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Caschi pericolosi: Altroconsumo e i costruttori

di Riccardo Matesic il 01/04/2009 in Equipaggiamento

La rivista Altroconsumo ha testato 18 caschi di marca, dichiarandone 4 affetti da "gravi problemi di sicurezza". Le opinioni dell'ANCMA e le reazioni di Bieffe, MDS, Suomy e Vemar

Sta facendo molto rumore un comunicato stampa e un articolo della rivista Altroconsumo, relativo a una serie di test effettuati su caschi di vari modelli e differenti marchi. Il motivo è nel fatto che ben quattro prodotti diversi sarebbero stati trovati non idonei. Si tratta del Bieffe Syntek, dell'MDS Edge, del Suomy Trek e del Vemar VSREV. Contrariamente a quanto succede con l'inchiesta della Guardia di Finanza (http://motonline.com/news_showroom/articolo.cfm?codice=178449), del tutto scollegata da questa vicenda e relativa a prodotti di bassissima gamma, stavolta non si parla di ditte sconosciute nel mondo delle due ruote. E i caschi oggetto del test di Altroconsumo non sono fra i più economici.
A qualche giorno dalla pubblicazione dell'articolo, Vemar è stata la prima a rompere il silenzio con un comunicato, seguita dal Gruppo AGV-MDS. Per domani 2 aprile è previsto un comunicato anche da parte di Suomy. Inutile dire che i costruttori rigettano ogni accusa e chiedono ad Altroconsumo di dare spazio alle loro smentite.
"Personalmente ho visto i risultati dei test di Suomy e Vemar – ci dice Gianluca Solani (ANCMA Gruppo Caschi) - e posso affermare rientrano nei limiti ritenuti soddisfacenti dal paragrafo 10.4.5 del Regolamento. Il protocollo d'omologazione ECE 22/05 prevede infatti due diverse fasi per il controllo della produzione. Una pre-vendita, dove i caschi devono rigorosamente rispettare i limiti, e una post-vendita, o di controlli eseguiti dalle autorità. In questo caso trova applicazione il paragrafo 10.4.5., che consente per i caschi prelevati presso i punti vendita, e non presso la linea di produzione, una tolleranza del 10% per quanto riguarda i valori massimi dei test. Questo in considerazione delle possibili variabili legate all'invecchiamento e alle condizioni di stoccaggio. Non giudico il livello del casco ma è un errore dichiarare fuori norma quei due caschi".
- Questo vale anche per gli altri due marchi coinvolti?
"Degli altri non so nulla, ma potrebbe essere diverso il caso del casco Bieffe: se realmente s'è spaccata la visiera come si vede nella foto pubblicata".
A questo punto giriamo ad Altroconsumo la richiesta di avere tutta la documentazione del caso, e ci dichiariamo pronti a ospitare un loro intervento, come anche quello delle altre Case coinvolte in questa vicenda.

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Grosseto, 31 Marzo 2009 - In relazione alla notizia pubblicata il 26 marzo 2009 dalla testata Altroconsumo sul proprio sito internet – poi diffusa ad altri organi di stampa – secondo cui il casco Vemar Helmets modello VSREV, sottoposto a test di laboratorio, non sarebbe conforme alla normativa attualmente vigente in materia di omologazione e dovrebbe essere, per tale motivo, ritirato dal mercato, osserviamo quanto segue:

