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Moto & Scooter

Max Pezzali e la 883 Sportster

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Con il cantante degli 883 abbiamo fatto un giro in sella all'ultima versione della  Sportster, tanto rinnovata quanto simile alla precedente. Ne abbiamo approfittato per sapere cosa pensa di questa, delle altre Harley, e per farlo parlare un po’ di sé…

Da sinistra, Max Pezzali, Mario (responsabile dell'officina) ed Angelo, socio di Max nella concessionaria H-D di Pavia
testo e foto di Daniele Massari Lui è uno che praticamente lo conoscono tutti. In Italia, per lo meno, tutti quelli che abbiano avuto più di dodici anni a metà dello scorso decennio, si sono riscoperti a canticchiare motivetti che parlavano di amori, di amicizie, di vita di borgata, di avventure in sella ad un Peugeot… Il tutto, mentre il nome che aveva scelto per il suo gruppo richiamava realtà ben distanti dalla quotidianità della periferia lombarda, e mentre sulle copertine dei suoi CD (ma all'epoca erano dischi in vinile) comparivano paesaggi d’oltre oceano e mete remote.

Eppure Max Pezzali, oltre ad essere il leader degli 883, è anche un grande appassionato di moto. E di Harley, a giudicare dalla sigla cui ha scelto di legarsi per la vita: è per questo che abbiamo pensato di affidare alle sue parole la presentazione di un modello che giunge in questi giorni nelle concessionarie e che, proprio come vuole la tradizione della factory di Milwaukee, sembra essere assolutamente uguale alla versione precedente, e invece è tutto diverso.

La nuova 883 Sportster è stata aggiornata sotto molti punti di vista, nonostante le modifiche estetiche non siano di particolare rilievo: la linea è molto simile alle versioni precedenti, ma i profili sono più sinuosi ed allungati, e le dimensioni paiono più generose. Soprattutto, anche su questo modello si è finalmente deciso di eliminare la caratteristica che da sempre l’aveva contraddistinto: le vibrazioni. Perché la nuova Sporty ha smesso di vibrare, e promette in cambio una maggiore affidabilità ed una ciclistica decisamente più rigida, anche grazie al nuovo telaio.


Per una volta, abbiamo ceduto alla tentazione di andarcene a spasso ed abbiamo lasciato la “piccola” di casa Harley nelle mani di Max, che oltretutto è proprietario, insieme al suo socio Angelo, della Concessionaria Harley-Davidson di Pavia (www.harleydavidsonpavia.com). Il risultato è stato questa intervista, seguita ad una mattinata simpatica in compagnia di veri appassionati ed intenditori di motociclette.  
Le principali modifiche per la piccola bicilindrica riguardano il montaggio elastico del propulsore (mediante smorzatori in gomma e braccetti di ritegno) all’interno del telaio, che per l’occasione è stato riprogettato e risulta adesso notevolmente più rigido (è cresciuta la sezione dei tubi portanti della culla) rispetto alla precedente versione, ed ha un più solido punto di attacco al forcellone.

Rispetto alle precedenti versioni, va segnalata anche l’adozione del nuovo pneumatico posteriore con sezione da 150mm (e relativo parafango maggiorato), che prima veniva fornito come optional ma che adesso è di serie.
Su questa versione da 883cc, che non ha beneficiato delle modifiche al propulsore che spingono la 1200 sino alla soglia dei 70 CV, è stata comunque installata una frizione con nuove molle, il che si traduce in un minore sforzo richiesto dal comando al manubrio; rispetto alle precedenti versioni si dimezza anche il numero degli interventi di manutenzione ordinaria richiesti.

Dal punto di vista estetico, segnaliamo la maggiore cura riposta nella collocazione dei cablaggi e nella definizione di dettagli quali il tappo del serbatoio dell’olio (che è in plastica e nascosto dai fianchetti), e la possibilità di intercambiare il serbatoio “Peanut” della versione delle foto con quello maggiorato, di serie sull’allestimento “Custom”.

