Moto & Scooter
Naked 600: sfida a tre
Dopo le prove singole, ecco un confronto diretto fra pregi e difetti di tre moto: Ducati Monster 620, Honda Hornet 600 e Yamaha Fazer 600, che fanno impazzire i motociclisti di tutt'Europa

di Luigi Rivola
C'è chi considera le naked l'espressione più moderna dello styling motociclistico. Altri ritengono invece che non siano altro che l'interpretazione aggiornata del design più tradizionale, quello che ha tenuto banco dagli albori del motociclismo fino all'avvento delle carenature sulle moto di serie.
E' difficile pronunciarsi in merito a questa disputa, ma a proposito delle naked, specialmente di quelle di media cilindrata, una cosa è certa: agli Italiani e agli Europei piacciono, piacciono tanto, al punto che da alcuni anni sono protagoniste delle classifiche del mercato.
I tre modelli che prendiamo in considerazione in questa comparativa virtuale, basata sulle prove singole da noi recentemente effettuate e pubblicate, rappresentano il podio della categoria naked 600, che al primo posto per vendite vede la Honda CB 600 F Hornet (5.444 immatricolazioni da gennaio a maggio 2002), al secondo la Ducati Monster 620 i.e. (3.200) e al terzo la Yamaha FZS 600 Fazer (1.275).
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Si tratta di moto estremamente versatili, adatte al principiante come al motociclista esperto, ma molto ben caratterizzate: la Hornet è la più "estrema", per styling come per carattere; la Monster 620, agilissima e scattante, ha tutto l'appeal del bicilindrico desmo a iniezione, infine la Fazer, senza rinunciare alla sportività, si presenta con un look e un'impostazione più conciliante e adatta all'uso quotidiano e alla vita di coppia.
I prezzi sono pressoché allineati: si va dai 7200 euro della Ducati Monster Dark (7750 per la 620 standard e 8000 per la "S" con cupolino) ai 7330 (7590 per la versione "S" con cupolino) euro della Honda ai 7350 euro della Yamaha.
Colpo d'occhio
Indiscutibilmente la Hornet è la più aggressiva del gruppo; il segreto di questa "cattiveria" risiede in un design estremamente dinamico, nel senso che anche da ferma la moto sembra proiettarsi in avanti, grazie soprattutto alla leggerezza del complesso sella-codone, che appare come sospeso nel vuoto, allo scarico rialzato e alla strumentazione inserita in un cruscotto aerodinamicamente inclinato all'indietro.
La Monster è la Monster. Il segreto del suo grandissimo successo sta nell'originalità della linea, che non si presta a giudizi estetici in quanto simile solo a se stessa. La versione Dark, quella da noi presa in esame in questo confronto, è la più economica, proposta a chi desidera personalizzare la moto secondo i suoi gusti.
La Fazer, riesce a coniugare in modo elegantemente piacevole una linea sportiva classica con una certa dose di aggressività, data soprattutto dalle linee tese del cupolino, in cui spicca il doppio faro tipo R1.
Strumentazione completa e ben leggibile per la Hornet, ma manca la spia della riserva; funzionali i comandi al manubrio (la leva del freno è regolabile), abbastanza poveri quelli a pedale. Sella comoda sia per il pilota che per il passeggero, vano portaoggetti di discrete dimensioni sotto la sella.
La Monster vanta innanzitutto la prerogativa unica di poter scegliere al momento dell'acquisto l'altezza della sella fra tre predeterminate. Rispetto alla 620 standard, la "Dark" non ha la protezione trasparente sul serbatoio, ha il parafango anteriore in plastica nera, anziché verniciato e le pedane prive dello strato di gomma antiscivolo. Efficiente e moderno il cruscotto digitale con retroilluminazione ad intensità regolabile. Antifurto "immobilizer" di serie. Meno apprezzabili le leve al manubrio, non registrabili, e lo spazio riservato al passeggero, decisamente scarso.