1. il casco ha ottenuto regolare omologazione avendo superato le prove di impatto e resistenza a cui è stato sottoposto dagli organi idonei a rilasciare i certificati omologativi e nello specifico il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti;
2. come indicato dalla Normativa vigente, il casco viene sottoposto periodicamente ad una routine di test di verifica che sono stati tutti regolarmente superati;
3. i risultati dei test effettuati da Altroconsumo sul casco Vemar Helmets modello VSREV rientrano nei valori di conformità stabiliti dalla normativa attualmente vigente in materia di omologazione, ovvero il regolamento ECE 22/05, come può essere confermato da qualunque laboratorio abilitato.
4. nessun casco Vemar Helmets modello VSREV è stato ritirato dal mercato né sussistono le condizioni per il suo ritiro.
5. tutti i possessori di un casco Vemar Helmets modello VSREV possono ritenere di possedere un casco pienamente sicuro e rispondente alle Normative in vigore.
Sono state, quindi, diffuse notizie assolutamente infondate sia per quanto riguarda la difformità del casco ai criteri omologativi sia per quanto riguarda la sua sicurezza.
Per tali motivi il casco Vemar VSREV, commercializzato da anni ed indossato da molti piloti professionisti anche nel Motomondiale e nella MotoGP, non può in alcun modo essere considerato pericoloso.

VEMAR HELMETS S.R.L.

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L'azienda piemontese più che un comunicato, ha scelto di scrivere una lettera aperta a presidente di Altroconsumo, Paolo Martinello. Ve ne riportiamo il testo.

Abbiamo letto l'anteprima del numero di Aprile di Altroconsumo e abbiamo conseguentemente letto la notizia che riguarda, tra gli altri, anche un casco MDS (Modello Edge).
Secondo Altroconsumo il nostro casco non è sicuro: vengono citati sommariamente i test per la verifica della resistenza agli urti che vengono effettuati in sede omologativa e, senza altri dettagli, il casco viene inserito in un elenco di prodotti che risultano quindi a "rischio".
Questo articolo viene pubblicato in un momento in cui l'opinione pubblica è particolarmente sensibile, per un sequestro di circa 7000 caschi operato dalla Guardia di Finanza sul mercato, su prodotti di dubbia provenienza e produzione.
Nell'articolo si parla di "gravi motivi di sicurezza" e di relativa "denuncia al Ministero".
L'eco su altri giornali è stata che "Altroconsumo ne ha chiesto il ritiro dal mercato".
AGV ritiene che Altroconsumo abbia il diritto di valutare i prodotti sul mercato, ma che giudizi ufficiali in merito alla pericolosità e alla legalità spettino agli enti competenti.
AGV altresì reputa fondamentale fornire ulteriori dettagli relativamente ai test e ai risultati che riguardano il proprio prodotto.
Sui caschi sono effettuate prove di "assorbimento degli urti", prove di "scalzamento", prove di "tenuta del cinturino", prove sulle visiere.
L'unico punto in discussione, per il casco MDS, è legato alle prove di "assorbimento degli urti". I test omologativi di "assorbimento degli urti" avvengono su 5 punti con incudine piatta (zona frontale, top, posteriore, lato e mento) e su 4 punti con incudine kerbstone (simulazione di un angolo di marciapiede; zona frontale, top, posteriore e lato).
Gli impatti avvengono con caschi condizionati a freddo (– 20 °C), a caldo (+ 50 °C), a temperatura ambiente, ai raggi UV e umidità.
Per ogni impatto vengono valutati due parametri:
– la decelerazione residua sulla falsa testa (< 275g);
– l'HIC (misura dell'energia assorbita: < 2400).
I parametri tenuti sotto controllo sono quindi molteplici.
Il casco MDS, secondo i test di Altroconsumo, sarebbe fuori obiettivo in un solo punto (quello posteriore), solamente a -20 °C e per un solo parametro (il valore di HIC).
Non ci è stato comunicato il nome del laboratorio, fonte di questi dati, evidentemente ci riserviamo l'approfondimento dei risultati e comunque non riteniamo in alcun modo il nostro casco un prodotto a rischio e/o pericoloso.
Siamo seriamente preoccupati per il tipo di impatto che tale notizia avrà sul mercato. AGV ha lavorato e sta lavorando per dare un contenuto e un'immagine dei propri caschi che metta in primo piano la sicurezza.
Abbiamo avuto importanti ed oggettivi riscontri su vari mercati, attraverso verifiche indipendenti. Abbiamo il diritto di pretendere che l'informazione riguardante il nostro casco sia precisa, evitando la confusione (facile in questo periodo), con altre situazioni produttive che niente hanno a che fare con il modo di progettare e produrre di AGV.
Dato quanto sopra, riteniamo che l'immagine della nostra azienda sia stata gravemente danneggiata dalla pubblicazione del vostro articolo, pertanto vi chiediamo:
- di fornire documentazione relativa al laboratorio presso il quale siano stati effettuati i test, comprovante certificazione ISO/IEC 17025, accreditamento per l'effettuazione dei test in questione e certificazione della periodica verifica della taratura degli strumenti utilizzati per l'effettuazione dei medesimi (anche con riferimento ai solventi utilizzati nella prova);
- di poter esaminare il casco MDS sottoposto ai test e ciò anche attraverso nostri consulenti;
- la replica da parte di AGV, a commento dell'articolo pubblicato sul vostro sito internet alla pagina:
http://www.altroconsumo.it/caschi/caschi-moto-un-flop-integrale-s239023.htm, avente la seguente formulazione:
"Si comunica ai lettori che la ditta AGV S.p.A., con riferimento all'articolo comparso a pagina http://www.altroconsumo.it/caschi/caschi-moto-un-flop-integrale-s239023.htm ha contestato i contenuti dell'articolo riguardanti il proprio casco a marchio MDS modello EDGE.
La società AGV S.p.A. informa che il proprio casco è conforme alla normativa ECE 22.05 ed è stato conseguentemente omologato presso gli organi accreditati.
AGV ha messo a disposizione di Altroconsumo i risultati conformi dei test di controllo relativi al lotto sotto analisi senza avere ricevuto alcun riscontro in merito e senza avere ancora ricevuto comunicazione relativa a quale laboratorio abbia effettuato i test."
Chiediamo che la predetta replica venga pubblicata nell'apposito spazio dedicato ai lettori oppure, in mancanza, in altro spazio ben visibile.
Attendiamo un vostro riscontro entro 5 giorni dal ricevimento della presente, in mancanza ci riterremo liberi di intraprendere le azioni che riterremo più opportune per tutelare i nostri diritti.

