Moto & Scooter
Aprilia Tuono 50/125
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A Noale hanno capito come evitare gli scontri generazionali: spogliando del “superfluo” le RS 50 e 125 hanno creato una piccola streetfighter in grado di placare l’invidia dei ragazzi per la muscolosa naked del papà
Ragazzi, botte da orbi. Dare in mano a un gruppo di tester un kartodromo e una schiera di Apriliotte da combattimento forse non è una decisione saggia, ma l’ufficio stampa veneto, con stoico coraggio, ha corso il rischio…
Scherzi a parte, è sempre divertente scendere in circuito (in questo caso la Pista Azzurra di Jesolo, a mezz’ora di moto da Venezia) con mezzi di questo tipo, arrabbiati, leggerissimi, dalla ciclistica sana e dal motore che sembra creato su misura per farsi spremere nel misto stretto.
D’altra parte, ammettiamo che quando in redazione è arrivato l’invito per la prova delle Tuonine, non è che sia proprio scattata la rissa per aggiudicarsi la partecipazione all’evento: questo per il semplice motivo che, da un’occhiata alle prime foto e da qualche indiscrezione, è parso immediatamente chiaro che la nudina Aprilia non è un progetto originale, ma palesa una discendenza diretta dalle sportive della serie RS. Beh, poco male in verità, visto che le naked più ambite del momento sono proprio sportive spogliate della carena e dotate di manubrio alto (la stessa Tuono 1000 deriva strettamente dalla RSV).
Quel che conta, comunque, è che, arrivati in pista, le moto c’erano, erano gommatissime, il supporto tecnico era di buon livello, e, sorpresa, i mezzi da provare erano non due bensì tre: la Tuono 50 (opportunamente “sbloccata” per l’occasione), la 125 con potenza limitata a 15 cv (11 kW) e la full power, ossia una ottavo di litro alla vecchia maniera, capace di una trentina di cavalli, purtroppo non destinata al nostro mercato, dato che sarebbe insensato proporre in Italia una moto per sedicenni e poi impedire loro di guidarla data l’eccessiva cavalleria.
Tecnica: solo motorette?
Sì. Se pensate che un telaio perimetrale in lega d’alluminio e un disco anteriore da 320 mm (280 per la 50) siano roba da ragazzini, allora le piccole Tuono sono davvero solo “motorette”. Certo, ciò significa che per voi anche Cecchinello e De Angelis, che con le Aprilia 125 corrono e vincono nei GP, sono motociclisti di primo pelo…
Le mini-streetfighter di Noale montano motori monocilindrici due tempi raffreddati a liquido con contralbero di bilanciamento per ridurre le vibrazioni e aspirazione lamellare (la versione 125 ha anche una valvola parzializzatrice allo scarico). Per entrambe le cilindrate, il cambio è a sei marce e lo scarico catalizzato, in modo da rientrare nei limiti Euro-1. Le 125 montano una forcella a steli rovesciati, del diametro di 40 mm (35 mm e steli tradizionali per la cinquanta), mentre al posteriore adottano un forcellone monobraccio in fusione d’alluminio con bracci asimmetrici (normale forcellone d’acciaio per la 50).
Per entrambe, il monoammortizzatore è idraulico (quello della 125 regolabile nel precarico molla). Da alcune scelte tecniche emerge l’apprezzabile pragmatismo degli uomini Aprilia: in particolare, la scelta di pneumatici piuttosto sottili per la Tuono 50 rivela che la volontà di dare alla moto agilità e velocità nello scendere in piega ha avuto la meglio sul desiderio di dare imponenza al mezzo, montando magari “ciabattone” superflue quanto a resa su strada, ma utili per il look.
In pista e su strada
Volete divertirvi? Prendete una tuonina e portatela in un circuito lento. Non importa che si tratti della 125 senza limitazioni di potenza, per sfogarsi è sufficiente anche la piccola cinquanta.
È proprio da lei che vogliamo iniziare: prima di tutto è la più comoda della gamma, anche per chi è di statura sopra la media (oltre 1,80 m): le pedane non sono troppo rialzate, ed è (anche grazie al peso contenutissimo) di gran lunga la meno faticosa da portare in pista (anche girando a lungo col massimo dell’impegno) e su strada. Chi è abituato alle sportive di media o grossa cilindrata sarà un po' scettico di fronte a quella ruotina posteriore da 110, e anche a noi un pneumatico così magro in principio ha fatto un brutto effetto. Ma è una questione unicamente psicologica, perchè nei fatti il grip non manca assolutamente, anzi: anche messa alle corde, la Tuono 50 non ha mai dimostrato la tendenza a perdere contatto con l'asfalto. Naturalmente è stata la 125 la vera regina della presentazione.
A parte la posizione in sella un po' più sacrificata, valgono per la ottavo di litro le medesime considerazioni positive fatte per la ciclistica della 50. Sospensioni e freni sono a proprio agio in pista: le prime regalano alla tuonina un assetto granitico, i secondi non soffrono di stanchezza nemmeno dopo quasi un'ora di prove libere. Ci si accorge subito, comunque, di avere a che fare con un mezzo più maturo.
La vera sorpresa è stata la versione depotenziata: sebbene a sentire il piccolo due tempi Aprilia strozzato tra gli 8.000 e gli 8.500 giri ci si sia stretto un po' il cuore, oggettivamente l'erogazione si è dimostrata estremamente fluida, e, complice un circuito guidato come questo, i quindici cavalli di debito rispetto alla sorella si sono sentiti meno del previsto. Quest'ultima, dal canto suo, rivela un carattere un po' brusco, stentando ai bassi regimi ma regalando libidine pura dai 7.000 in su. Su strade aperte, la versione più potente della Tuono 125 è in grado di raggiungere e superare i 150 orari.
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