Moto & Scooter
Gilera Runner VX e DNA 125
Pagina principale
Il marchio lombardo ha presentato i modelli più sportivi della propria gamma: uno più tradizionale, l'altro invece decisamente fuori del comune

di Alberto Dell'Orto
, foto Giuseppe Gori
Il gruppo Piaggio, dopo la chiusura della fabbrica di Arcore e la fine della produzione di motociclette, ha impiegato il marchio Gilera per valorizzare i modelli dall'impostazione più sportiva costruiti a Pontedera.
In quest'ottica appare dunque logico che i nuovi motori a 4 tempi LEADER a quattro valvole e raffreddamento a liquido facciano la propria apparizione proprio sui modelli più grintosi di questo glorioso marchio, che ha avuto nella sua storia un rapporto molto stretto con le competizioni.
I due modelli in questione sono il già noto Runner in versione VX (dotato di grafiche e colorazioni che lo distinguono immediatamente) e il nuovo DNA. Le cilindrate proposte sono 125 e 180, ma noi abbiamo scelto, in questa occasione, di offrire una comparativa della cilindrata permessa ai sedicenni e ai possessori di patente B.
Il Runner si presenta come un commuter urbano dotato però di quel tanto di sportività che lo distingue dagli altri: non è un caso che, nella versione 180, abbia gareggiato e stupito nella massacrante gara in salita americana dei Pikes Peak, dove Cristian Mattei, Maurizio Virtuani e Jimmy Lewis hanno gareggiato senza sfigurare nella classe Moto 250 cc, popolata di mezzi ben più potente. Il DNA, invece, è proprio un "fun scooter", una Monster degli scooter, che offre un divertimento di guida superiore anche se a costo di qualche limite nella praticità di utilizzo.
Il Runner si presenta come un commuter urbano dotato però di quel tanto di sportività che lo distingue dagli altri: non è un caso che, nella versione 180, abbia gareggiato e stupito nella massacrante gara in salita americana dei Pikes Peak, dove Cristian Mattei, Maurizio Virtuani e Jimmy Lewis hanno gareggiato senza sfigurare nella classe Moto 250 cc, popolata di mezzi ben più potente. Il DNA, invece, è proprio un "fun scooter", una Monster degli scooter, che offre un divertimento di guida superiore anche se a costo di qualche limite nella praticità di utilizzo.
Descrizione
I due modelli hanno in comune solo la motorizzazione, un propulsore decisamente moderno e dotato di apprezzabili prestazioni. Il resto, come logica conseguenza delle diverse impostazioni, è completamente diverso, anche se l'ispirazione è la stessa.
Il Runner riprende almeno concettualmente le forme dello scooter classico, anche se le plasma per ottenere qualcosa di completamente differente (lo scudo non è più così protettivo, e per salire in sella bisogna sollevare la gamba da dietro la sella, come sulle moto). La posizione di guida, invece, riflette quella tradizionale, pur se con una posizione dei piedi più obbligata e il busto leggermente piegato in avanti.
Il Gilera Dna invece non offre compromessi: più che di uno scooter si tratta di una moto con la trasmissione automatica. Quindi il cupolino aggressivo, le pedane con puntalini, i mezzi manubri, il codino aerodinamico e il serbatoio tra sella e manubrio… Beh, in effetti non è un serbatoio (quello vero è più in basso), ma un comodo vano portacasco. Però l'indovinata posizione di guida ricorda una sportiva e conferisce comunicativa ed efficacia anche in una situazione fuori del comune come l'impiego in circuito
Dunque, due progetti fuori dagli standard, indirizzati verso un pubblico che ama il comportamento sportivo come fonte di divertimento e di sicurezza attiva. Il Runner, poi, aggiunge alla dotazione un utile antifurto elettronico a riconoscimento della chiave (immobilizer), mentre il DNA offre una strumentazione in linea con le tendenze delle supersportive. Peccato che entrambi offrano un livello di finitura delle plastiche migliorabile.
