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Moto & Scooter

Yamaha FZ6

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Yamaha dà alla concorrenza una risposta da par suo: a Barcellona abbiamo provato una moto intrigante e offerta a un prezzo giusto, scoprendo anche il divertimento che solo la città catalana sa offrire

Isi, la hostess Yamaha che mi ha accompagnato, prima di cena decide di prendere il sopravvento: "ora t'insegno io come si va in moto!"

Barcellona - Cominciamo dalla fine: sono quasi le quattro del mattino quando facciamo ritorno in albergo, il monumentale e raffinato Grand Marina, nella zona del porto. Quella appena trascorsa è una giornata memorabile: ad attenderci all’aeroporto, la mattina, c’erano una dozzina di nuove Fazer… pardon, FZ6 (già, ora l’appellativo compete unicamente alla versione semi-carenata).
La Catalunya non è un’isola caraibica, ma il passaggio dal grigiore dei -2°C di Malpensa al mare e ai soleggiati quindici gradi di Barcellona è capace di metterti di buon umore.
Poi ci siamo goduti le belle curve della costa, su una moto facile: più del previsto. Ma anche potente e bella da guardare.


Ma la prova dinamica, invece di risolversi in questo bel giro, continua con Valerio Staffelli (l’inviato di Striscia da tempo testimonial del marchio Yamaha) che ci guida per le vie del centro, ci dà cenni storici e ci porta a visitare il mercato di Sant Josep e la villa-giardino voluta da Gaudi. La sorpresona arriva a questo punto: ad attenderci, davanti ad un panorama di quelli che renderebbero romantico anche il più cinico dei giocatori di borsa, c’erano splendide fanciulle, una per ogni giornalista. Si trattava, naturalmente, di hostess Yamaha, che ci avrebbero accompagnato di lì in poi.

dire che il resto della giornata (già di per sé molto gradevole) è stato un crescendo di divertimento: all’aperitivo in un locale “in” seguono cena e dopo-cena nel ristorante-discoteca del calciatore Patrick Kluivert, dove casualmente abbiamo incontrato Sete Gibernau. Insomma: tutto perfetto, tutto entusiasmante. Volete sapere se c’è stato il “gran finale”? Beh, non vi riguarda…! Ok, ve lo dico: no. Mi sono congedato dalla splendida e dolcissima Isi (la mia “compagna” per quest’indimenticabile serata) con un sorriso e un amichevole abbraccio.


Per la cronaca, i miei colleghi non hanno avuto miglior fortuna… sono convinto, in ogni caso, che la presentazione dell’FZ6 sia destinata a restare scolpita negli annali del giornalismo motociclistico di prodotto.



Chi di voi ricorda la prova dell’FZ6 Fazer (moto che si differenzia da questa versione unicamente per la presenza del cupolino e la forma del manubrio), non avrà dimenticato la lunga serie di appunti che avevo mosso alla sport-tourer di Iwata, e soprattutto a due elementi: il motore, reo di un’erogazione troppo appuntita, e le gomme, rapide in inserimento ma dal grip francamente troppo scarso. Ebbene: le condizioni climatiche, qui a Barcellona, sono molto diverse da quelle che trovammo in Austria e hanno fatto variare radicalmente la prospettiva da cui osservare il mezzo, spostando verso il positivo parecchi nostri giudizi.

Cominciamo: la moto è decisamente veloce, ma questo non è una sorpresa, visti i 98 cavalli dichiarati. L’FZ6 si è anche rivelata estremamente godibile: il buco d’erogazione ai medi regimi c’è ancora, ma è molto meno evidente di come ci era parso sulla Fazer. Fino a 5.000 giri il quattro cilindri di derivazione R6 spinge morbido ma corposo, portandoti vivacemente a spasso per la città e tirandoti fuori dalle curve. Tra i 6 e gli 8.000 giri arriva l’annunciata flessione, che però – assicura la Yamaha – è voluta, e pensata per non mettere in difficoltà i neofiti con una progressione troppo violenta: del resto, bisogna ricordare che questo modello (dal quale Yamaha si aspetta grandi numeri di vendita), costituirà per molti scooteristi un “upgrade” importante, essendo la loro prima moto vera.



