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Moto & Scooter

Mercato 2001: conto finale

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Disastroso il bilancio per i veicoli fino a 50, mentre il targato mostra un assestamento degli scooter e una leggera ma promettente crescita delle moto

Il "podio" 2001 delle motociclette e degli scooter oltre 50 cc.


di Luigi Rivola




Si è chiuso anche dicembre, e con l’ultimo mese va in archivio anche l’annata commerciale 2001.
In realtà non è ancora tempo di bilanci consolidati, visto che i dati di fine dicembre sono provvisori e suscettibili di modifiche (solo positive) almeno fino a marzo 2002. Il comunicato diffuso dall’ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) si limita ad esporre l’andamento dell’anno trascorso prendendo in esame il numero complessivo di veicoli venduti nei due anni confrontati: 605.
428 sono state in totale le vendite del 2001, mentre nel 2000 erano state 848.364. Il calo provvisorio è quindi del 28,6%.
Questo raffronto ha comunque un significato molto modesto in quanto le motivazioni d’acquisto dei veicoli motorizzati fino a 50 cc sono notevolmente diverse da quelle del targato, tanto che le due categorie sono normalmente e giustamente identificate come due mercati diversi.




In realtà i dati vanno scorporati per capire quale sia stata la vera e lampante indicazione fornita dal mercato negli ultimi anni. Nel 2001 si sono venduti 418.667 motocicli (dati provvisori), di cui 288.217 scooter e 130.450 motociclette. Nel 2000 il totale dei motocicli era stato 524.619 suddiviso in 399.721 scooter e 124.898 moto.
L’informazione che si ricava da questi dati è limpida: assestamento del mercato degli scooter targati, che negli ultimi anni era letteralmente esploso, e crescita del mercato della motocicletta classica. Si tratta di un’indicazione tutto sommato positiva, anche se la perdita accusata dagli scooter è abbastanza rilevante e certamente preoccupante per quei costruttori (troppi) che hanno puntato molto o tutto sul fenomeno del momento.






Assolutamente negativo è invece il bilancio dei veicoli fino a 50 cc. Già lo scorso anno (2000) si gridava alla calamità, ma quest’anno siamo proprio alla disfatta: da 323.745 si è passati a 186.761, con una perdita secca del 42,3%.
In dicembre non è apparso alcun sintomo di ripresa, anzi il calo si è accentuato: 16.281 erano stati i cinquantini consegnati alle concessionarie nel dicembre del 2000, mentre solo 8.041 sono stati distribuiti dalle Case alle rispettive reti nell’ultimo mese del 2001.




Per i costruttori questa è la conseguenza del mancato rinnovo degli incentivi governativi, ma se certamente ciò ha prodotto un drastico ridimensionamento del mercato, anziché un rallentamento più controllato, non c’è comunque alcun dubbio che l’origine vera del crollo risieda nel mutamento d’indirizzo – per varie ragioni – di gran parte del pubblico che aveva decretato il grande successo degli scooter 50 negli anni passati.
Il Centro Studi Promotor, che nel suo ultimo comunicato scrive: “Oltre alla fine degli incentivi, le vendite dei cinquantini sono state penalizzate dall’introduzione del casco obbligatorio per tutti. Il maggiore impatto negativo sulle vendite è però derivato dai forti rincari dei premi di assicurazione, da una certa saturazione del mercato e anche dall’attesa dell’emanazione del nuovo Codice della Strada, che dovrebbe prevedere per i cinquantini appositamente omologati anche la possibilità di trasportare un passeggero”.




In pratica, l’autorevole Centro Studi bolognese rimarca il punto focale della questione: lo scooter 50 ha perso tutto ciò che era all’origine della sua passata appetibilità: economia, privilegi (casco non obbligatorio per i maggiorenni) e fascino modaiolo, e necessiterebbe, per un ripresa, non tanto di incentivi, quanto di una rinnovata motivazione all’acquisto, che potrebbe essere (ma sappiamo che è stata appena negata) la possibilità di ospitare il passeggero, o l’autorizzazione all’accesso ai centri storici (anche questa ormai remota, almeno per le centinaia di migliaia di ciclomotori e scooter che non rientrano nella normativa Euro-2).
In mancanza di ciò, immaginare una ripresa dei cinquantini è quantomeno arduo, anche se, considerate le vendite del 2001, sembra difficile pensare anche ad un ulteriore e sensibile calo del mercato specifico.






