Moto & Scooter
Derbi Devil 50 e Senda 125
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Finalmente novità importanti tra le ruote alte di 50 e 125 cc, una tipologia da anni un po' dimenticata dalle case. Arrivano così una cattivissima Enduro per i quattordicenni oltre a un'enduro stradale e una Supermotard da patente A
di Eliano Riva
Dopo parecchi anni di scarso interesse da parte delle grandi Case motociclistiche verso le moto 50 e 125 cc, causato anche da incresciose vicende e incertezze d’ordine legislativo, a rinfoltire e rivitalizzare l’offerta di modelli in un settore industriale storicamente importante (ma inspiegabilmente lasciato alla deriva), finalmente interviene l’italo/iberica Derbi.
Questa casa è da sempre impegnata nelle piccole cilindrate, sia nella produzione, sia nello sport, ed ha accumulato ben 18 Titoli Iridati e 81 GP vinti in 40 anni di competizione nelle classi che vanno da 50 a 250 cc. Con l’ingresso nel Gruppo Piaggio del 2001 e con la completa ristrutturazione che ha portato al “timone” dell’azienda l’italiano Leo Mercanti (ex Dir. Gen. Aprilia), Derbi ora punta con coraggio ed energia creativa ad un “posto al sole” tra i leader del mercato europeo e italiano del settore.
Un obiettivo non di poco conto e non dichiarato in pompa magna, ma annunciato al Salone del Motociclo di Milano con l’esposizione di una gamma di prodotti davvero completa. Questo impegno è stato confermato anche dall’ampliata rete di vendita italiana, passata da 150 a 250 concessionarie e ribadito dal lancio sul mercato entro il mese di dicembre di ben tre nuovi modelli. Si tratta del Black Devil 50, un cattivissimo enduro dedicato ai quattordicenni che costa 3.140 Euro f.c. e delle Senda 125 R e SM 4T; economiche “urban off road” e supermotard che costano rispettivamente 3.140 e 3200 Euro f.c.
Le abbiamo saggiate su strada e su stupendi percorsi enduro nel sud est della Spagna e, nell’attesa delle “succose” novità di maggiore cilindrata (250-400 cc.) che il “neo-assunto" ing. Klaus Nennevitz - padre dell’Aprilia Tuono - probabilmente sta preparando per il Salone di Monaco 2004, possiamo affermare che la linea di sviluppo intrapresa da Piaggio e da Derbi sembra davvero essere quella giusta.
Dopo parecchi anni di scarso interesse da parte delle grandi Case motociclistiche verso le moto 50 e 125 cc, causato anche da incresciose vicende e incertezze d’ordine legislativo, a rinfoltire e rivitalizzare l’offerta di modelli in un settore industriale storicamente importante (ma inspiegabilmente lasciato alla deriva), finalmente interviene l’italo/iberica Derbi.
Questa casa è da sempre impegnata nelle piccole cilindrate, sia nella produzione, sia nello sport, ed ha accumulato ben 18 Titoli Iridati e 81 GP vinti in 40 anni di competizione nelle classi che vanno da 50 a 250 cc. Con l’ingresso nel Gruppo Piaggio del 2001 e con la completa ristrutturazione che ha portato al “timone” dell’azienda l’italiano Leo Mercanti (ex Dir. Gen. Aprilia), Derbi ora punta con coraggio ed energia creativa ad un “posto al sole” tra i leader del mercato europeo e italiano del settore.
Un obiettivo non di poco conto e non dichiarato in pompa magna, ma annunciato al Salone del Motociclo di Milano con l’esposizione di una gamma di prodotti davvero completa. Questo impegno è stato confermato anche dall’ampliata rete di vendita italiana, passata da 150 a 250 concessionarie e ribadito dal lancio sul mercato entro il mese di dicembre di ben tre nuovi modelli. Si tratta del Black Devil 50, un cattivissimo enduro dedicato ai quattordicenni che costa 3.140 Euro f.c. e delle Senda 125 R e SM 4T; economiche “urban off road” e supermotard che costano rispettivamente 3.140 e 3200 Euro f.c.
Le abbiamo saggiate su strada e su stupendi percorsi enduro nel sud est della Spagna e, nell’attesa delle “succose” novità di maggiore cilindrata (250-400 cc.) che il “neo-assunto" ing. Klaus Nennevitz - padre dell’Aprilia Tuono - probabilmente sta preparando per il Salone di Monaco 2004, possiamo affermare che la linea di sviluppo intrapresa da Piaggio e da Derbi sembra davvero essere quella giusta.