Tornando alle prestazioni, il sedici valvole di Iwata dopo gli 8.000 giri vince in scioltezza il braccio di ferro con la lancetta del contagiri (lancetta per modo di dire, visto che il display, compatto come sulle supersport, è digitale), si spoglia del cappottino turistico e intona un eccezionale acuto fino alla soglia dei 14.000 giri (!).
D’accordo - dirà chi bada ai numeri - ma quanto fa la FZ6? Difficile rispondere: indicativamente, la velocità di punta si attesta intorno ai 240/245 kmh, ma se non avete un collo da Mr. Olimpia vi sarà difficile constatarlo. A 170 all’ora, infatti, la pressione dell’aria è già molto forte e dissuade dallo spalancare il gas.


Sull’Autopista, ossia l’autostrada spagnola, tira un po’ di vento: le sospensioni (soprattutto la forcella) non gradiscono, e fanno ondeggiare un po’ troppo la moto.
Rassicurante invece la frenata: l’impianto di derivazione sportiva (stessi dischi dell’R6) è efficientissimo senza mettere in imbarazzo chi è alle prime armi.
Naturalmente, il meglio di sé una naked media deve darlo sul misto, e la nudotta Yamaha non sfugge alla regola: per questo quando arriviamo sulle curve della costa aguzziamo al massimo i sensi per carpire all’ FZ6 il più possibile: se ci si mette nell’ottica –corretta – di essere in sella un’agile turistica e non ad una moto da sparo, allora si capisce in fretta che la nuova anti-Hornet è una gran moto.


La resa del telaio è eccellente, quella sì da sportiva vera: infatti il sottosterzo è in pratica inesistente. Meno felice il capitolo sospensioni: qui si è fatta un po’ troppa economia. La forcella non è regolabile (e questo si può anche accettare, visto che la concorrenza non fa di meglio) ma la taratura, molto morbida, va bene più per il diporto cittadino che per il divertimento nel week-end. Discorso simile per il forcellone (peraltro di aspetto francamente un po’ mesto), e che soprattutto monta un ammortizzatore molle e di qualità mediocre.

La domanda che viene da porsi è: non sarebbe stato meglio risparmiare qualcosa sul telaio (magari facendolo in acciaio e non in alluminio) e spendere qualche euro in più sulle sospensioni?
Naturalmente questo non significa che sulla FZ6 non ci si diverta, anzi: la moto è facile, potente e sicura. Solo, chi cerca un'arma invincibile per il misto stretto dovrà rassegnarsi a spendere un po' di soldini in parti speciali.




Motore: 4 cilindri in linea, 4 tempi, raffreddato a liquido, distribuzione DOHC, 16 valvole, cilindrata 600 cc, alesaggio x corsa: 65,5 x 44,5mm, rapporto di compressione: 12,2:1, potenza massima: 72 kW (98cv) @ 12.000 g/min. Coppia massima: 63,1 nm (6,4 kg-m) @ 10.000 g/min.
Lubrificazione: carter umido. Accensione: TCI, avviamento: elettrico. Impianto scarico: Euro 2.

Trasmissione: frizione in bagno d’olio, cambio: 6 marce, sempre in presa. Finale: catena.

Dimensioni e pesi: lunghezza: 2.095 mm, larghezza: 755 mm, altezza totale: 1.085 mm, altezza sella: 795 mm. Interasse: 1.440 mm, distanza minima da terra: 130 mm. Peso a secco: 180 Kg.
Capacità serbatoio carburante: 19 L (3,5 riserva), capacità serbatoio olio: 3,4 L.

Ciclistica: telaio alluminio pressofuso, in due pezzi imbullonati, forcella telescopica con steli da 43 mm, forcellone oscillante con monoammortizzatore regolabile nel precarico, avancorsa 97,5 mm. Freni: doppio disco anteriore da 298 mm, disco singolo posteriore da 245 mm con pinza Nissin.
Pneumatico anteriore: 120/70 ZR17M/C, pneumatico posteriore: 180/55 ZR17M/C. Sospensione anteriore: forcella telescopica 43 mm, escursione dell'anteriore: 130 mm, freno anteriore: doppio disco 298 mm, sospensione posteriore: forcellone oscillante. Escursione del posteriore: 130 mm
Freno posteriore: disco 245 mm.
L'FZ6 nelle sue tre varianti cromatiche, tutte molto azzeccate

Il telaio della FZ6, in alluminio pressofuso, è composto di due parti imbullonate

Secondo noi una moto di questo livello meritava un forcellone meno economico
Sete Gibernau, incontrato per puro caso al ristorante: com'è piccolo il mondo...

Inutile
Fazer
Isi, la hostess Yamaha che mi ha accompagnato, prima di cena decide di prendere il sopravvento: "ora t'insegno io come si va in moto!"

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