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Inverigo, 2 aprile 2009

COMUNICATO STAMPA

In relazione alle notizie pubblicate sul sito internet www.altroconsumo.it e sul n. 25 Aprile 2009 della Rivista "Altroconsumo", e precisamente il Comunicato Stampa del 26.03.09 "Caschi moto pericolosi. Quattro, pur omologati, non superano la prova di impatto" e l'articolo "Caschi moto, un flop integrale", Suomy S.p.A. espone quanto segue.

Secondo tali notizie, nelle quali viene sommariamente e genericamente riferito in ordine alla realizzazione da parte di Altroconsumo di una serie di test in laboratorio su 18 modelli di caschi per moto, il casco Suomy TREK ed altri 3 prodotti vengono definiti "pericolosi" e "a rischio" perché non avrebbero "superato i test previsti per l'omologazione, pur esibendo la certificazione.". I modelli di casco, denunciati ai Ministeri competenti per ottenerne l'immediato ritiro dal mercato, sono stati da Altroconsumo "bocciati per gravi problemi di sicurezza" in quanto non garantirebbero sufficientemente la protezione in caso di urto.
Secondo i comunicati pubblicati sul sito internet citati e trasmessi a tutti i mezzi di informazione attraverso l'Ufficio Stampa di Altroconsumo, il casco Suomy TREK non avrebbe superato le prove richieste per l'omologazione, e precisamente quelle di impatto, di resistenza dei materiali e della visiera, di tenuta del cinturino, pur avendone Suomy S.p.A. dichiarato il superamento.
Solo l'articolo pubblicato sul n. 225 Aprile 2009 della rivista "Altroconsumo" precisa che l'unico test che il casco Suomy TREK non avrebbe superato è quello relativo all'assorbimento degli urti.

