Moto & Scooter
Buell XB9R Firebolt
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In Europa non si è mai vista, ma in America qualcuno l’ha “beccata”, forse ad una convention. Ecco, la nuova Buell, pioniera delle “Sportfigher”
di Daniele Massari, foto 2WF.com
Si chiama Buell XB9R Firebolt, ed è stata fotografata in America, probabilmente ad una convention di concessionari Buell, uno dei quali “ha fatto la spia” alla rivista americana on-line “2WF.com”, che gentilmente ci ha concesso di pubblicare per l’Europa le foto apparse nel suo sito. Dagli alti vertici della Buell Motorcycles, questo nuovo modello è stato definito “Sportfighter”, e si propone quindi di inaugurare un nuovo filone di moto dalle prestazioni in assoluto non eclatanti, ma perfettamente sfruttabili: non serve avere 200 CV e non poterli usare, ma ne bastano la metà ed una buona ciclistica per divertirsi il triplo!
Caratterizzata da linee tutto sommato nuove per la casa americana, la Firebolt adotta un nuovo motore, inedito per cilindrata e soluzioni tecniche.
Più che una nuda, la Firebolt può ritenersi ormai una semi-carenata, vista la presenza di un cupolino in cui si inserisce il doppio faro circolare. Per il resto, le sovrastrutture rispettano i canoni minimalisti che da sempre caratterizzano modelli come la S1 e la X1, ma qui compare un codino dotato di sella sdoppiata, la cui parte posteriore può essere coperta (o sostituita?) in modo da trasformare la XB9R in monoposto.
Inedita anche la strumentazione, contenuta all’interno del cupolino e composta di due elementi circolari a fondo bianco, su cui campeggia il logo Buell.
Con un interasse inferiore a quello di molte altre sportive pure (75mm meno della Yamaha R1), ed un peso a secco che dovrebbe mantenersi al di sotto dei 175 kg, la Firebolt si propone come un mezzo per il divertimento puro, forte anche della potenza di circa 100 CV di cui si vocifera.
Voci ufficiose parlano del suo ingresso sul mercato verso il prossimo mese di novembre, ad un prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 10.000 dollari (circa 22 milioni di lire).
Inedita anche la strumentazione, contenuta all’interno del cupolino e composta di due elementi circolari a fondo bianco, su cui campeggia il logo Buell.
Con un interasse inferiore a quello di molte altre sportive pure (75mm meno della Yamaha R1), ed un peso a secco che dovrebbe mantenersi al di sotto dei 175 kg, la Firebolt si propone come un mezzo per il divertimento puro, forte anche della potenza di circa 100 CV di cui si vocifera.
Voci ufficiose parlano del suo ingresso sul mercato verso il prossimo mese di novembre, ad un prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 10.000 dollari (circa 22 milioni di lire).
La tecnica
Il propulsore (inserito in funzione stressata all’interno del telaio) rispetta lo schema bicilindrico a V di 45° raffreddato ad aria con due valvole per cilindro ed alimentazione ad iniezione elettronica, ma si propone con una nuova cilindrata di 984 cc, con nuovi valori di alesaggio e corsa e con un rapporto di compressione pari a 10:1.
Nuova la distribuzione dei pesi e dei volumi, al fine di ottenere la massima maneggevolezza possibile.
A tal fine pare che il serbatoio del carburante (a cui si accede dalla zona del cannotto di sterzo) sia stato ricavato all’interno del telaio (con inclinazione del cannotto di 21°), dall’aspetto completamente inedito: è scomparsa infatti la struttura tubolare a sezione tonda dall’elaborato disegno, per far posto ad un doppia culla in alluminio a sezione variabile, su cui è infulcrato un forcellone davvero ben riuscito, dall’aspetto estremamente sportivo e dotato di capriata d’irrigidimento sul lato destro.
Occupa la zona del serbatoio (in materiale plastico) un voluminoso air box alimentato dal sistema di aria forzata con la presa d’aria sul lato sinistro: un elemento decisamente più discreto della classica “televisione” (la grossa ed antiestetica scatola nera) che si trova a destra del telaio sugli altri modelli.
I cerchi sono in alluminio lucidato a sei razze (sdoppiate su quello anteriore), associati ad un impianto frenante di sicuro effetto all’anteriore: qui agisce infatti un disco da 370 mm con pinza a 6 pistoncini, coadiuvato dal disco tradizionale, fittamente forato e dotato di pinza a doppio pistoncino contrapposto, installato sulla ruota motrice.
Le sospensioni sono Showa: forcella a steli rovesciati e mono posteriore, con ampie possibilità di regolazione.
Se la ciclistica risulta inedita, il disegno dello scarico, i cui collettori confluiscono in un terminale disposto al di sotto del propulsore, resta fedele alla geometria che ha decretato il successo stilistico della casa americana, ed ospita gli attacchi per il puntale, dalla linea aggressiva. Anche la trasmissione è, come di consueto, a cinghia dentata.
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