Black Devil 50
Nato per soddisfare i reconditi desideri off road dei giovanissimi, il “diavolo nero” nasce sulla base del già competitivo Senda DRD ed è prodotto in serie limitata di 1000 esemplari numerati, di cui, per adesso, soltanto 80 disponibili per l’Italia. Ha uno styling davvero molto accattivante e 100% enduro hard e, oltre al colore completamente nero della carrozzeria e bicolore per la sella, ha come segni distintivi e d’immediato riconoscimento la mascherina portanumero anteriore con doppio faro e il fanale posteriore a led, mentre l’elevata ricercatezza e qualità d’allestimento generale è testimoniata a prima vista dallo splendido scarico ad espansione cromato.
Il ponte di comando è di stampo off-road professionale, con manubrio in lega leggera anodizzato blu, comandi elettrici e a leva d’ottima qualità e con un piccolo e ben protetto quadro strumenti digitale, ricco d’informazioni ma privo della spia del folle. Per abbassare il baricentro e aumentare la sicurezza passiva, il serbatoio carburante è alloggiato all’interno del telaio e occultato dai convogliatori d’aria per il radiatore; ha anche il tappo di rifornimento protetto da sportello con serratura. Il telaio a doppio trave perimetrale d’acciaio, segue le attuali caratteristiche progettuali delle fuoristrada racing e, accoppiato ad un forcellone in estruso d’alluminio a sezione rettangolare, è sicuramente uno dei più evoluti della categoria 50 cc oltre ad offrire una rigidità e resistenza alle sollecitazioni a “prova di bomba”. Il reparto sospensioni Paioli è composto di una forcella con steli di 41 mm con trattamento antiattrito carbon-nitro-titanium ed escursione di 195 mm e di un sistema posteriore progressivo con ammortizzatore piggy back con serbatoio gas separato e regolabile nel precarico molla; è quindi al top di categoria. Infine, le ruote con cerchi di 21” ant. e 18” post. di lega leggera e con un impianto frenante con ricercati dischi a margherita e pinze a doppio pistoncino completano un quadro ciclistico d’eccellenza.
Il propulsore, progettato e prodotto direttamente dalla Derbi, è un monocilindrico 2T di 49,9 cc tecnicamente “all’ultimo grido”: è raffreddato a liquido, ha il miscelatore separato, l’avviamento a kick starter, il cambio a sei marce, l’accensione elettronica e l’alimentazione lamellare con carburatore di 14 mm. Eroga 8,5 CV di potenza massima e rispetta le normative antinquinamento Euro 2. "Pronto a scendere nell’arena dell’off road per primeggiare": così alla Derbi definiscono il Black Devil e così, dopo averlo provato anche su tratti di percorso fuoristrada impegnativo, lo definiamo anche noi di Motonline.
Caratterizzato da una maneggevolezza non da primato, ma ripagato con gli interessi da un avantreno che va sempre esattamente dove desidera il pilota, in questo primo contatto il Black Devil 50 ci ha davvero entusiasmato per la bontà delle performance ciclistiche e meccaniche espresse dentro e fuori dall'asfaltoa. Diligente nell’eseguire ogni ordine impartito dal pilota, assolutamente intuitivo nelle reazioni e con ruote sempre ben incollate al terreno anche su percorso accidentato affrontato con piglio decisamente sportivo, il Derbi 50 in edizione limitata ha dimostrato d’essere molto di più di una semplice nave scuola.
Il ponte di comando è di stampo off-road professionale, con manubrio in lega leggera anodizzato blu, comandi elettrici e a leva d’ottima qualità e con un piccolo e ben protetto quadro strumenti digitale, ricco d’informazioni ma privo della spia del folle. Per abbassare il baricentro e aumentare la sicurezza passiva, il serbatoio carburante è alloggiato all’interno del telaio e occultato dai convogliatori d’aria per il radiatore; ha anche il tappo di rifornimento protetto da sportello con serratura. Il telaio a doppio trave perimetrale d’acciaio, segue le attuali caratteristiche progettuali delle fuoristrada racing e, accoppiato ad un forcellone in estruso d’alluminio a sezione rettangolare, è sicuramente uno dei più evoluti della categoria 50 cc oltre ad offrire una rigidità e resistenza alle sollecitazioni a “prova di bomba”. Il reparto sospensioni Paioli è composto di una forcella con steli di 41 mm con trattamento antiattrito carbon-nitro-titanium ed escursione di 195 mm e di un sistema posteriore progressivo con ammortizzatore piggy back con serbatoio gas separato e regolabile nel precarico molla; è quindi al top di categoria. Infine, le ruote con cerchi di 21” ant. e 18” post. di lega leggera e con un impianto frenante con ricercati dischi a margherita e pinze a doppio pistoncino completano un quadro ciclistico d’eccellenza.