In considerazione della gravità delle affermazioni e della rilevanza dalle medesime assunta sui mezzi di informazione sia nazionale che del settore - che, in alcuni casi, le hanno riportate in parallelo alle notizie relative ai sequestri di caschi non omologati compiuti dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione "Non ci casco" - Suomy S.p.A. si vede costretta a replicare alle pubblicazioni sopra menzionate, in quanto contenenti informazioni non corrette, generiche, incomplete, non veritiere e, in ultima analisi, gravemente lesive della propria immagine e del proprio marchio.

Suomy S.p.A. ha da sempre posto la sicurezza e la qualità al centro della propria attività e dei propri prodotti, sia nella fase progettuale che in quella produttiva, mantenendo quest'ultima in Italia proprio per assicurarne massima affidabilità e controllo.

Tutti i caschi Suomy, ivi incluso il modello TREK, rispettano integralmente gli standards di sicurezza richiesti dalla normativa vigente in materia di omologazione.
In particolare, i caschi Suomy hanno superato tutte le prove di omologazione, di qualificazione della produzione, nonché i controlli continui e periodici richiesti dal Regolamento ECE/ONU n. 22/05. E ciò non in base a dichiarazioni di Suomy S.p.A., bensì, come noto, in forza della certificazioni, dei controlli e delle ispezioni effettuati dall'ente accreditato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero stesso.

Successivamente ad espressa richiesta scritta, Altroconsumo ha provveduto ad inviare a Suomy S.p.A. i risultati dei test effettuati.
Pur non conoscendo le concrete modalità e le condizioni di svolgimento di tali test né l'identità e le qualifiche del soggetto che li ha effettuati, Suomy S.p.A. non intende contestarne gli esiti, affidandosi, in totale buona fede, alla serietà e professionalità dell'Associazione Altroconsumo.
Ciò nonostante, si deve rilevare che un esame dei risultati delle prove di assorbimento degli urti eseguite da Altroconsumo impone di giungere a conclusioni assai differenti da quelle prospettate da tale associazione.

Invero, in base all'art. 7.3.6 del Regolamento ECE/ONU n. 22/05 "l'efficacia dell'assorbimento è da considerarsi sufficiente quando l'accelerazione risultante misurata nel centro di gravità della falsatesta non superi mai i 275 g, e il valore di HIC non superi i 2400.".
Tale norma va letta in stretta correlazione con la disposizione contenuta nel successivo art. 10.4.5 del citato Regolamento, in forza della quale "le Autorità competenti devono condurre ispezioni secondo l'allegato 12. Nei casi in cui durante un'ispezione emergono risultati insoddisfacenti *_/, l'Autorità competente deve assicurare che tutte le misure necessarie siano intraprese per ripristinare la conformità della produzione il più rapidamente possibile. *_/ Risultati insoddisfacenti significa valori maggiori di 1,1 L, dove L è il valore limite prescritto per ogni omologazione".

Lo stesso Regolamento che individua i valori limite oltre i quali non può essere concessa l'omologazione di un casco specifica, altresì, che la qualità e la sicurezza di un casco prelevato dal mercato sono da ritenersi soddisfacenti qualora tali valori limite non siano superati del 10%.

Nel caso specifico della prova di assorbimento degli urti, il valore di HIC può definirsi soddisfacente qualora non superi la misura di 2640 (2400+10%-240).

Alla luce di quanto esposto, e considerato che i test eseguiti da Altroconsumo riportano 2495 e 2588 quali valori di HIC del casco Suomy modello TREK rispettivamente nelle misure Large e Medium, la prova di assorbimento degli urti deve ritenersi superata. E ciò anche considerando che sono ignote le condizioni di manutenzione e di conservazione del casco sottoposto alle prove.
Sul punto, l'ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, richiesta di chiarimenti in ordine all'interpretazione delle norme sopra citate, ha precisato che i valori di HIC relativi al casco Suomy modello TREK possono ritenersi soddisfacenti in quanto rientrano nella tolleranza concessa dal Regolamento.