Il prezzo, contenuto intorno ai 9.100 Euro, risulta piuttosto competitivo, considerando il segmento del tutto particolare in cui va a collocarsi la Sporty. Che è già in vendita in quattro differenti colorazioni: Vivid Black, Brilliant Silver, Sierra Red ed Impact Blue.  

La mattinata si fa meno ostile, la nebbia che avvolge Pavia si dirada un po’, e Max può finalmente smettere di guardare la moto da ferma e farci finalmente un giro: dopo le valutazioni sulle dimensioni più “umane” ed il plauso ai nuovi, curatissimi dettagli, gli facciamo qualche scatto mentre se ne va a spasso, cullato dal borbottio del più piccolo bicilindrico di casa harley-Davidson.

“Le mie impressioni a caldo sono molto favorevoli: non guidavo una 883 Sportster dal 1997. Onestamente la prima impressione che ho avuto rispetto a quella di allora, che era una moto come questa completamente di serie, con anche gli scarichi originali, è quella di una maggiore prontezza ai bassi regimi rispetto allo Sporty di allora. Il resto mi sembra abbastanza uguale, ma non ci sono più le vibrazioni, che poi alla fine erano rimaste a caratterizzare, ultimamente, solo gli Sportster. Quindi un miglioramento tangibile, ma chiaramente non è un’altra moto: è la stessa motocicletta, ma con un 10% di miglioramento su tutti i fronti. Stilisticamente mi piace di più, perché a me che sono uno di una certa corporatura, vedermi sulla Sportster ha sempre dato l’impressione del gigante sopra la bicicletta. Questo, un po’ la forma, un po’ il fatto che è un pochino più allungata e che ci sono i fianchetti più sinuosi, sembra più “moto”, e quindi sicuramente hanno centrato perché ad occhio non allenato dici “è uguale”, ma in realtà poi ci vai su, ti guardi, e capisci che è un’altra moto. Hanno migliorato laddove, secondo me, lo Sportster era debole, cioè l’impressione di dimensioni ridotte  che aveva prima, mentre così l’occhio viene ingannato e sembra ancora più lunga e più sinuosa.”  
In generale cosa pensi delle nuove Harley-Davidson?
“Beh, come al solito, quando escono dei nuovi modelli dell’Harley, essendo cliente prima che socio di una concessionaria, mi rendo conto che prima ci si aspetta una rivoluzione, poi si rimane un po’ delusi perché sembra che non sia cambiato niente, e poi ancora, quando vedi le moto arrivare nelle concessionarie e cominci a vederle circolare, capisci il disegno globale. Credo che quest’anno si sia fatta una cosa meravigliosa che è il Road King Custom: per me è la moto più centrata, la moto che uno dovrebbe sognare di guidare in Florida su un lungomare.”
E della VRSCB cosa pensi?
“Ecco, l’unica cosa che non ho capito molto bene della nuova produzione è stata la V-ROD B, perché secondo me è troppo simile alla A e quindi è difficile capirne la collocazione di mercato: può darsi che con il passare dei mesi uno si abitui, però onestamente è difficile da capire in relazione alla A. E’ poco più economica della A per pensare ad essa come alla versione economica della V-Rod. E’ qualcosa che mi è difficile capire, perché io pensavo che l’espansione della linea VRSC fosse un ampliamento però con qualcosa di sostanzialmente diverso, dal punto di vista della ciclistica o, per lo meno, come prezzo.
Può darsi che sia successo questo: probabilmente si sono resi conto che la A è una sorta di icona intoccabile del design moderno, specialmente nella versione alluminio, ed è una di quelle motociclette che sono andate ormai oltre il semplice concetto di motocicletta diventando un’icona del design moderno. E’ l’unica Harley che potrai vedere mai su riviste di tendenza, e quindi, forse, in questo senso è troppo ‘intoccabile’. La B probabilmente hanno cercato di farla come la V-Rod da personalizzare, da cambiare: forse in quest’ottica la si può comprendere di più, benché, onestamente, sia più difficile da spiegare al cliente!”