Tecnica
I due modelli hanno una base meccanica che prevede l'impiego dello stesso gruppo motopropulsore, un moderno monocilindrico a quattro tempi e quattro valvole dotato di raffreddamento a liquido. Il posizionamento del gruppo termico è orizzontale per contribuire all'abbassamento del baricentro, mentre il cilindro è realizzato in ghisa per motivi di economia e rigidità dell'insieme. Di entrambi i modelli è disponibile la versione di 180 cc (che prende il nome di VXR per il Runner), dotata di cilindro in alluminio.La trasmissione, come d'abitudine su questi veicoli, è affidata a una frizione centrifuga, un variatore a cinghia dentata e una finale ad ingranaggi.
Il telaio è invece molto diverso tra i due modelli. Il Runner ha una tradizionale struttura in tubi d'acciaio dotato di traverso di collegamento tra sella e piantone di supporto dello sterzo, mentre il DNA impiega un innovativo telaio a doppio trave perimetrale che riprende le unità impiegate anche da numerose supersportive.
Anche freni e ruote sono differenti: il Runner utilizza cerchi da 12" in abbinamento a pneumatici 120/70 e 130/70, mentre il DNA utilizza cerchi da 14", che offrono più area di contatto con l'asfalto ai 120/70 e 140/70 di cui è dotato. I freni sottolineano la sportività del DNA, che adotta dischi da ben 240 mm (l'anteriore dotato di pinza flottante a doppio pistoncino); il Runner comunque si difende bene con i suoi dischi da 220 mm.
Su strada
Le caratteristiche di guida, verificate all'interno del circuito del Mugello e su percorsi stradali intorno, hanno confermato in pieno le aspettative.
Il Runner VX, pur caratterizzato da una posizione di guida e da caratteristiche di conduzione sportiveggianti, si rivela un ottimo commuter urbano e per piccole gite fuori porta, grazie alle proporzioni che uniscono abitabiltà e snellezza. Il motore, supportato da una trasmissione che abbina la dolcezza di intervento della frizione e la sportività dei rapporti del variatore, garantisce prestazioni decisamente interessanti. Il telaio è caratterizzato da un comportamento competente e sincero, che mostra qualche incertezza solo nell'innaturale uso in pista, dove, invece, l'impianto frenante offre decelerazioni sostenute e gestibili.
Il DNA, da fun-scooter qual è, sacrifica se non tutto certo molto al divertimento d'uso: efficace in pista quasi come una piccola motocicletta (l'unico neo è dato dal montaggio del motore su tamponi in gomma) grazie a una ciclistica sincera e competente e al baricentro ottimale, cede terreno sul fronte della protettività (praticamente nulla) e dell'ospitalità di un eventuale passeggero, mentre la posizione di guida, pur sportiva, non risulta affaticante. L'impianto frenante, poi, offre prestazioni al vertice della categoria, sia come potenza che come gestibilità.
Il motore, comune ai due modelli, offre un ottimo comfort grazie alla silenziosità e al ridottissimo tasso di vibrazioni.
Dati tecnici
Motore: a 4 tempi, monocilindrico orizzontale, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 94 x 48,6 mm, cilindrata 124 cc, rapporto di compressione n.d.; distribuzione monoalbero a 4 valvole per cilindro, comando a catena; lubrificazione a carter umido. Alimentazione: carburatore; capacita' serbatoio 12 (9) litri. Accensione elettronica ad anticpo variabile Avvimento elettrico con decompressore automatico.
Trasmissione: primaria a cinghia trapezoidale con variatore automatico; frizione automatica centrifuga a secco; finale a ingranaggi.
Ciclistica: telaio a culla in tubi d'acciaio (a doppio trave in acciaio), inclinazione asse sterzo n.d.. Sospensione anteriore: forcella telescopica, steli da 35 mm, escursione n.d.; sospensione posteriore: forcellone in alluminio con doppio ammortizzatore, escursione n.d.. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-12" (120/70-14"), posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 130/70-12" (140/70-14"). Freni: anteriore a disco di Ø 220 (240) mm, pinza flottante a 2 pistoncini affiancati; posteriore a disco di Ø 220 (240) mm, pinza a 2 pistoncini contrapposti.
Dimensioni e peso: interasse 1340 (1370) mm, lunghezza 1900 (1890) mm, altezza sella 820 (780) mm. Peso a secco 119 (125) kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 15 CV (11 kW) a 9700 giri, coppia n.d., velocità 108 (110) km/h
Omologazione Euro-1: sì
Galleria fotografica