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Moto & Scooter

Comparativa sport-tourer

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Abbiamo confrontato le sport-tourer più affermate. Quattro moto, quattro modi di viaggiare. Da 600 a 1300 cc, da 98 a 145 CV, da 190 a 300 kg. Ma per creare una base comune di valutazione, sono tutte gommate con le nuove Metzeler Z6

All'interno del centro sperimentale della Metzeler a Giarre (CT), dove sono stati montati i pneumatici per la nostra comparativa. Disponibilità e professionalità degli uomini Metzeler sono una certezza
di Alberto Dell'Orto, foto Giuseppe Gori Tempo di vacanze, tempo di viaggi. E se la vera vacanza di ogni motociclista che si rispetti è su due ruote, certo le concorrenti della nostra comparativa sono tra le candidate più autorevoli a rappresentare il mezzo ideale per scorrazzare per l’Europa (e anche oltre) con quel mix di comfort e prestazioni che caratterizzano il segmento di appartenenza.
Ma siccome la moto è un po’ come la fidanzata, e ognuno (per fortuna!) ha gusti diversi, in realtà con le nostre protagoniste abbiamo voluto rappresentare una panoramica quanto più ampia possibile sulle cavalcature che possono solleticare gli istinti del viaggiatore. Per questo abbiamo scelto le più rappresentative, in una sfida che, pur tralasciando qualche modello anch’esso meritevole di attenzione, in realtà vuole far emergere le qualità e le caratteristiche di ognuna, più che incoronare la "viaggiatrice perfetta".


La BMW K1200GT, la Honda VFR, le Yamaha Fazer 600 e XJR 1300, in rigoroso ordine alfabetico, sono quindi le più interessanti proposte che il mercato offre per soddisfare la propria voglia di libertà e movimento, quella sensazione di complicità con il mondo che ogni viaggatore conosce. Quindi si parte da una guizzante media cilindrata, derivata da una naked di successo (la FZS6), con un motore ereditato dalla supersportiva di casa, la R6; si prosegue con la sempreverde VFR, un vero e proprio serpente che cambia regolarmente pelle per continuare a rimanere il punto di riferimento, la sintesi tra prestazioni sportive e capacità di macinare chilometri; infine si arriva alle mastodontiche K1200 e FJR 1300, con motori potentissimi, trasmissioni ad albero, abbondanza di chili e comfort.
Per mettere sullo stesso piano, abbiamo deciso di equipaggiarle tutte con lo stesso tipo di pneumatici, e la scelta è caduta sulle Metzeler Roadtec Z6, le eredi delle mitiche Z4, nate per un’utilizzo davvero a 360°, estate e inverno, asciutto e bagnato, autostrada e tornanti.
di Lorenzo Rinaldi Derivata dalla K1200 RS, la versione GT della quattro cilindri bavarese non tradisce le aspettative: si tratta di una Gran Turismo pura, molto dimensionata, chiaramente votata alla lunga sgroppata autostradale, megli se senza limiti di velocità come da qualche parte in Germania. Il motore a quattro cilindri in linea orizzontali disposto in senso longitudinale e con la bancata "sdraiata" a 90° costituisce una scelta tecnica esclusiva BMW, condivisa con altri due modelli della Casa, l’RS e l’LT, rispetto alle quali risulta rispettivamente più turistica e più sportiva.
La posizione di guida è confortevole, grazie alla sella regolabile in altezza. Si viaggia con le pedane correttamente posizionate e le braccia ben distese, anche se i piloti di bassa statura troveranno eccessiva la distanza dal manubrio. Una volta in movimento quasi si dimenticano i circa 300 kg di stazza di questo "incrociatore" tedesco, che si rivela inaspettatamente piuttosto agile anche nel traffico, con l’unico difetto del raggio di sterzo molto elevato, che intralcia le manovre in spazi ristretti. Buona la conduzione alle alte velocità: la "Kappona" è inevitabilmente sensibile al vento laterale, che però non crea disagi alla guida. In velocità si apprezza inoltre l’efficace protezione, frutto dello studio aerodinamico e anche della possibilità di "personalizzare" il flusso d’aria intorno a conducente e passeggero grazie al parabrezza regolabile elettricamente. Sul misto veloce, pur comunicando un ottimo feeling e una notevole sicurezza, si avverte una certa lentezza nello scendere in piega: l’inerzia direzionale e il profilo della Z6, garanti di una stabilità eccellente sul veloce, obbligano a "buttarla giù" di peso ad ogni cambio di traiettoria, oppure, meglio, ad anticipare per tempo l’impostazione della curva, con una condotta il più possibile fluida e senza strappi.
