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Moto & Scooter

Gilera DNA 180

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Scooter o moto automatica, se vi pare, il DNA è una naked in miniatura che sprizza cattiveria da ogni poro ed è in grado, in questa cilindrata, di dar la paga a parecchie moto più potenti e costose

di Fabio Cormio, foto Alberto Cervetti

La nuda dei vostri sogni costa diecimila euro e spiccioli ed è destinata per questo a restare nella vetrina del concessionario in attesa di un motociclista più abbiente di voi? Forse qualcosa a riguardo si può fare, almeno secondo Gilera, che, agli impallinati delle naked, aggressive e sinuose, dà la possibilità di togliersi lo sfizio senza necessariamente accendere un mutuo.

Il DNA 180, sul mercato da circa un anno, è una soluzione chiaramente dedicata ai giovani: ha un’impostazione estremamente sportiva, poco adatta alla guida con passeggero e ai lunghi spostamenti. In compenso, permette, a un prezzo inferiore ai 4000 Euro (3977 f.c.), di togliersi parecchie soddisfazioni soprattutto sul misto. Ruote medie e gommate a dovere, baricentro ultrabasso, freni potenti e soprattutto un motore famoso per l’ottima erogazione (sui lunghi rettilinei si rimpiange però qualche cavallino) fanno del bellicoso gilerino un mezzo adatto, come già si era detto per lo Zip SP, ai feroci smanettini urbani.

Un’avvertenza però è d’obbligo: tutto ciò che può fare per rendervi scomoda la vita (in particolare se siete più alti della media), il DNA non esiterà a farlo; ma la scomodità fa parte del gioco, dunque… prendere o lasciare.


Sul comfort offerto dal DNA c’è poco da dire, visto che si rasenta lo zero. La sella stretta e poco imbottita (per non parlare della zona passeggero, forse sarebbe stato più coerente fare una sella monoposto), la posizione di guida tutta caricata sui polsi, la protezione aerodinamica minima fanno capire a chi si rivolge al piccolo Gilera che bisogna accettarlo com’è e inducono noi a passare direttamente alla voce funzionalità, che, a sorpresa, è uno dei suoi punti forti.

La meraviglia inizia quando, girando la chiave nell’apposito blocchetto, si solleva il finto serbatoio, lasciando scoperto un vano capace, con un po’ di buona volontà, di accogliere un casco integrale.
Si continua apprezzando la strumentazione, che una volta tanto su mezzi di questa categoria non fa pensare al risparmio assoluto: il contagiri è analogico a fondo rosso, mentre tachimetro, indicatore del livello carburante e della temperatura sono racchiusi in un unico rettangolo digitale.



Per chiudere, anche se manca il cavalletto laterale, i 125 chili del DNA (a vederlo così compatto si sarebbe detto anche meno!) si sollevano più agevolmente del previsto su quello centrale, mentre le pedane, regolabili su tre posizioni, permettono anche ai più alti di trovare una collocazione adeguata in sella.


Il quattro tempi 180 della serie Leader (Low Emission ADvanced Engine Range) è un propulsore che sta dando grandi soddisfazioni al gruppo Piaggio, e che noi abbiamo già avuto modo di provare e commentare assai positivamente su scooter di altre marche (Malaguti Madison 180). Si tratta di un monocilindrico con distribuzione monoalbero a quattro valvole, che per potenza (20 cavalli) è in grado di competere con la maggior parte dei 250 sul mercato.

Ma a calamitare le attenzioni è ovviamente soprattutto la ciclistica. L’inedito telaio con schema a culla aperta a doppio trave discendente (in acciaio) è pensato appositamente per l’utilizzo in pista, così come il buon reparto sospensioni: al posteriore, a farla da padrone è il doppio ammortizzatore (quello di destra vincolato a un braccio ausiliario in lega d’alluminio che funge anche da supporto per l’impianto di scarico), molto rigido, così come la forcella anteriore, che ha steli di 35 millimetri.
L’impianto frenante è degno di una naked “vera”: conta su un disco anteriore da 240 mm di diametro con pinza flottante a doppio pistoncino da 25 mm, e un disco da 240 mm al posteriore con pinza a doppio pistoncino contrapposto da 30 mm.
Le ruote sono composte da cerchi a cinque razze volventi in lega pressofusa di alluminio e pneumatici tubeless a profilo ribassato con scolpitura racing di grandi dimensioni: 120/70x14” all’anteriore, 140/60x14” al posteriore.