Il cruscotto della Fazer, analogico/digitale, è molto completo, leggibile e ben disegnato. La leva del freno è registrabile, la sella è accogliente per pilota e passeggero, ma per quest'ultimo le pedane sarebbero meglio collocabili. Sotto la sella esiste un vano di dimensioni superiori alla norma. La Fazer dispone sia di cavalletto laterale, sia centrale.
altezza sella mm 770+5-5. Serbatoio da 15 litri; peso a secco 177 kg. Garanzia: 2 anni integrale. Colori: Monster 620 i.e. standard: rosso, giallo, blu, argento, nero, nero metallizzato, blu notte metallizzato; Monster 620 i.e."S": rosso, blu, giallo, argento, nero, grigio scuro metallizzato. Accessori: scelta vastissima sul catalogo originale Ducati Performance e sui cataloghi di terzi produttori.
Honda CB 600 F Hornet: altezza sella mm 790. Serbatoio da 16 litri; peso a secco 176 kg. Garanzia: 2 anni integrale. Colori: Hornet standard: black, pearl flash yellow, candy tahitian blue; Hornet "S": black, candy tahitian blue, force silver metallic. Accessori: disponibilità presso terzi produttori. Yamaha FZS 600 Fazer: altezza sella mm 790. Serbatoio da 22 litri; peso a secco 189 kg. Garanzia: 3 anni con formula YES. Colori: giallo, blu, argento. Accessori: ampia scelta su catalogo originale e di terzi produttori.
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Sia la Hornet, sia la Fazer dispongono di propulsori a quattro cilindri in linea trasversale con distribuzione bialbero a 16 valvole e raffreddamento a liquido. Nel caso della Honda, si tratta del motore che ancora equipaggia il modello più sportivo della gamma: la CBR 600, mentre la Fazer ha il collaudatissimo motore della YZF Thundercat, che nell'applicazione sportiva è stato sostituito da quello della R6.
La Monster si batte, come sempre, col suo bicilindrico a "L" longitudinale di 90° desmodromico a due valvole con raffreddamento ad aria, ma vanta, rispetto alle concorrenti, l'alimentazione ad iniezione elettronica, anziché a carburatori.
Scelte comuni fra Honda e Yamaha anche in tema di trasmissione: entrambi i motori hanno cambi a sei velocità e frizioni a dischi multipli in bagno d'olio con comando meccanico. Si distingue anche in questo caso la Ducati, il cui cambio ha solo cinque rapporti e la frizione, a dischi multipli, è dotata di comando idraulico.
Per tutti i modelli oggetto di questo confronto, la trasmissione finale è a catena. Gli scarichi delle quattro cilindri sono 4 in 1, quindi con un solo silenziatore (rialzato quello della Hornet) sul lato destro. La Ducati invece ha due scarichi separati, con silenziatori catalizzati.
alesaggio e corsa 80x61,5 mm; cilindrata 618 cc; raffreddamento ad aria; rapporto di compressione 10,7:1; distribuzione monoalbero desmodromica a due valvole per cilindro; alimentazione ad iniezione elettronica integrata all'accensione, corpo farfallato da 45 mm. Lubrificazione a carter umido. Trasmissione primaria ad ingranaggi, finale a catena; frizione a dischi multipli in bagno d'olio, cambio a cinque rapporti.
Honda CB 600 F Hornet: alesaggio e corsa 65x45,2 mm; cilindrata 599 cc; raffreddamento a liquido; rapporto di compressione 12:1; distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro; alimentazione con 4 carburatori a depressione da 34 mm; accensione elettronica. Lubrificazione a carter umido. Trasmissione primaria ad ingranaggi, finale a catena; frizione a dischi multipli in bagno d'olio, cambio a sei rapporti.
Yamaha FZS 600 Fazer: alesaggio e corsa 62x49,6 mm; cilindrata 599 cc; raffreddamento a liquido; rapporto di compressione 12:1; distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro; alimentazione con 4 carburatori Mikuni BSR 33; accensione elettronica. Lubrificazione a carter umido. Trasmissione primaria ad ingranaggi, finale a catena; frizione a dischi multipli in bagno d'olio, cambio a sei rapporti.
