Moto & Scooter
Test: Suzuki SV 1000 S
Poco più di 10.000 € per la nuova naked 1000 bicilindrica nella sua versione più grintosa. Le sue doti? Un motore da 120 CV e una ciclistica di prim'ordine che sanno esprimersi al meglio su ogni tipo di percorso

La Suzuki ci riprova. Sei anni dopo il primo tentativo, la casa di Hamamatsu ripropone con la SV 1000 S una bicilindrica sportiva. La versione base, la SV 1000, è una nuda con manubrio tradizionale e posizione di guida piuttosto eretta. La versione "S" invece, quella che abbiamo provato , si presenta con cupolino, semimanubri, posizione di guida più caricata sull'anteriore e con un aggressivo puntale sotto il radiatore dell'olio.
Stavolta dovrebbe essere la volta buona. Perché il primo approccio della Suzuki al segmento delle bicilindriche sportive non fu coronato da un gran successo: la TL 1000 S, nata nel 1997 come concorrente nipponica della Ducati, disponeva di un cuore potente e generoso, ma la sua ciclistica si era mostrata subito più che capricciosa. In seguito la Suzuki aveva migliorato la moto sotto molti aspetti, ma senza riuscire a lanciare il modello come forse avrebbe a quel punto meritato.
Alla fine, mentre il successo arrideva alla versione di minor cilindrata, la SV 650, la Suzuki si era arresa, cessando la produzione. Il motore però è rimasto in vita, come cuore delle Cagiva Raptor 1000 e Navigator 1000 e, in versione modificata, della maxi-enduro Suzuki V-Strom 1000.
Con la SV 1000 S si inaugura un nuovo capitolo nella storia del grintoso bicilindrico 1000 della Suzuki. Già modificato come propulsore della V-Strom, con valvole di aspirazione più piccole, nuovi pistoni, bielle più leggere e con una iniezione elettronica con doppia valvola nel corpo farfallato - una gestita dall'acceleratore e l'altra dalla centralina - ripropone tutte queste migliorie sul motore della nuova SV 1000 S, ma con un'apprezzabile differenza: grazie a nuove camme, condotti modificati e corpi farfallati di 52 mm diametro invece di 45 mm, il motore ha 20 cavalli in più rispetto alla V-Strom, e 120 cavalli garantiscono eccellenti prestazioni in ogni situazione, a patto che la ciclistica ne sia all'altezza.
La prima impressione è che effettivamente lo sia. Il telaio della SV 1000 S è in alluminio, come da anni sulla SV 650. Rispetto a questo, troviamo che i montanti in estruso uniti per saldatura sono stati sostituiti da elementi pressofusi, che a parità di caratteristiche hanno il vantaggio di un costo di produzione decisamente inferiore. Il progresso nella tecnologia di fusione con tolleranze dimensionali più strette e ridotti spessori ha permesso alla Suzuki, in linea con quanto fatto anche da Honda e Yamaha, di orientarsi su questa scelta costruttiva.
Le sospensioni della SV 1000 S sono degne di una moto sportiva: sia la forcella che il monammortizzatore sono regolabili nel precarico molla, in estensione e in compressione. In più, davanti al trapezio inferiore della forcella si trova un ammortizzatore di sterzo. Grazie al sistema ad aria secondaria e allo scarico con catalizzatore a tre vie, la SV 1000 rispetta la normativa Euro 2.
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In sella alla SV 1000 S le caratteristiche della moto si traducono in un vero piacere di guida. Il motore è sempre pronto, risponde con dolcezza e eroga la sua grande potenza in ogni situazione e in ogni marcia. Soprattutto la ripresa oltre i 2000 giri è impressionante. Non cambia se i corpi farfallati vengono aperti completamente in un colpo solo o in progressione: il bicilindrico reagisce sempre in modo molto spontaneo, ma nello stesso tempo sensibile, senza vuoti, né scoppi allo scarico.
La SV 1000 S si comporta bene anche quando il motore ruota a basso regime, ma la naturale propensione del propulsore, come della ciclistica, è per la guida veloce, come ha dimostrato durante il test di presentazione ufficiale effettuato in Spagna a Malaga. La SV 1000 S non è una Bandit 1200 con due cilindri, e non è per niente una SV 650 con cilindrata maggiorata, bensì una vera sportiva, con una posizione di guida abbastanza caricata sull'anteriore, con le pedane alte e con una sella rigida che niente ha a che vedere con una poltrona.
La ciclistica convince al 100%, le sospensioni assorbono assai bene le imperfezioni (ma anche le insidie, come buche e tombini) del manto stradale e la moto appare neutra, molto maneggevole e rapida nei cambi di direzione. Trasmette al pilota in ogni situazione la sensazione di una guida sicura e molto piacevole. In poche parole: fa bella figura sia nei curvoni, sia su strade tortuose e persino nei tornanti, che di solito non sono il terreno preferito di una moto sportiva. Nel misto si apprezzano la stabilità e la precisione degli inserimenti in curva, grazie anche all'eccellente contributo offerto dai pneumatici Michelin Pilot Sport nella variante speciale E/L.
Anche la frenata è decisamente all'altezza della situazione, grazie ai dischi di 310 mm e alle pinze a quattro pistoncini sulla ruota anteriore. Solo la forcella ci è sembrata troppo morbida all'inizio del test, ma il problema è stato risolto brillantemente e in poco tempo modificando la taratura idraulica.
Pur nella brevità del nostro test (abbiamo avuto a disposizione la moto solo per un'ora), abbiamo potuto verificare che la Suzuki ha compreso come va fatta una maxi-bicilindrica sportiva e non vediamo l'ora di provare la SV 1000 S anche in pista, nonostante che questa non sia la sia naturale destinazione. Quanto al prezzo: 10.100 Euro, franco concessionario, ci sembra senz'altro adeguato ad una moto del genere.
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Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V longitudinale di 90°, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 98,0x66,0 mm, cilindrata 996 cc, rapporto di compressione 11,3:1, distribuzione bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro, lubrificazione a carter umido. Alimentazione: iniezione elettronica con corpi farfallati da 52 mm, capacità serbatoio 17 litri. Accensione: elettronica digitale, 1 candela per cilindro. Avviamento: elettrico.
Trasmissione: primaria a ingranaggi a denti diritti, frizione multidisco in bagno d'olio con comando idraulico, cambio a 6 marce, finale a catena.
Ciclistica: telaio a montanti diagonali in alluminio, inclinazione asse di sterzo 24,5°, avancorsa 98 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica a foderi inferiori con steli di 46 mm regolabile nel precarico molla, in estensione e in compressione, escursione ruota 120 mm. Sospensione posteriore: forcellone oscillante con leveraggi progressivi, monoammortizzatore regolabile nel precarico molla, in estensione e in compressione, escursione ruota 130 mm. Ruote: anteriore con cerchio in lega di alluminio da 17", pneumatico 120/70, posteriore con cerchio in lega di alluminio da 17", pneumatico 180/55. Freni: anteriore a doppio disco di 310 mm, pinza flottante Tokico a 4 pistoncini, posteriore a disco da 220 mm, pinza flottante a pistoncino singolo.
Dimensioni e peso: interasse 1435 mm, lunghezza 2130 mm, larghezza 745 mm, altezza 1170 mm, altezza sella 810 mm. Peso a secco kg. 189
Prestazioni: potenza 120 CV (88 kW) a 8.500 giri, coppia 10,4 kgm (102 Nm) a 7.200 giri, velocità massima n.d.
Omologazione Euro-2: sì
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