In compenso la precisione direzionale trasmette una piacevole sensazione di sicurezza, che permette da arrivare presto a trovare il limite con le pedane, posizionate addirittura troppo in basso per le capacità della ciclistica e delle gomme. Le Z6, inoltre, offrono un ottimo comportamento anche sul bagnato, dove la "birra" del motore provoca accenni di derapata solo quando si esagera, e sempre in modo molto progressivo e controllabile. La guida sportiva è supportata dalla disponibilità coppia del motore, che, senza mettere mai in difficoltà, riprende con dolcezza e regolarità fin dai bassi regimi, mentre il comando del cambio, pur non essendo chiamato in causa con grande frequenza, offre una apprezzabile rapidità negli innesti. Un po’ fuori dalla melodia il sistema di frenata servoassitita, dotata del sistema BMW Motorrad Integral ABS in versione Sport, ancora un po’ brusca nonostante gli affinamenti, ma una volta fatta l’abitudine ci si può convivere senza grandi limitazioni anche nella guida brillante.
La grande conferma! E' questo il "titolo" che meglio identifica la VFR in questa comparativa dove, ancora una volta, l’ormai storica sigla della Casa dall’ala dorata ribadisce il diritto ad un posto di primo piano nell’olimpo della categoria. Nata nell’ormai lontano 1984, con un rivoluzionario propulsore V4 750 e più volte evoluta negli anni fino all’attuale modello dotato di sistema di distribuzione V-TEC, infatti, la 800 di Casa Honda si è confermata come il più saldo punto di riferimento del filone sport touring. Il profilo d’indirizzo sportivo ma "sobrio", la componentistica e la finitura d’elevato livello tecnico e qualitativo, lo studio accurato dell’aerodinamica fanno della VFR un prelibato oggetto del desiderio per una larga schiera di motociclisti.
La centrata posizione in sella, che coniuga al meglio comfort di marcia e efficacia d’azione nella guida sportiveggiante e un parco comandi/accessori che consente subito il pieno feeling con la moto e un ampio fronte d’utilizzo, poi, fanno il resto e promettono grande soddisfazione a piloti d’esperienza e ambizione motociclistica molto differente.
Promesse mantenute alla grande all’atto pratico dove, grazie all’equilibrato comportamento dinamico della ciclistica  - agile, precisa e comunicativa -  e all'inimitabile carattere esibito dal propulsore a "doppia anima"  - morbido e rilassante fino a 7000 giri, grintoso oltre questo limite grazie al sistema di distribuzione V-TEC -  la VFR si confrema l'autentico "pozzo dei desideri" del turista sportivo: in città come nel turistico passeggio, su veloci autostrade come  nella guida sportivegginate su strade tortuose. Un dato di fatto, ben enfatizzato dalle coperture Metzeler Roadtec Z6 utilizzate per la prova che, anche se al prezzo di una minima riduzione nella rapidità d’azione in ingresso curva, offrono una "rotondità", una costanza e una sicurezza di comportamento nella guida eccellenti, che permettono di sfruttare a fondo la poliedrica personalità di questa moto-mito; sia sul rovente asfalto siciliano, sia sotto il classico acquazzone estivo, nella conduzione disimpegnata come nell'arrembante guida sportiva stradale.
di Daniele Massari In sella alla Fazer ci si sente subito a proprio agio. La ciclistica non è stata certo concepita per segnare il tempone in pista, ma svolge un lavoro competente in ogni condizione, coadiuvata dall’ottimo telaio in alluminio, che è anche molto ben realizzato sotto il profilo estetico. In generale tutta la moto comunica una sensazione di cura costruttiva e qualità dei componenti.
Il propulsore tradisce la stretta derivazione dalla sorella pistaiola R6, non solo per la gran dose di cavalli a disposizione ma anche per alcuni limiti riguardanti l’erogazione. Quest’ultima, dalla curva decisamente appuntita, impone a chi è in cerca di divertimento di tenere sempre il motore su di giri, ossia al di sopra dei 4000, soglia al di sotto della quale la Fazer è davero poco brillante.