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I cuori sportivi che pulsano in tutti e tre i motori di queste naked non tradiscono le attese degli appassionati. Pur senza essere esasperati, forniscono potenze esuberanti, di poco inferiori a quelle dei corrispondenti modelli supersport. La differenza rispetto a questi, assai contenuta al banco, è invece notevole e ben apprezzabile per il risultato che offre: intervenendo soprattutto sulla fase della distribuzione, sull'alimentazione e sulla mappatura dell'accensione, i potentissimi quattro cilindri giapponesi sono rimasti molto potenti, ma meglio sfruttabili, con un'erogazione più dolce e meglio controllabile e un tiro in basso rinvigorito, tagliato su misura per l'agilità delle naked.
La più potente del lotto è la Hornet, con 97 CV (71 kW) all'albero a 12.000 giri; la Fazer è sotto di due cavalli (95 CV - 70 kW), ma ad un regime leggermente inferiore (11.500 giri). La stessa situazione si rileva a proposito della coppia massima: 6,5 kgm (66 Nm) per la Hornet, a 10.000 giri, e 6,2 kgm (61 Nm) per la Fazer, ma a 9.500 giri.
Il bicilindrico Ducati, un propulsore molto più datato dei concorrenti giapponesi, con due sole valvole per cilindro e distribuzione monoalbero, fornisce comunque la considerevole potenza di 60 CV (44,3 kW) a 9.500 giri e guadagna sugli "avversari" in termini di coppia: la massima, di 5,4 kgm (53 Nm) è erogata già al tranquillo regime di 6750 giri.
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Tre modelli, tre soluzioni diverse in tema di telaio, con l'unica scelta comune del materiale costruttivo: solido acciaio.
Coerente alla sua impostazione classico/sportiva, la Fazer mostra un elegante e robusto telaio a doppia culla chiusa in tubi tondi di rilevante diametro e ridotto spessore, per ottenere il miglior compromesso fra leggerezza e rigidità. La Monster invece è fedele all'ormai classico traliccio superiore Ducati con motore appeso, mentre la Hornet ha optato per un monotrave scatolato e integrato da piastre in lega leggera, che lasciano completamente esposto il bel motore che tanto conta nell'estetica generale del veicolo.
La Monster 620 dispone senz'altro della ciclistica più corsaiola: oltre al telaio derivato da quello della S4, esibisce una forcella upside down con steli di 43 mm di diametro e una sospensione posteriore di tipo progressivo con monoammortizzatore regolabile non solo nel precarico, ma anche in estensione. Le giapponesi invece hanno forcelle di tipo tradizionale con steli di 41 mm di diametro, ma mentre la Fazer mette a disposizione la regolazione del precarico della forcella e una bella sospensione posteriore con articolazioni per il comando progressivo del monoammortizzatore, la Hornet stranamente dispone di un forcellone che agisce direttamente sul monoammortizzatore.
Anche l'impianto frenante vede eccellere la Ducati, che vanta due dischi anteriori di 320 mm con pinze a quattro pistoncini, oltre ad un disco posteriore di 245 mm con pinza a due pistoncini. Subito dopo, almeno per equipaggiamento, viene la Yamaha, con due dischi di 298 mm e pinze a quattro pistoncini sulla ruota direttrice e un disco di 245 mm con pinza a due pistoncini su quella motrice. Fanalino di coda la Honda, i cui dischi anteriori di 296 mm hanno pinze a due soli pistoncini e il piccolo disco posteriore di 220 addirittura uno solo, nonostante la maggior massa della ruota motrice, l'unica con pneumatico di 185/55, quando le altre due moto si accontentano di un più umano 160/60.
Dettagli:
Ducati Monster 620 i.e.: telaio a traliccio superiore in tubi d'acciaio. Inclinazione sterzo 24°; avancorsa n.d.. Sospensione anteriore a forcella teleidraulica upside down con steli di 43 mm e corsa di 130 mm; sospensione posteriore di tipo progressivo, con monoammortizzatore regolabile nel precarico e in estensione; corsa ruota di 148 mm. Ruote: anteriore di 17" con pneumatico tubeless 120/60; posteriore di 17" con pneumatico tubeless 160/60. Freni: anteriore a due dischi di 320 mm con pinze a quattro pistoncini; posteriore a disco di 245 mm con pinza a due pistoncini. Interasse 1440 mm.
