Moto & Scooter
Partito il raduno 'Giro del Lario'
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Domenica 15 settembre si è svolta la settima rievocazione della celebre manifestazione conosciuta come il “Tourist Trophy italiano”, la prima di una serie di iniziative collaterali al raduno Internazionale Moto Guzzi
Il gruppo sulla discesa panoramica per Onno
Nel 1921, alla sua prima edizione, venne subito battezzato come il “Tourist Trophy italiano”. E non poteva essere altrimenti, con quel tracciato tortuoso, se pensiamo che nelle sue quindici edizioni (tra il ’21, appunto, e il ’39), si sviluppava su un percorso di 36, 5 km con circa 300 curve, oltre 20 tornati e 550 metri di dislivello tra Onno e il Ghisallo: negli anni ’20 il fondo era di terra battuta con tratti ghiaiosi, mentre all’interno dei paesi dominava l’acciottolato (solo nelle ultime edizioni arrivò l’asfalto e il profido).
Nel 1921, alla sua prima edizione, venne subito battezzato come il “Tourist Trophy italiano”. E non poteva essere altrimenti, con quel tracciato tortuoso, se pensiamo che nelle sue quindici edizioni (tra il ’21, appunto, e il ’39), si sviluppava su un percorso di 36, 5 km con circa 300 curve, oltre 20 tornati e 550 metri di dislivello tra Onno e il Ghisallo: negli anni ’20 il fondo era di terra battuta con tratti ghiaiosi, mentre all’interno dei paesi dominava l’acciottolato (solo nelle ultime edizioni arrivò l’asfalto e il profido).
Iniziato in sordina e, dicono le fonti storiche, tra lo scetticismo generale, il Circuito del Lario finì per incontrare consensi sempre più vasti sino a diventare l’appuntamento più importante del motociclismo italiano. Singolari e curiose alcune “regole” che distinguevano il Lario dalle altre gare: l’obbligo di effettuare da soli riparazioni e rifornimento (solo dal ’27 viene consentito l’aiuto di un meccanico), il peso minimo di 60 kg per ogni concorrente (Nuvolari correva con una borsa a tracolla come zavorra), l’obbligo di montare “due freni indipendenti ed efficaci” mentre i tubi di scarico dovevano oltrepassare in lunghezza il mozzo posteriore.
Ieri la settima riedizione storica in una giornata di sole splendido ha portato ad Asso oltre un centinaio di appassionati cultori delle “vecchiette” più belle in circolazione: tante Guzzi, Gilera, Morini, un paio di Ariel, poi qualche sidecar Bmw e Zundapp soprattutto di derivazione militare. Concentrazione in piazza Mazzini, poi via per la tortuosa e panoramica discesa verso Onno per poi risalire al Ghisallo e tornare ad Asso lungo le veloci discese di Magreglio e Barni. Da visitare la mostra fotografica sul Circuito del Lario, aperta sino al 29 settembre presso la sala consiliare del comune di Asso, preludio al Raduno internazionale Moto Guzzi che si terrà a Mandello sabato 28 e domenica 29 settembre e che dovrebbe vedere la partecipazione, insieme agli appassionati del marchio dell’aquila, del patron dell’Aprilia, Ivano Beggio.
Ieri la settima riedizione storica in una giornata di sole splendido ha portato ad Asso oltre un centinaio di appassionati cultori delle “vecchiette” più belle in circolazione: tante Guzzi, Gilera, Morini, un paio di Ariel, poi qualche sidecar Bmw e Zundapp soprattutto di derivazione militare. Concentrazione in piazza Mazzini, poi via per la tortuosa e panoramica discesa verso Onno per poi risalire al Ghisallo e tornare ad Asso lungo le veloci discese di Magreglio e Barni. Da visitare la mostra fotografica sul Circuito del Lario, aperta sino al 29 settembre presso la sala consiliare del comune di Asso, preludio al Raduno internazionale Moto Guzzi che si terrà a Mandello sabato 28 e domenica 29 settembre e che dovrebbe vedere la partecipazione, insieme agli appassionati del marchio dell’aquila, del patron dell’Aprilia, Ivano Beggio.
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