Il propulsore, progettato e prodotto direttamente dalla Derbi, è un monocilindrico 2T di 49,9 cc tecnicamente “all’ultimo grido”: è raffreddato a liquido, ha il miscelatore separato, l’avviamento a kick starter, il cambio a sei marce, l’accensione elettronica e l’alimentazione lamellare con carburatore di 14 mm. Eroga 8,5 CV di potenza massima e rispetta le normative antinquinamento Euro 2. "Pronto a scendere nell’arena dell’off road per primeggiare": così alla Derbi definiscono il Black Devil e così, dopo averlo provato anche su tratti di percorso fuoristrada impegnativo, lo definiamo anche noi di Motonline.
Caratterizzato da una maneggevolezza non da primato, ma ripagato con gli interessi da un avantreno che va sempre esattamente dove desidera il pilota, in questo primo contatto il Black Devil 50 ci ha davvero entusiasmato per la bontà delle performance ciclistiche e meccaniche espresse dentro e fuori dall'asfaltoa. Diligente nell’eseguire ogni ordine impartito dal pilota, assolutamente intuitivo nelle reazioni e con ruote sempre ben incollate al terreno anche su percorso accidentato affrontato con piglio decisamente sportivo, il Derbi 50 in edizione limitata ha dimostrato d’essere molto di più di una semplice nave scuola.
Senda 125 R e SM
Destinate ai giovani al primo approccio con le 125 e agli adulti che desiderano una moto freeride economica e da guidare con la patente B, le inedite Senda R e SM vanno a coprire una fascia di mercato fino ad ora un pò sguarnita e che costringe parecchi potenziali motociclisti a doversi “accontentare” di un semplice scooter. Caratterizzate da un prezzo d’acquisto e di gestione molto conveniente, hanno un aspetto attualissimo e sportivo che le tre livree bicolore, originali e accattivanti, sanno ben valorizzare.
La base tecnica delle due nuove Senda 125 è identica ed incentrata su un telaio di derivazione sportiva a doppio trave perimetrale d’acciaio e con monoculla sdoppiata d’irrigidimento strutturale. Le sospensioni sono composte di una forcella teleidraulica con steli di 41 mm e di un monoammortizzatore regolabile nel precarico molla: rispettivamente garantiscono 190 e 170 mm d’escursione ruota, mentre consistenti differenze d’allestimento nel reparto ruote e freni differenziano le ambizioni tuttoterreno e supermotard dei due modelli..
La Senda 125 R infatti ha cerchi da 21” anteriore e di 18” posteriore oltre che coperture moderatamente tassellate mentre, per la modaiola SM, le ruote sono entrambe da 17” con coperture di stampo sportivo stradale. In tema di freni è identico per entrambi i modelli quello posteriore, da 220 mm con pinza a pistoncino singolo. All'anteriore, invece, sulla supermotard il classico disco singolo anteriore da 260 mm con pinza a doppio pistoncino della R lascia il posto ad un discone da 300 mm, degno di una racing replica.
Per quanto concerne il propulsore - e per chiudere la descrizione tecnica - c’è lo stracollaudato monocilindrico 4T Honda noto da molti anni e che equipaggia la serie enduro XL della Casa Alata. E' raffreddato ad aria, eroga una potenza massima di 12 CV, ha avviamento elettrico e accensione elettronica, il cambio a 5 marce e rispetta pienamente le normative antinquinamento Euro 2.
La base tecnica delle due nuove Senda 125 è identica ed incentrata su un telaio di derivazione sportiva a doppio trave perimetrale d’acciaio e con monoculla sdoppiata d’irrigidimento strutturale. Le sospensioni sono composte di una forcella teleidraulica con steli di 41 mm e di un monoammortizzatore regolabile nel precarico molla: rispettivamente garantiscono 190 e 170 mm d’escursione ruota, mentre consistenti differenze d’allestimento nel reparto ruote e freni differenziano le ambizioni tuttoterreno e supermotard dei due modelli..
La Senda 125 R infatti ha cerchi da 21” anteriore e di 18” posteriore oltre che coperture moderatamente tassellate mentre, per la modaiola SM, le ruote sono entrambe da 17” con coperture di stampo sportivo stradale. In tema di freni è identico per entrambi i modelli quello posteriore, da 220 mm con pinza a pistoncino singolo. All'anteriore, invece, sulla supermotard il classico disco singolo anteriore da 260 mm con pinza a doppio pistoncino della R lascia il posto ad un discone da 300 mm, degno di una racing replica.
