Moto & Scooter
Harley-Davidson Heritage Softail
Ricca, ricchissima. Per viaggiare? Insomma... Per portarci la fidanzata a spasso? Forse sì. Per farsi notare? Sempre, ed assolutamente
Il suo soprannome, Heritage, sta ad indicare la tradizione, un’eredità tramandata attraverso i decenni e le mode. Il “cognome”, Softail, la colloca inequivocabilmente nella famiglia delle motociclette “a coda soffice”, ossia quelle Harley nate per far finta di non avere l’ammortizzatore dietro, e per questo progettate con un telaio finto rigido ed una coppia di ammortizzatori che lavorano, orizzontalmente, ad un centimetro da terra.
Per strada, nessuno può passarle accanto senza farci caso. C’è quello che si arresta inorridito di fronte a tanta opulenza, chiedendosi a gran voce come si possa andare in giro con una “cosa” del genere. C’è quello che, rapito dal luccichio delle cromature, si sofferma ad analizzarla a fondo, scoprendo la cura con cui è realizzato ogni dettaglio, il secolo di tradizione ed amore che è racchiuso in ogni bullone, il “peso” di accessoristica realizzata in metallo e progettata decisamente per durare nel tempo.
In ogni caso, la Harley-Davidson Heritage Softail Classic, modello “lussuoso” della famiglia, venduta a 21.310 Euro chiavi in mano, non può passare inosservata. Sarà per quel suo aspetto pacioso ed imponente, sarà per la quantità incredibile di particolari cromati, sarà per una linea che, a dire il vero, a qualcuno potrà sembrare pacchiana e che comunque non fa nulla per risultare sobria. Eppure non c’è nessuno che non ammetta, un giorno, tra vent’anni, di volerne possedere una, magari da esporre in salotto.
Ché poi, a guidarlo, questo mastodonte, silenzioso quanto basta ed ormai affidabile, ingombrante ma equilibrato, comodo sempre, protettivo e generoso ai bassi, ci si prova anche un gran gusto…
Se ti fermi al bar con un amico e provi a farglielo notare, passerai un quarto d’ora dicendo “più vicino, altrimenti non vedi niente”: perché tra i dettagli ricercatissimi che la Heritage vanta nell’allestimento 100th Anniversary (quello messo a punto per celebrare i 100 anni di vita dell’Azienda), c’è anche il fascione che scorre sul serbatoio del carburante. Questo elemento, disposto a separare, nella colorazione “anniversario”, la parte superiore in grigio argento metal da quella inferiore in nero lucido, è composto da due minuscole stripes gialle che delimitano la fascia, il cui colore grigio è dato da una serie infinita di scritte “Harley-Davidson” che si possono vedere solo con una lente di ingrandimento.
Questo, tanto per citare la ricercatezza che è stata infusa nel più piccolo dettaglio: così, pare quasi banale menzionare il livello e la qualità delle cromature, la cura del logo “anniversary” che campeggia sul serbatoio, disegnato da Willie G., sulla sella o persino, inciso, all’interno del pannello strumentazione. Particolarmente adatta anche a chi ama viaggiarci, questa Heritage Softail si distingue dalle altre motociclette a “coda soffice” per via del pneumatico anteriore di grande sezione, per l’imponente forcella sovrastata dal gruppo ottico con due lampade laterali ausiliarie (il cui comando, per la verità, è un po’ sottotono rispetto al contesto), e dall’ampio parabrezza dalla linea molto classica.
Che la Heritage strizzi l’occhio anche ai week-end con la fidanzata, è reso evidente dalla dotazione di serie, che prevede due ampie borse in pelle borchiate (dotate di una pratica apertura a sgancio rapido occultata sotto le cinghie), ed una sella contenitiva, con tanto di schienalino, che fa stare comodi e rilassati tutti e due i viaggiatori. Proprio loro, durante il viaggio non dovranno preoccuparsi di altro che del paesaggio, visto che il pannello strumentazione digitale non manca di niente (compreso l’indicatore del livello del carburante), ed il fatto che non ci sia il contagiri, su una moto del genere, non va considerato un problema. Sospeso a mezz’aria, agguantato al basso manubrio Ape Hanger, il biker moderno gode di elementi di tecnologia che paiono pura fantascienza su un modello così classicheggiante: dagli indicatori di direzione temporizzati e gestiti da una complessa centralina elettronica, all’alimentazione ad iniezione elettronica ESPFI, all’antifurto (di serie), che si inserisce automaticamente a moto ferma.
Trattandosi di una Softail, questa Heritage è spinta dal propulsore Twin Cam da 1450cc denominato “88B”: si tratta della versione studiata per le “finte rigide”, che per tradizione conservano l’ancoraggio al telaio in assenza di giunti elastici e che quindi fanno fronte alle vibrazioni generate dal V2 attraverso dei contralberi di bilanciamento. La cubatura di 1449cc viene ottenuta mediante un rapporto di alesaggio e corsa pari a 95,3x101,6 mm; l’alimentazione è affidata ad un impianto di iniezione elettronica sequenziale ESPFI, progettato per ottimizzare le doti di erogazione e contenere le emissioni inquinanti.
