcellone monobraccio in magnesio. Dello stesso pregiato materiale anche i due cerchi a cinque razze firmati da Marchesini, cui è abbinato l’impianto frenante Brembo: in particolare, all’anteriore troviamo una coppia di dischi flottanti Racing con pinze a quattro pistoncini.
Belle le piastre, in alluminio ricavato dal pieno: un virtuosismo firmato dalla stessa Monstroso!
Tuttavia, il “desmo” è stato arricchito con una gran messe di particolari in carbonio ed altri in alluminio, ed al reparto trasmissione ha subito la sostituzione di cambio e frizione con unità Ducati Performance derivate direttamente dalle corse.
Al reparto ciclistico segnaliamo l’adozione di una forcella Paioli upside-down con steli rivestiti in carbonio, abbinata all’ammortizzatore di sterzo della stessa marca ed al monoammortizzatore regolabile Ohlins con serbatoio separato, che guida l’oscillazione dello splendido forcellone monobraccio in magnesio. Dello stesso pregiato materiale anche i due cerchi a cinque razze firmati da Marchesini, cui è abbinato l’impianto frenante Brembo: in particolare, all’anteriore troviamo una coppia di dischi flottanti Racing con pinze a quattro pistoncini.
Belle le piastre, in alluminio ricavato dal pieno: un virtuosismo firmato dalla stessa Monstroso!