Per quanto concerne il propulsore - e per chiudere la descrizione tecnica - c’è lo stracollaudato monocilindrico 4T Honda noto da molti anni e che equipaggia la serie enduro XL della Casa Alata. E' raffreddato ad aria, eroga una potenza massima di 12 CV, ha avviamento elettrico e accensione elettronica, il cambio a 5 marce e rispetta pienamente le normative antinquinamento Euro 2.
Su strada con le 125
In sella, grazie al corpo snello e ben raccordato e ad una seduta non eccessivamente alta da terra anche per il modello tuttoterreno, entrambe le Senda offrono una posizione di guida ottimale, che consente subito a tutti gran facilità e intuitività di controllo nella guida. Un ponte di comando con manubrio largo - munito di comandi elettrici e a leva economici ma efficienti - e un ben disegnato cruscotto con contagiri completano un’accoglienza all’altezza delle aspettative.
Il poco vistoso portapacchi di serie, il vano per custodire i documenti e l’antifurto meccanico sotto la sella (con ancoraggio a serratura) completano un quadro che, in tema di fruibilità nell’utilizzo quotidiano, promette adeguata soddisfazione per le esigenze di mobilità di un vasto pubblico. L'eventuale passeggero, poi, trova una sella abbastanza ampia e imbottita e pedane economiche ma comode e distanti dal piano di seduta e, in sintesi, su entrambe le moto gode di un'accoglienza più che dignitosa anche per tragitti consistenti.
Iniziando dal modello definito da Derbi come “urban off road , la Senda R in questo primo test d’assaggio esce promossa a pieni voti, incarnando alla perfezione il ruolo di prima moto e nave scuola per ragazzi e ragazze, oltre che di utility bike priva di vincoli d’ogni tipo per gli adulti. Facile, agile e davvero poco impegnativa da governare in qualsiasi situazione, la Senda 125 R s’è rivelata ottima per svicolare con gran sicurezza e rapidità d’azione nel traffico della città, veloce quanto basta nell’extraurbano e sorprendentemente divertente e perfettamente a suo agio anche nell’off road di media difficoltà, dove sa amichevolmente accompagnare e divertire sia il neofita del fuoristrada, sia l’adulto in cerca di piacevoli scampagnate nel verde.
La Senda 125 SM, invece, rispetto alla sorella enduro nell’utilizzo paga la personalità modaiola supermotard con un campo d’utilizzo e soddisfazione più ristretto e imputabile al motore poco potente. Nella guida in città e su tracciati molto tortuosi e pianeggianti, infatti, grazie alle ruote stradali e al freno a disco anteriore esuberante per potenza e modulabilità d’intervento, la Senda SM è una moto molto sicura e rapida nell’azione. Solo, la ridotta potenza espressa dal propulsore risulta un po' penalizzante ai fini del divertimento puro.
Il poco vistoso portapacchi di serie, il vano per custodire i documenti e l’antifurto meccanico sotto la sella (con ancoraggio a serratura) completano un quadro che, in tema di fruibilità nell’utilizzo quotidiano, promette adeguata soddisfazione per le esigenze di mobilità di un vasto pubblico. L'eventuale passeggero, poi, trova una sella abbastanza ampia e imbottita e pedane economiche ma comode e distanti dal piano di seduta e, in sintesi, su entrambe le moto gode di un'accoglienza più che dignitosa anche per tragitti consistenti.
Iniziando dal modello definito da Derbi come “urban off road , la Senda R in questo primo test d’assaggio esce promossa a pieni voti, incarnando alla perfezione il ruolo di prima moto e nave scuola per ragazzi e ragazze, oltre che di utility bike priva di vincoli d’ogni tipo per gli adulti. Facile, agile e davvero poco impegnativa da governare in qualsiasi situazione, la Senda 125 R s’è rivelata ottima per svicolare con gran sicurezza e rapidità d’azione nel traffico della città, veloce quanto basta nell’extraurbano e sorprendentemente divertente e perfettamente a suo agio anche nell’off road di media difficoltà, dove sa amichevolmente accompagnare e divertire sia il neofita del fuoristrada, sia l’adulto in cerca di piacevoli scampagnate nel verde.
La Senda 125 SM, invece, rispetto alla sorella enduro nell’utilizzo paga la personalità modaiola supermotard con un campo d’utilizzo e soddisfazione più ristretto e imputabile al motore poco potente. Nella guida in città e su tracciati molto tortuosi e pianeggianti, infatti, grazie alle ruote stradali e al freno a disco anteriore esuberante per potenza e modulabilità d’intervento, la Senda SM è una moto molto sicura e rapida nell’azione. Solo, la ridotta potenza espressa dal propulsore risulta un po' penalizzante ai fini del divertimento puro.