Perché gli 883 hanno scelto questo nome per il loro gruppo?
“Io ed il mio socio, Mauro Repetto, da ragazzini avevamo proprio questo sogno: lo Sportster. Perché era l’Harley più accessibile in un mondo di moto francamente inaccessibili, perché come tanti miei coetanei sono cresciuto ed ho passato parte della mia giovinezza davanti alle vetrine di Via Niccolini. Era il sogno, ed uno dei motivi per cui avrei voluto fare il musicista era che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa che mi permettesse di comprare la moto. Alla fine il nome mi ha portato fortuna, per cui mi sono legato indissolubilmente a questa motocicletta, cosicché oggi vedere un’Harley, anche qui in concessionaria, è più che vedere una semplice motocicletta, è un pezzo di vita”.

Adesso che moto possiedi?
“Una Electra Glide Ultra Classic ed una XLCR Cafe’ Racer che ho acquistato in Germania e che adesso stiamo per iniziare a restaurare. Sfortunatamente dobbiamo ancora decidere la filosofia di questo restauro, e cioè se andare sullo storico e quindi non riverniciare nulla e cercare di conservare il più possibile, oppure farla nuova. La XLCR è forse l’Harley che ho più sognato nella mia vita: la cercavo da tempo, l’ho trovata su internet e sono andato fino in Germania a prendermela, perché secondo me è un pezzo di storia della motocicletta.”
Qual è stata la maggiore emozione legata al mondo della moto?
“Forse quando ho ritirato la mia Sportster 1200 Custom nel 1995, appena uscita. Ho sentito quell’odore di nuovo della moto appena ritirata, che “frigge” un po’ appena comincia a scaldarsi il motore per la prima volta ed ha quel ritorno di odore tutto particolare. Secondo me quella è un’emozione inimitabile, che auguro a chiunque. Secondo me il bello di comprare queste moto è anche sentire quell’odore dopo aver percorso i primi dieci chilometri.”  
Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V di 45°, raffreddamento ad aria, alesaggio e corsa 76,2X96,8 mm, cilindrata 883 cc, rapporto di compressione 9,0:1; distribuzione ad aste e bilancieri, 2 valvole per cilindro, comando con camme nel basamento; lubrificazione a carter secco. Alimentazione: carburatore; capacità serbatoio 12,9 litri. Accensione elettronica digitale, 1 candela per cilindro. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria a catena tripla; frizione multidisco in bagno d’olio con molla a diaframma, comando meccanico; cambio a 5 marce; finale a cinghia dentata in fibra di carbonio. Ciclistica: telaio a culla in tubi tondi d’acciaio, inclinazione asse di sterzo 29°6”, avancorsa 116,8 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica con steli da 39 mm mm; sospensione posteriore: forcellone in tubo quadro d’acciaio con ammortizzatori idraulici regolabili nel precarico molla. Ruote: anteriore tubeless a 13 razze in lega, pneumatico 100/90-19”; posteriore tubeless a 13 razze in lega leggera, pneumatico 150/80-16”. Freni: anteriore a disco da 292 mm, pinze flottanti a 4 pistoncini contrappostii; posteriore a disco da 292 mm, pinza a 4 pistoncini contrapposti.

Dimensioni e peso: interasse 1520 mm, lunghezza 2260 mm, larghezza n.d., altezza sella 693 mm. Peso a secco 251 kg.
Prestazioni assolute: Potenza max 52 CV a 6.000 giri/min, coppia max 7 kgm a 4.000 giri/min
Omologazione Euro-1: si’  
Max prima della prova della 883 discute delle migliorie insieme al suo socio Angelo (al centro), ed al tecnico Mario
Da sinistra, Max Pezzali, Mario (responsabile dell'officina) ed Angelo, socio di Max nella concessionaria H-D di Pavia

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