Mettiamo che abbiate cinquant’anni e siate indecisi tra una Gold Wing e una Pan European: evidentemente non rappresentate il target del DNA 180, ma questo non esclude il fatto che anche voi vi possiate divertire come matti in sella alla scheggetta Gilera, come chi, scendendo da una Bentley, si concede un giro su go-kart. Chi accetta la scomodità generale del mezzo sarà infatti lautamente ricompensato da un’impostazione aggressiva e da una tenuta di strada esaltante.

La sensazione che si ha, quando si forza sull’acceleratore, è di portare al limite il motore ma non la ciclistica, adeguata a sopportare sollecitazioni ben superiori. Questo non significa che il DNA non possa dare soddisfazione in scatto e in allungo: con la lancetta del contagiri a ottomila (sarebbe bello poter spingere il piccolo Leader molto più in alto…) il tachimetro segna 122 km/h, e il sospetto è che siano effettivi. Da venti cavalli non è lecito chiedere di andare oltre, e la mancanza di un po’ di birra si sente soprattutto in uscita di curva. Vincente la scelta delle ruote “medie” (14 pollici), che contribuiscono a donare alla mininaked di Arcore anche un’ottima stabilità sul dritto.

Le sospensioni sono particolarmente rigide, come ci si attende da una sportiva di razza: naturalmente ciò si paga sulle sconnessioni, il pavè e le strade dissestate. Ineccepibile l’impianto frenante, che mantiene tutte le promesse: gli spazi d’arresto sono ridottissimi, ed è quasi impossibile far bloccare la ruota posteriore, cicciotta come piace agli amanti delle pieghe in sicurezza.
Motore: Monocilindrico 4 tempi raffreddato a liquido Piaggio LEADER, cilindrata 182 cc, alesaggio 69 mm, corsa 48,6 mm, distribuzione monoalbero in testa 4 valvole (SOHC), accensione elettronica capacitiva (CDI) ed anticipo variabile (10° ÷ 32°), avviamento elettrico con decompressore automatico e limitatore di coppia, lubrificazione a carter umido (capacità coppa 1 litro); pompa a lobi comandata da catena; filtraggio in aspirazione e in mandata

Trasmissione: Variatore automatico CVT con asservitore di coppia, frizione automatica centrifuga a secco con tamponi smorzatori.

Telaio: A culla aperta a doppia trave discendente in trafilato di acciaio, sospensione anteriore forcella idraulica con steli Ø 35 mm, sospensione posteriore due ammortizzatori a doppio effetto con molla elicoidale e precarico molla regolabile su 4 posizioni. Freno anteriore a disco da 240 mm con pinza freno flottante a doppio pistoncino da 25 mm. Freno posteriore a disco da 240 mm con pinza freno a pistoni contrapposti da 30 mm. Cerchio ruota posteriore in lega alluminio pressofusa 3.50x14”, cerchio ruota anteriore lega alluminio pressofusa 3.50x14”. Pneumatico anteriore tubeless 120/70-14”, pneumatico posteriore tubeless 140/60-14”. Lunghezza 1.890 mm, larghezza 720 mm, passo 1.370 mm, altezza sella 780 mm. Peso a secco 125 kg. Capacità serbatoio carburante: 10 litri.

Prestazioni: Potenza all’albero 20 CV/8.500 giri/minuto. Velocità massima 122 km/ora. Consumo 25 Km/litro (ciclo ECE 40).

Euro1: Sì.
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