La situazione migliora notevolmente quando motore raggiunge i 5000 giri, ma è oltre gli 8000 che la Fazer tira fuori tutta la sua grinta con un’impennata dell’ago del contagiri (e della ruota anteriore, nelle prime due marce), accompagnata dal sound esaltante dei due scarichi disposti sotto la sella.  Leggera, agile, ben frenata e dotata di un’azzeccata posizione di guida, la Fazer si è dimostrata assai adatta anche al neofita, che può utilizzarla senza ansia come commuter urbano e nello stesso tempo cominciare a muovere i primi passi nel mondo della guida sportiva, forte di una ciclistica sincera, intuitiva, pronta a perdonare gli errori senza che questo significhi sospensioni mollaccione. Il riparo aerodinamico non è ovviamente al livello di altre moto più votate ai grandi viaggi, e del resto ciò è del tutto ragionevole considerando l’ampiezza del cupolino e, in generale, il pubblico a cui si rivolge questa moto. Ciò non vuol dire, comunque, che il riparo offerto sia disprezzabile: il contributo fornito al comfort e alla riduzione dello sforzo del conducente è notevole, permettendo con ciò di mantenere per lunghi tratti medie proibitive per le naked. La Fazer va molto d’accordo con le Metzeler Z6: rispetto alle coperture di primo equipaggiamento la situazione migliora notevolmente, soprattutto per quel che riguarda la tenuta di strada. Le coperture testate si sono rivelate impeccabili sia sull’asciutto che sul bagnato e, utilizzate in condizioni meteo variabili, hanno dimostrato di non temere neanche i rapidi passaggi dall’asfalto asciutto a quello bagnato, persino a moto inclinata. Una volta impostata la traiettoria il profilo morbido del pneumatico anteriore accompagna il mezzo sino all’inclinazione ideale e poi lo tiene piantato lì, senza la minima esitazione, anche se ciò avviene in cambio di una lieve riduzione di agilità nei rapidi cambi di traiettoria.
Vera concorrente della K1200GT, la FJR riprende la tradizione delle prime gran turismo veloci della Casa, le FJ 1100 e 1200, di cui raccoglie un’eredità solo concettuale. Nulla, infatti deriva direttamente dalla fortunata e longeva stirpe, che poteva vantare una ciclistica studiata nientemeno che dai maghi della Bimota. Ora il motore, che fa famiglia a sé anche se presenta anlogie con quello della R1, presenta non solo una cubatura maggiore e il raffreddamento a liquido, ma anche la trasmissione ad albero, le cui reazioni sono tenute sotto controllo dalla notevole lunghezza del forcellone, permessa dalla disposizione sovrapposta degli alberi del cambio che agevola la realizzazione di un carter motore particolamente compatto in senso longitudinale. Del resto la cura con cui Yamaha ha realizzato la ciclistica di questo "bestione" è evidente: nonostante la stazza, la FJR si fa condurre docile e morbida, facile anche in città, precisa e intuitiva.Quando il ritmo si fa più serrato, e magari si passa dal tragitto casa-ufficio a qualche bella provinciale tortuosa e ben pavimentata, la milletrè di Iwata sfodera qualità sportive inaspettate.In questo giocano il loro ruolo anche le Metzeler Z6, che hanno dimostrato un’ottima sinergia con la ciclistica: nonostante i 145 CV la Yamaha rimane incollata a terra in ogni condizione meteo, e anche le giunzioni autostradali prese in gran velocità sotto una pioggia torrenziale non sono state in grado di scalfire un quadro complessivo di assoluta, tranquillizzante, gratificante precisione direzionale. Anzi, proprio in autostrada, a velocità vietate in tutto il mondo, la FJR sembra a suo agio come voi sul divano del vostro salotto. Se a questo aggiungiamo il comfort in sella, la postura ben studiata, i comandi mobidi, una protezione arodinamica eccellente (grazie anche al parabrezza regolabile elettricamente) e una capacita di carico eccezionale, si capisce come questa Yamaha possa combattere ad armi pari con le concorrenti più blasonate. Forte, inoltre, di una frenata potente e progressiva, perfettamente gestibile, e anche di consumi di carburante davvero interessanti
La Sicilia è la patria del sole e del caldo, di solito. Invece sull'isola ci siamo imbattuti in un acquazzone di tipo tropicale...
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