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Equipaggiamento

Casco con realtà aumentata: Yamaha ci crede

Redazione
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Casco con realtà aumentata: Yamaha ci crede

I dispositivi che sovrappongono elementi virtuali al mondo reale hanno ricevuto finora un accoglienza “tiepida”, ma sotto la spinta delle nuove tecnologie potrebbero finalmente decollare. E Yamaha dimostra di crederci

La realtà aumentata sembra ormai pronta a fare il grande passo anche in campo motociclistico. Molte case e produttori di caschi ci stanno lavorando da anni. BMW ha presentato un casco da moto AR già nel 2016 e quest'anno ha svelato prototipi di occhiali AR per i conducenti di auto dopo aver svelato un parabrezza automobilistico AR nel 2011. Aprilia ha portato la Realtà Aumentata nei box della MotoGP nel 2017 grazie a Daqri Smart Helmet, un casco sperimentale che consente a tecnici e meccanici di visualizzare sulla visiera contenuti olografici utili durante le attività di preparazione delle moto.
Attualmente i due progetti AR che hanno raccolto più interesse in campo motociclistico sono Aegis Rider e LiveMap. Il primo, sviluppato in Svizzera, sfrutta la tecnologia ARAS, che sta per Advanced Rider Assistance System, un sistema molto simile all’ADAS, Advanced Driver Assistance System, nato per le quattro ruote. Il casco moto in realtà aumentata possiede un sensore di rilevazione, vicino al mento, e delle ottiche removibili, posizionate sopra la visiera, mentre la batteria è posizionata nel retro del casco. Il casco è abbinato ad un’app dedicata che permette di visualizzare le informazioni come la marcia utilizzata, i giri motore, la velocità e i limiti consentiti dalla zona percorsa. Quindi un mix tra le informazioni della moto e le informazioni raccolte dal software sull’ambiente esterno. Il LiveMap è invece un casco integrale, connesso allo smartphone del motociclista, con una visiera dotata di realtà aumentata, progettato da alcuni ricercatori russi. Il progetto ha preso il via nell’ormai lontano 2013 e dopo dieci anni è pronto per essere completato e acquistato dall’utenza. Livemap possiede alcune skills importantissime e tecnologiche come il navigatore GPS, l’action-cam per la ripresa dei viaggi, ma anche degli imprevisti o dei sinistri. Tempi lunghi quindi, e molte incertezze, legate soprattutto ai costi. I prezzi, laddove presenti, sono ancora molto alti, si parla di circa 2000 dollari, ma potrebbe diventare una vera rivoluzione per il modo in cui pensiamo i caschi e potrebbe, l’uso del condizionale è d’obbligo,  diventare una decisiva invenzione per ridurre sensibilmente gli incidenti su strada e avere contezza di quanto sta accadendo sulla moto mentre guidiamo e di ciò che ci circonda.
Nonostante tutte queste incertezze, anche Yamaha continua a credere e a lavorare sulla progettazione di un casco da moto con tecnologia AR.  La casa giapponese è impegnata sull'AR da molti anni e ha presentato il suo primo casco dotato di AR nel 2015.  Questo casco funzionava in modo simile all'Apple Vision Pro, utilizzando una cuffia Sony per la realtà mista che copriva gli occhi del pilota e utilizzava telecamere stereo per trasmettere immagini dal mondo esterno agli schermi interni, integrate da grafica AR. L'ultimo e recente brevetto depositato da Yamaha si allontana invece dall'idea di coprire completamente gli occhi con schermi e adotta un approccio che ricorda più da vicino quello di un head-up display, con una “normale” visiera trasparente sulla quale si possono sovrapporre immagini e informazioni generate al computer nel campo visivo dell'utente. Il brevetto affronta anche il problema del movimento della testa, che modifica il campo visivo.  Yamaha ha riconosciuto questo problema e prevede di integrare fino a quattro piccole telecamere puntate su chi lo indossa per rilevare la posizione degli occhi.  Questa tecnologia, combinata con la luce a infrarossi, dovrebbe consentire al sistema di determinare dove posizionare le immagini AR nel campo visivo del pilota. Il brevetto tiene conto delle diverse varianti di casco per moto, sia aperto che integrale, e menziona anche altri tipi di caschi, come quelli dei giocatori di baseball, per rendere il campo di applicazione il più ampio possibile.
La tecnologia inserita in questi caschi con la realtà aumentata è di altissimo livello e permette a chi guida di tenere sotto controllo ogni aspetto della propria moto e del proprio viaggio. L’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza fino a limitare il più possibile le variabili che per forza di cose sono l’aspetto meno controllabile e quindi potenzialmente pericoloso per chi guida su due ruote. Rimane da capire se e quanto i motociclisti sono disposti a pagare per questa tecnologia.

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