Moto & Scooter
NCR ‘Macchia Nera’
Una special come se ne vedono una volta al secolo: unica, potente, leggera, cattiva, con un motore da sogno ed una ciclistica che non è da meno. Ed un valore che è difficile immaginare…
Ci sono delle cose tanto belle che a guardarle viene un senso di vertigine. Ci sono degli oggetti che, quando li guardi da vicino o hai la fortuna di posarvi le mani, vorresti non staccartene più, vorresti averli inventati o creati tu. Come questa Special dal nome “topoliniano”: Macchia Nera. Un oggetto unico, che quando ti ci trovi a un passo dici “Naaaaa”, e mentre scruti con lo sguardo ogni cavità ed ogni curva, ogni superficie e la sinuosità quasi erotica di ogni dettaglio e non riesci a trattenere il sorriso, pensi solo una cosa. Che vorresti, almeno per una volta, arrivarci al bar sparato, su una ruota sola: quella d’avanti.
Ah, lo diciamo subito così restate a sbavare per tutto il resto dell’articolo: ‘sta moto c’ha centosettanta cavalli e pesa centotrentacinque chili.
Proseguiamo. L’esclusività della “Macchia Nera”, ardita e preziosissima realizzazione della NCR di San Lazzaro di Savena (BO), traspira sin dal più piccolo dettaglio: a partire dalla linea, studiata sin nei minimi dettagli e nata dalla matita di Aldo Drudi, che aveva ben chiara in mente l’idea di una motocicletta che fosse innanzitutto un mezzo votato al divertimento.
Per continuare con strumenti che sembrano derivare direttamente dalla Ducati di un Capirossi o di un Bayliss, come le tubazioni in titanio o le fascette in ergal ad esse applicate, di derivazione aeronautica.
E che dire di un pannello strumentazione a cui manca solo il joystick per assomigliare ad un simulatore aerospaziale?
Insomma, questo mezzo di disneyano ha solo il nome. Tutto il resto è un concentrato di tecnologia, fascino, ambizione, che ha portato ad un risultato che provoca stati d’animo devastanti in qualunque appassionato. Al limite della follia.
Il propulsore che è stato scelto per una realizzazione così unica è il bicilindrico ad L Ducati prelevato dalla 998R Testastretta ufficiale, guidata durante la scorsa stagione da Pierfrancesco Chili.
Ma non contenti, alla NCR hanno preferito, in collaborazione con gli specialisti della Poggipolini, sostituire alcuni elementi con altri ancor più leggeri (oltre ad inserire l’indispensabile motorino di avviamento): le bielle e le tubazioni originali sono state soppiantate da elementi in titanio, ma anche il cambio è stato dotato di ingranaggi alleggeriti, abbinati al gruppo frizione antisaltellamento. L'impianto di scarico, dalla linea inedita, e sinuosamente proiettata verso l'alto, è del tipo 2 in 1 in 2 e garantisce un sound da vera "superbike replica".
Il propulsore è stato inoltre dotato di un nuovo radiatore e di una nuova pompa frizione: entrambi hanno dimensioni maggiorate ed entrambi hanno subito un trattamento al nipploy.
La evolutissima centralina ECU Euro 6 che è stata installata su questa special è in grado di gestire tre diverse mappature, oltre a riportare i dati riguardanti il livello dei liquidi ed i tempi sul giro, ed a controllare i due sensori, posti sulla ruota anteriore e su quella posteriore, in base ai quali interviene sull’alimentazione ogni volta che la velocità di rotazione dei due cerchi risulta dissimile.
Il contenimento dei pesi è stato ottenuto grazie all’estrema attenzione rivolta nella messa a punto della ciclistica: il telaio è una struttura a traliccio in titanio con un peso complessivo di appena 4,080 kg, cui vanno aggiunti i 470 g del telaietto posteriore ed il peso piuma dei due cerchi Marvic pentarazze in magnesio (gommati con dei Dunlop intermedi). Questi ultimi hanno –udite, udite!- diametro di 16,5”: e se questo valore non vi ricorda niente, dovreste seguire un po’ di più il Motomondiale o la SBK. La progettazione della struttura in titanio è stata portata a termine dallo specialista Cristian Crepaldi, che si è basato sulle “quote” della 998 (usando però un tubolare di maggior diametro ed introducendo una traversa di irrigidimento sopra la testata posteriore), senza disdegnare di prendere qualche spunto dai concetti innovativi espressi dalla 999.
I due splendidi cerchi promettono, in virtù della loro leggerezza e diametro, una drastica riduzione dell’effetto giroscopico, cui contribuisce senz’altro l’adozione del nuovissimo doppio disco anteriore Brembo autovetilante, che ha diametro di 305mm ed è abbinato a pinze freno ad attacco radiale.
Infine il reparto sospensioni: la forcella Racing prodotta dalla Ohlins è stata alleggerita ulteriormente mediante il montaggio di molle in titanio; alla sua azione è abbinato il lavoro svolto dal mono posteriore con serbatoio separato sul forcellone monobraccio.
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