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La nuova Yamaha XT660 R/X

il 16/02/2004 in Moto & Scooter

Ripropose per scommessa il monocilindrico quando sembrava fatalmente estinto, e vinse. La XT oggi rinnova ancora il suo aspetto e la proposta, sdoppiando la sua personalità e guardando ironica le maxi da 180 CV. Lei se lo può permettere...

La nuova Yamaha XT660 R/X
Alla guida della XT-X

di Antonio Vitillo


Sullo sterrato australiano con la nuova Yamaha XT660R

La nuova Yamaha XT660 nasce con una doppia personalità, nel segno quindi dell’ambiguità. E coerente a questa sua impostazione è la sua presentazione ufficiale, ambientata a Sidney, inafferrabile metropoli in cui convivono la vecchia cultura anglosassone, le genti asiatiche e le tradizioni aborigene.

Si respira qualcosa di universale, di globale, quaggiù ai “moderni” antipodi. E anche di ambiguo.

Sidney e l’Australia tutta in qualche modo rispettano il carattere della nuova XT, ambigua perché in doppia versione, R ed X: se la prima si presenta in veste tradizionale, pacifica enduro esploratrice di spazi di territori selvaggi non troppo lontani dalle mura cittadine, la “X” è una sdegnosa fiera, un animale urbano, in poche parole una supermotard.
La Yamaha afferma di aver optato per la doppia versione perché dal 1976, anno in cui arrivò sul mercato mondiale la fortunata quanto leggendaria serie delle monocilindriche XT, le abitudini sono cambiate ed i motociclisti si sono evoluti, adeguandosi all’esponenziale aumento del traffico.

Alle montagne, ai boschi e ai sentieri che si dipartono dalla città per raggiungerli, si è aggiunto un percorso altrettanto aspro e coinvolgente all’interno delle mura, nel traffico, un habitat nel quale è necessario farsi spazio a gomiti larghi per fuoriuscirne. E la XT può essere ideale in entrambe le situazioni.
Per questo, alla romantica versione off, ora denominata “XT660R”, che altro non è che l’evoluzione della classica XT, si aggiunge ora la XT660X: la “motard”. La prima è in pronta consegna e costa 6890 €; la seconda arriverà in aprile e costerà 7190 €, in entrambi i casi, “chiavi in mano”.


È innegabile:la XT660X potrebbe dare un grosso impulso a quella crescente fetta di mercato dedicata alle supermotard. Basta salirci sopra per esserne certi: percorriamo l’Harbory Bridge di Sidney su questa moto concreta e arrogante e ci sentiamo subito nei panni di 007 in missione in Oriente. In Italia, la “X” oltre ad essere la moto giusta per chi apprezza le caratteristiche esclusive di una supermotard e le vuole sfruttare senza dover vuotare il portafoglio, ha certo le carte in regola per affascinare anche chi cerca, più che le prestazioni, un’estetica grintosa, capace di rendere grintoso agli occhi degli altri anche il ragioniere che la guida.



Estremamente reattiva d’avantreno, è comunque facile da guidare e con essa tutto sembra possibile: in velocità, grazie all’anteriore più prono, tiene la linea senza quegli ondeggiamenti longitudinali che caratterizzano moto così alte, mentre sul lento, nel misto, basta mettersi a busto in avanti, gomiti larghi e con il viso sul traversino del manubrio, per aggredire le curve, come inghiottendole coi grossi convogliatori d’aria. Questo è possibile per il buon equilibrio ciclistico e perché aiutati dalle coperture Pirelli Dragon, che ai più smaliziati concedono la possibilità di far scivolare il posteriore, in entrata come in uscita.



Il motore, quanto a potenza, non è quello dell’R1, ma il mono accetta e sfrutta la fluidità dell’iniezione elettronica, aggiungendo valore alla sua inimitabile erogazione; tuttavia si sentono ancora quegli affascinanti, tipici scoppi di smagrimento, in fase di rilascio dell’acceleratore.
Se la forcella è moderatamente soffice, soprattutto se si tenta di rientrare in linea dopo un accenno di “dritto”, i freni Brembo non lasciano spazi a dubbi sulla loro validità: l’anteriore morde come quello di una moto stradale, con una progressività che, aiutati dalla buona impronta del pneumatico, consente di entrare pinzati in ogni curva.