Honda CB 600 F Hornet: telaio monotrave scatolato in acciaio integrato da piastre in lega leggera. Inclinazione sterzo 25,4°, avancorsa 98 mm. Sospensione anteriore a forcella teleidraulica con steli di 41 mm e corsa di 120 mm; sospensione posteriore a forcellone oscillante e monoamortizzatore ad azionamento diretto; corsa ruota di 128 mm. Ruote: anteriore di 17" con pneumatico tubeless 120/70; posteriore di 17" con pneumatico tubeless 185/55. Freni: anteriore a due dischi di 296 mm con pinze a due pistoncini; posteriore a disco di 220 mm con pinza a un pistoncino. Interasse 1425 mm.
Yamaha FZS 600 Fazer: telaio a doppia culla chiusa in tubi tondi d'acciaio. Inclinazione sterzo 24°; avancorsa 88 mm. Sospensione anteriore a forcella teleidraulica regolabile nel precarico, con steli di 41 mm, e corsa di 120 mm; sospensione posteriore di tipo progressivo, con monoammortizzatore regolabile nel precarico; corsa ruota di 120 mm. Ruote: anteriore di 17" con pneumatico tubeless 110/70; posteriore di 17" con pneumatico tubeless 160/60. Freni: anteriore a due dischi di 298 mm con pinze a quattro pistoncini; posteriore a disco di 245 mm con pinza a due pistoncini. Interasse 1415 mm.
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Non c'è nulla di più personale della guida di una moto, ed è per questo che, a prescindere da ogni considerazione obiettiva, ciò che conta è il feeling che una motocicletta riesce ad instaurare con chi la comanda stando in sella. Chi ama tirare sempre, ignorando la fiacca manifestata dal motore ai bassi regimi, semplicemente perché ai bassi regimi non ci va mai, o se ci va comprende, per naturale affinità, le difficoltà meccaniche, non potrà che scegliere una Hornet (foto a sinistra) o una Ducati. Con la prima si troverà a guidare una moto piena di cavalli e dispostissima a scaricarli continuamente a terra, ma solo a patto di un uso continuo del cambio, visto che sotto i 6000 giri il motore si impigrisce. Rispettando questa condizione, le soddisfazioni sono notevoli e il motore sembra inesauribile, visto che in allungo può spingersi fino a 13.500 giri.
Con 37 CV in meno, la Ducati dovrebbe inchinarsi umilmente alla Honda e anche alla Yamaha, invece la Monster, forte della sua ciclistica raffinatissima e della coppia straordinaria erogata dal suo bicilindrico desmo a iniezione, si permette di infastidire i giganti, mettendo in risalto doti che il vecchio Monster 600 neppure si sognava. Scivola in scioltezza fra una curva e l'altra, digerisce le imperfezioni dell'asfalto con le sue belle sospensioni e si blocca repentinamente senza reazioni scomposte nelle frenate più "tirate", al contrario della Hornet, che oltre che potente è agilissima, ma risente di sospensioni meno efficienti e di un impianto frenante buono, ma non eccezionale.
Fra le due litiganti gode la Fazer, una moto eccellente per versatilità e per il grande equilibrio fra prestazioni, comportamento dinamico, adattabilità alle diverse condizioni di guida e comodità per pilota e passeggero. Il motore della Fazer, nonostante una potenza di poco inferiore quella della Hornet, offre un'erogazione più dolce e costante nell'arco di utilizzo, che inizia già a 2000 giri senza strappi alla trasmissione. Questo rende la moto idonea sia all'uso quotidiano in città, sia alle uscite allegre nel week end lungo le tortuose strade di montagna o anche in autostrada, dove il cupolino di serie (anche Honda e Ducati lo mettono a disposizione, ma con aggiunta di Euro) si dimostra sufficientemente protettivo.
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