Osservando il mercato del targato si nota innanzitutto la prevalenza assoluta della Honda, che a cifre consolidate avrà superato quota 100.000 immatricolazioni, stabilendo un record che difficilmente sarà superato. Yamaha e Piaggio, che la seguono in classifica, hanno totali che non consentono loro, come avveniva saltuariamente in passato, di contendere alla più importante Casa motociclistica mondiale il primato sul mercato più importante d’Europa, cioè il nostro.
Suzuki e Aprilia stanno lottando gomito a gomito per il quarto posto. Appena 1280 immatricolazioni separano la Casa italiana da quella giapponese che la precede, e il consolidamento delle cifre nei prossimi mesi potrebbe anche ribaltare la situazione.




Lotta dura anche fra BMW e Ducati, che occupano l’ottavo e il nono posto, alle spalle di Kymco e Malaguti. Le due prestigiose marche sono separate attualmente da poco più di 300 immatricolazioni, e anche in questo caso tutto si deciderà nel corso del consolidamento dei conti.
Ultima delle “top-ten” del 2001 è la Kawasaki, che quest’anno non è arrivata a 7000 immatricolazioni nonostante la completezza della sua gamma e l’andamento favorevole del mercato della moto. Il decimo posto non si addice alla Casa di Akashi, che evidentemente deve essersene accorta; nel 2002 infatti le cose cambieranno in modo sostanziale, con la nascita della Kawasaki-Italia, filiale diretta della Casa madre giapponese.






Il modello più venduto in assoluto in Italia nel 2001 è stato lo scooter Honda SH 150, che ha totalizzato 13.675 immatricolazioni. Lo segue a ruota lo scooterone Suzuki Burgman 400 con 13.280, una performance veramente eccellente, che ci fa pensare a che cosa avrebbe potuto puntare il Piaggio X9 500, competitivo col Burgman in termini di prestazioni, dotazione e prezzo, se non avesse avuto un esordio così castrante per il noto difetto d’origine alla ruota posteriore, oggi felicemente risolto. Formidabile anche la prestazione del Yamaha T-Max 500, che grazie anche a un partenza anticipata rispetto al concorrente Honda Silver Wing 600, lo ha nettamente battuto, piazzandosi al quarto posto assoluto alle spalle dell’Honda @ 150.




Prima delle moto è la Honda Hornet 600, sesta assoluta con 10.870 immatricolazioni; precede nella specifica categoria un’altra Honda, la XLV 650 Transalp, e la Suzuki SV 650.
Relativamente al solo mese di dicembre 2001, la classifica degli scooter vede ai primi tre posti l’Honda SH 150 con 381 immatricolazioni, davanti al Yamaha Majesty 250 con 225 e al Piaggio Beverly con 220.
Il “podio” delle motociclette è occupato per due terzi dalla Ducati, che occupa il primo posto con la Monster 600 (209 immatricolazioni) e il secondo con la Monster 900 (121). Terza è la Honda CBR 900 RR modello 2001, con 95 immatricolazioni.




Al momento in cui scriviamo queste considerazioni sul mercato a fine dicembre 2001 ci sono stati comunicati in via ufficiosa i primi dati relativi a gennaio 2002.
Ci riserviamo naturalmente di commentarli in modo approfondito non appena ci perverranno i tabulati completi, ma non possiamo celare la nostra soddisfazione in merito alle anticipazioni: sembra che il 2002 sia partito alla grande, con vendite paragonabili a gennaio 2001, mese record che però, purtroppo, non ebbe corrispondenza nei mesi successivi. C’è però da dire che mentre nel 2001 a gennaio si risentirono positivamente gli effetti degli incentivi ancora esistenti, quest’anno questa spinta artificiosa non c’è, quindi ci sono buoni motivi per sperare che l’entusiasmo del primo mese si mantenga anche in quelli a venire.
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