Moto & Scooter
Libri: " Hell’s Angel - La vita spericolata di Sonny Barger"
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Arriva in libreria la vera storia dei "fuorilegge motorizzati", scritta dallo storico capo del Motoclub di Oakland. Trecento pagine ricche di considerazioni, pensieri e accese testimonianze nel racconto emozionante di chi ha vissuto anni turbolenti in se
di Roberto Pellegrino
" Per la maggior parte eravamo giovani intorno ai vent’anni, che avevano mollato le scuole superiori e non riuscivano a mettere insieme quattro soldi. Abitavamo nei garage degli amici e tutto quello che possedevamo erano i vestiti che avevamo addosso e la moto che avevamo tra le gambe ".
Sono le parole di Ralph “Sonny” Barger per tre decenni ai vertici degli Hell’s Angels, il celebre motoclub di Oakland, California, mai riconosciuto dall’AMA (American Motorcycle Association), ma con centinaia di sedi in tutto il mondo.
Con alle spalle una vita spesa tra povertà, furti, prigione e centinaia di miglia macinate con la sua moto, Sonny ha preso la macchina da scrivere e nel libro “Hell’s Angel – La vita spericolata di Sonny Barger” (edito in Italia da Baldini & Castoldi, Lit. 28.000, 306 pagg) ha messa nero su bianco vera la storia di questi ragazzacci motorizzati che negli anni Cinquanta regalarono parecchi grattacapo alla polizia di numeroso contee della California. Spesso, infatti, furono chiamati davanti al giudice per rispondere di spaccio di stupefacenti, furti di auto e moto e disturbo delle quiete pubblica. E alcuni componenti furono anche accusati di omicidio.
Sonny voleva farla finita con i ciarlatani, con quella ridda di scribacchini che, tra le decine di libri pubblicati sulla storia degli Hell’s Angels, si erano accaniti nel gettare fango su di lui e i suoi ragazzi che erano discendenti di quei motociclisti vagabondi che alla fine della Seconda Guerra Mondiale riempirono le strade e che non avevano la minima paura di lanciarsi a tutta velocità in moto, sfidandosi e innescando indemoniati inseguimenti con la polizia. Da qui la loro fama, destinata a peggiorare con l’arresto di alcuni componenti e a incutere timore in chi li vedeva sfrecciare per le strade delle piccole cittadine della California.
Da qualche anno Mr. Barger ha lasciato la California, è approdato in Arizona, si è riappacificato con se stesso e con la polizia, ma continua a difendere l’orgoglio degli Hell’s, alimentando il mito. Pubblichiamo alcuni passaggi tratti dal suo libro per gentile concessione della Baldini & Castoldi.
Il libro: alcuni brani in anteprima
Con alle spalle una vita spesa tra povertà, furti, prigione e centinaia di miglia macinate con la sua moto, Sonny ha preso la macchina da scrivere e nel libro “Hell’s Angel – La vita spericolata di Sonny Barger” (edito in Italia da Baldini & Castoldi, Lit. 28.000, 306 pagg) ha messa nero su bianco vera la storia di questi ragazzacci motorizzati che negli anni Cinquanta regalarono parecchi grattacapo alla polizia di numeroso contee della California. Spesso, infatti, furono chiamati davanti al giudice per rispondere di spaccio di stupefacenti, furti di auto e moto e disturbo delle quiete pubblica. E alcuni componenti furono anche accusati di omicidio.
Sonny voleva farla finita con i ciarlatani, con quella ridda di scribacchini che, tra le decine di libri pubblicati sulla storia degli Hell’s Angels, si erano accaniti nel gettare fango su di lui e i suoi ragazzi che erano discendenti di quei motociclisti vagabondi che alla fine della Seconda Guerra Mondiale riempirono le strade e che non avevano la minima paura di lanciarsi a tutta velocità in moto, sfidandosi e innescando indemoniati inseguimenti con la polizia. Da qui la loro fama, destinata a peggiorare con l’arresto di alcuni componenti e a incutere timore in chi li vedeva sfrecciare per le strade delle piccole cittadine della California.
Da qualche anno Mr. Barger ha lasciato la California, è approdato in Arizona, si è riappacificato con se stesso e con la polizia, ma continua a difendere l’orgoglio degli Hell’s, alimentando il mito. Pubblichiamo alcuni passaggi tratti dal suo libro per gentile concessione della Baldini & Castoldi.
Il libro: alcuni brani in anteprima
Il libro: alcuni brani in anteprima
" Negli anni Cinquanta avevo l’aspetto di un duro da strada: portavo i Levi’s con un paio di centimetri di risvolto alla caviglia, fumavo le Camel (in alternativa alla Lucky Strike, che erano la marca di mio padre), avevo l’atteggiamento giusto e guidavo una moto. I miei amici ed io portavamo le magliette col collo a V e compravamo stivali da meccanico con la fibbia cromata al “Red Wing”, un negozio di abbigliamento da lavoro di Oakland (…) Da subito decidemmo che se avessimo portato tutti lo stesso stemma, avremmo dovuto anche agire tutti nell’ambito delle stesse regole. Il nome? Hell’s Angels. (…) Spesso, oggi, mi sento chiedere delle iniziazioni per diventare un Hell’s Angels, e sicuramente su questo argomento si sono fatte delle speculazioni assurde, come “per diventare un Hell’s Angel bisogna uccidere qualcuno”. Non c’è mai stato un rito di iniziazione, a parte, quello di servire come “prospect”, candidato: devi essere al servizio di tutto il club. Devi trovarti sul posto prima di una riunione e assicurarti che presso la sede ci siano i tavoli e le sedie. Al termine, il candidato pulisce la sede, un ruolo che riveste fino a quando non è più il socio più recente del club. (…)"
” Intorno alla fine di novembre del 1969 i Rolling Stones si misero in testa che volevano suonare dalle parti di San Francisco. (…) Avevano in testa un concerto gratuito che contrassegnasse la fine del loro tour americano “Let it bleed”. Stava prendendo piede l’idea di farlo al Golden Gate Park. Al parco il problema era il servizio d’ordine. Fu grogan (un hippie di San Francisco che lavorava all’organizzazione con Sam Cutler, il rappresentante degli Stones) a farsi venire in mente l’idea: “Faremo scortare gli Stones da cento Hell’s Angels in sella alle Harley” pare che abbia detto. “Ragazzi nessuno si avvicinerà agli Hell’s Angels. Non oseranno”. Evidentemente venne stipulato un accordo tra la gente degli Stones e gli Angels di Frisco (San Francisco, ndr). Pete Knell, il presidente della sezione di Frisco, diede la sua parola che gli Angels avrebbero provveduto al servizio d’ordine in cambio di 500 dollari di birra. Pete era un Hell’s Angel di Frisco di alto profilo. Ci eravamo sempre rispettati a avicenda, persino nei momenti di guerra tra noi di Oakland e loro di Frisco. (…) L’accordo era semplice: volevamo unirci a Frisco e sederci sul palco a guardare la folla bevendo birra gratis? Molto presto i Rolling Stones avrebbero scoperto che gli Hell’s Angels della California erano un pochino diversi dalle loro controparti inglesi dell’epoca. (…)”
Per gentile concessione della Baldini & Castoldi
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