Peraltro, in data 16.01.09 l'ente accreditato presso il Ministero ha nuovamente sottoposto il casco Suomy TREK ai test di assorbimento degli urti da parte, certificandone l'integrale conformità agli standard e ai requisiti richiesti dalla normativa vigente, come da rapporto di prova che si allega.

Il casco Suomy modello TREK deve, pertanto, ritenersi conforme agli standard e ai requisiti richiesti dalla normativa vigente, garantendo la protezione e la sicurezza di chi lo indossa.

In considerazione di quanto esposto, Suomy S.p.A. ha richiesto all'Associazione Altroconsumo e alla società Altroconsumo Nuove Edizioni S.r.l., editrice delle pubblicazioni cartacee ed elettroniche sopra menzionate, di pubblicare una rettifica, di cui si allega il testo, in ordine al contenuto delle informazioni e delle notizie riportate, riservandosi ogni più opportuna azione diretta a tutelare i propri diritti, stante la gravità delle notizie e la leggerezza con la quale viene invocato l'intervento dei Ministeri del Trasporto e dello Sviluppo Economico al fine di effettuare un illegittimo e ingiustificato ritiro dal mercato del prodotto in questione.

SUOMY S.p.A.

Rettifica ai sensi dell'art. 8 della l. 8 febbraio 1948 n. 47 e s.m.i.
"In relazione agli articoli e ai comunicati stampa pubblicati in data 26.03.09 sul sito Internet www.altroconsumo.it "Caschi moto pericolosi. Quattro, pur omologati, non superano la prova di impatto" e "Caschi, flop integrale", nonché sul n. 225 Aprile 2009 della Rivista "Altroconsumo", entrambi editi da Altroconsumo Nuove Edizioni S.r.l., nei quali il casco modello TREK prodotto Suomy S.p.A. viene definiti "pericoloso" e "a rischio" perché non avrebbe "superato i test previsti per l'omologazione, pur esibendo la certificazione.", e viene "bocciato per gravi problemi di sicurezza" in quanto non garantirebbe sufficientemente la protezione in caso di urto, Suomy S.p.A. espone quanto segue.
Il casco Suomy TREK, al pari di tutti gli altri caschi prodotti da Suomy S.p.A., ha superato tutte le prove di omologazione, di qualificazione della produzione, nonché i controlli continui e periodici richiesti dal Regolamento ECE/ONU n. 22/05, così come certificato dall'ente accreditato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero stesso.
In base ai dati forniti a Suomy S.p.A. da Altroconsumo e relativi alle prove da quest'ultimo eseguite – dati di cui si chiede la pubblicazione e la diffusione mediante la medesima visibilità degli articoli sopra citati con specificazione di modalità e condizioni delle prove medesime ed indicazione del soggetto che le ha effettuate – risulterebbe che il casco Suomy TREK non avrebbe superato la prova di assorbimento degli urti, riportando valori di HIC superiori a quelli richiesti dal vigente Regolamento ECE/ONU n. 22/05.
Al riguardo, in base al combinato disposto degli artt. 7.3.6 e 10.4.5 di tale Regolamento, l'efficacia dell'assorbimento, e quindi la sicurezza di un casco, è da considerarsi soddisfacente quando il valore di HIC sia inferiore a 2640.
Posto che i dati relativi al casco Suomy TREK forniti da Altroconsumo riportano valori di HIC pari a 2495/2588 e quindi inferiori al valore consentito e ritenuto soddisfacente, il casco Suomy in questione deve ritenersi conforme alla normativa vigente ed in grado di garantire sicurezza e protezione a chi lo indossa. Le informazioni contenute negli articoli sopra citati risultano, pertanto, non corrette, incomplete e, comunque, non corrispondenti alla realtà.
Suomy S.p.A. ne chiede, pertanto, la immediata rettifica, mediante idonee ed opportune visibilità e rilevanza anche nei confronti dei mezzi di comunicazione nazionale e di settore, riservandosi ogni opportuna azione a tutela dei propri diritti. SUOMY SPA"

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