Il bicilindrico raffreddato ad aria scarica il suo vigore mediante la trasmissione primaria a doppia catena, mentre la finale è costituita da una cinghia dentata dell’ultima generazione, dotata di un irrobustimento in kevlar.
Il telaio è in acciaio, costituito da un trave superiore a cui è ancorato il serbatoio e dotato di un cannotto di sterzo inclinato di ben 32°. Se al posteriore una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico lavora in estensione orizzontalmente, per mantenere lo stile “finto-rigido”, all’avantreno troviamo una forcella tradizionale, dotata di steli da 39mm e rivestita da foderi di grande diametro.
L’impianto frenante è costituito da due dischi fissi di diametro identico, 292mm, “morsi” da pinze a quattro pistoncini ed ancorati a cerchi a raggi da 16” .
Inizialmente si può restare intimoriti dalle dimensioni imponenti della Heritage. Soprattutto, muovendosi nelle manovre a motore spento si avverte il peso elevato e l’ingombro del manubrio largo e delle borse laterali.
Eppure, percorsi i primi metri ed acquisita la dovuta dimestichezza con gli ingombri e con le caratteristiche di erogazione del propulsore, questa Heritage si rivela inaspettatamente una compagna fedele persino nell’uso quotidiano, per andarci in ufficio in giacca e cravatta o per portarci al mare la fidanzata. A dire il vero, il primo approccio richiede un minimo di adattamento anche per la posizione di guida imposta dal manubrio Ape Hanger rialzato (sebbene non si tratti delle versioni “scimmiesche” rinvenibili su certe special) e per le pedane ampie abbinate ad un comando del cambio di tipo “a bilanciere”, studiato per non sciupare gli stivali e dal funzionamento un po’ ruvido se si vogliono spuntare cambiate troppo rapide.
Una volta in sella, il family feeling con tutti gli altri modelli della gamma è totale: tutto è perfettamente al suo posto, dai blocchetti elettrici alla strumentazione, e ci si può abbandonare alla strada che scorre un pelo sotto la sella, meglio se su vialoni poco trafficati: perché, se è vero che la Heritage non entra in crisi nel traffico, bisogna riconoscere che il suo terreno ideale sono le strade di campagna, con qualche curva per scendere in piega quel che basta (complice il baricentro molto basso), il paesaggio mozzafiato tutto intorno e niente fretta od orari da rispettare. Solo così si possono godere appieno le doti di elasticità di un propulsore che è fatto per sfidare in quinta l’uscita dai curvoni, regalando una spinta sincera e mai difficile da gestire. Generoso: perché tirare le marce non serve, con questo grosso twin.
Piuttosto, vale la pena di cercare il rapporto più adatto, di solito la quarta o addirittura la silenziosissima quinta marcia, e poi lasciarsi cullare dalle aperture del gas che difficilmente incontrano esitazioni.
Con un occhio al tachimetro, ché la Heritage sa spingersi sino ad oltre 150 km/h, e dimenticandosi quasi di far benzina.
Motore: a 4 tempi, 2 cilindri a V di 45° logitudinale, raffreddamento ad aria, alesaggio e corsa 95,3x101,6 mm, cilindrata 1.449 cc, rapporto di compressione 8,8:1, distribuzione bialbero a camme nel basamento e con aste e bilancieri e punterie idrauliche a regolazione automatica, 2 valvole per cilindro, lubrificazione forzata a carter secco con doppia pompa trocoidale e serbatoio esterno. Alimentazione: iniezione elettronica sequenziale ESPFI, capacità serbatoio 19,7 litri. Accensione: elettronica, 1 candela per cilindro. Avviamento: elettrico.
Trasmissione: primaria a catena doppia, frizione multidisco in bagno d’olio, cambio a 5 marce, finale a cinghia in fibre aramidiche rinforzate.
Ciclistica: telaio a doppia culla continua scomponibile in tubi tondi d’acciaio di grosso diametro, inclinazione asse di sterzo 32°, avancorsa 147 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica, steli da 39 mm. Sospensione posteriore: forcellone oscillante e ammortizzatori idraulici regolabili nel precarico molla. Ruote: anteriore e posteriore a raggi, da 16”. Freni: anteriore a disco da 292 mm, pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco da 292 mm, pinza a 4 pistoncini.
Dimensioni e peso: interasse 1630 mm, lunghezza 2391 mm, larghezza n.d., altezza sella 697 mm. Peso a secco 335 kg. Prestazioni: potenza n.d., coppia 105 Nm a 3300 giri. Omologazione Euro-1: si’.
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