La versione R, quella dalla ciclistica “off road”, è una moto di impostazione stradale che può traverstirsi all’occorrenza da fuoristradista e regalare anche buone soddisfazioni sui percorsi accidentati. Rispetto alla supermotard, la presenza della grande ruota anteriore di 21” anziché 17” comporta un aumento dell’avancorsa e dell’effetto giroscopico della ruota stessa, con conseguente diminuzione della maneggevolezza. Ne guadagna la stabilità, ma in modo relativo, in quanto la gomma on-off, oltre alla minor sezione, offre un battistrada e una mescola di compromesso fra asfalto e sterrato.



La posizione di guida non è molto dissimile da quella della X, a conferma di una propensione più alla strada che al fuoristrada, ma le diverse regolazioni delle sospensioni ed una minor potenza del freno anteriore, le conferiscono una maggior trattabilità in caso di fondi molto mossi e scivolosi.
Compare, nel caso della R, qualche buco di alimentazione nell’ “apri-chiudi” e nelle frequenti – in fuoristrada - chiusure totali dell’acceleratore: il motore, in questi casi, tende a spegnersi.



Le due versioni hanno in comune la seppur modesta protezione aerodinamica fornita dalla mascherina che integra il faro anteriore, ma è la R ad avvalersene maggiormente anche dal punto di vista estetico. In comune hanno anche una buona dose di vibrazioni che risalgono in modo abbastanza fastidioso fino al manubrio.
La velocità massima, per entrambe, può arrivare a 170 km/h!

Le differenze tecniche tra la XT660R e la X riguardano la ciclistica. La X ha ruote di 17”, con speciali cerchi in alluminio Excel fatti di robusti raggi di 4 millimetri di diametro e generose coperture stradali, il modello R ha invece pneumatici tipo trail su cerchi di 17” al posteriore e 21” all’anteriore. La sospensione anteriore è Paioli con steli di 43 mm in entrambi i casi, ma le forcelle e le tarature idrauliche ed elastiche sono diverse e coerenti alle specifiche destinazioni d’uso.
Per lo stesso motivo, sulla supermotard il freno a disco anteriore è maggiorato fino a 320 millimetri; le pinze sono a quattro pistoncini per entrambe. La X, inoltre, adotta una piastra d’irrigidimento sulla forcella, per contrastare le diverse sollecitazioni torsionali che si originano dal prevalente uso su strada; anche il parafango anteriore è più corto.


Il telaio tubolare in acciaio non è più monotrave superiore, bensì doppio, mentre il motore monocilindrico, che ha un basamento più compatto del precedente, è ora arricchito dal raffreddamento a liquido e dall’alimentazione ad iniezione, il cui impianto è costituito da un iniettore a 12 fori e di un corpo farfallato di diametro 44 millimetri.
Il cilindro in alluminio è associato ad un pistone forgiato. La nuova testa, sempre con distribuzione monoalbero, ha 4 valvole con angolo incluso ridotto a 20°, con l’obiettivo di migliorare il rendimento fluodinamico. L’intervento del decompressore in fase di avviamento è di tipo automatico.



Perfezionamenti sono stati rivolti anche alla riduzione degli attriti interni del motore, adottando tra l’altro cuscinetti a rotolamento, come nel caso dei bilancieri e del cambio a 5 marce, che è stato totalmente ridisegnato.
Il sistema di scarico è costituito da un doppio silenziatore entro cui sono contenuti i catalizzatori: per abbattere le emissioni, oltretutto, viene utilizzato un sistema di apporto d’aria fresca all’interno dell’impianto. Inutile dire che il motore della XT è in regola con le norme antinquinamento Euro-2.

Motore: monocilindrico 4 tempi, raffreddamento a liquido, distribuzione SOHC 4 valvole, 659 cc, rapporto di compressione 10:1, alesaggio e corsa 100x84 mm, potenza massima 48 CV/6.000 giri, coppia massima 58,4 Nm/5.250 giri, lubrificazione a carter secco, alimentazione a iniezione elettronica.

Trasmissione: frizione a dischi multipli in bagno d’olio, cambio a 5 rapporti, finale a catena.

Ciclistica (tra parentesi i dati della versione “X”): telaio in acciaio tubolare “diamond” con doppia trave superiore, forcella telescopica con steli da 43 mm, sospensione posteriore con cinematismo Motocross, inclinazione cannotto 28°, avancorsa 118 mm. Freno anteriore: disco singolo da 298 mm (320 mm) con pinza a 4 pistoncini, posteriore disco singolo 245 mm. Cerchi da 21 e 17” (17” e 17”).
Dimensioni e pesi: l. x l. x a. 2.240 x 850 x 1.235 mm, peso a secco 165 kg. Capacità serbatoio: 15 litri.

La nuova Yamaha XT660 R/X
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