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Rictor Skyrider X1, la folle moto volante che ci dice molto della Cina

Christian Cavaciuti
di Christian Cavaciuti il 19/02/2025 in Attualità
Rictor Skyrider X1, la folle moto volante che ci dice molto della Cina
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Rictor Skyrider X1, la folle moto volante che ci dice molto della Cina

Presentata al CES di Las Vegas, è un incrocio tra una moto e un drone che difficilmente vedrà la luce, ma è comunque il segno dell’ambizione visionaria delle aziende cinesi di oggi

Non è la prima moto volante che vediamo, né la prima moto racchiusa in un guscio. Dalla svizzera Peraves Monotracer con le ruote supplementari per stabilizzarla a bassa velocità, che esiste fin dagli Anni 80, all’americana C-1 di Lit Motors, stabilizzata con due grossi giroscopi, si tratta di un'idea che torna spesso, ma finora non ha mai funzionato nonostante le tante promesse.

Cosa c'è di diverso quindi nel Rictor Skyrider X1, presentato un mesetto fa al CES di Las Vegas? C’è che dimostra l’ambizione e la scala della Cina di oggi. Rictor è un’azienda americana che vende una e-bike dal sapore di motoleggera, ma l'azienda madre Kuickwheel è una piccola potenza cinese. Specializzata in monopattini ed e-bike, fondata nel 2014 da Liu Feng, uno dei tanti baby fenomeni della Cina (primo brevetto depositato, stando alla biografia, alle scuole elementari), ha all’attivo 5 milioni di unità vendute in 150 Paesi, uno stabilimento ultramoderno da 30.000 metri quadrati con 5 linee di produzione e diversi laboratori, 200 brevetti e collaborazioni con aziende del calibro di Audi.

Rictor Skyrider X1, la folle moto volante che ci dice molto della Cina

L'unicorno e la moto volante

Kuickwheel è quello che si definisce un unicorno, cioè un’azienda che vale 1 miliardo di dollari. E come insegnano la storia degli unicorni e quella, più nota, di Elon Musk, per crescere così tanto e così in fretta bisogna proporre tante idee molto ambiziose e molto nuove, al limite del visionario.

Ecco allora che Kuickwheel, a soli 10 anni dalla fondazione, fa letteralmente un salto mortale passando dal mercato della micromobilità a quello non delle moto (che sarebbe già stato ambizioso), ma a quello del volo, con un oggetto ibrido capace di marciare sia su strada che nel cielo (ed ecco il tratto visionario). Un incrocio tra una moto e un drone, con una fusoliera in alluminio aeronautico e carbonio e quattro eliche verticali, controllate da un'elettronica ultramoderna per renderlo capace di muoversi tanto su strada quanto in cielo.

Per quanto al CES il progetto Skyrider sia apparso già piuttosto concreto (si è parlato anche di prezzi, il più verosimile pare di 60.000 dollari), sarà difficile vederlo a breve. Anche ammesso che sia tecnologicamente pronto e fedele alle dichiarazioni (70 km/h massimi e un centinaio di km di autonomia su strada, 100 km/h e fino a 40 min di autonomia in volo) sono troppi i punti da risolvere dal punto di vista normativo: circolare su strada con le eliche in bella vista, decollare e atterrare, rispettare le regole del traffico aereo (per quanto sia previsto il pilota automatico) non sarà certo una passeggiata.

Chi fermerà questa Cina?

Ma lo Skyrider ci mostra allo stesso tempo la facilità disarmante, o per meglio dire spiazzante, con cui le aziende cinesi passano da una tecnologia all'altra e da un settore di mercato all'altro. Lo Skyrider sfrutterà anche la già consolidata tecnologia dei droni, ma vale la pena ricordare che Honda ci ha messo 50 anni ad affrontare il mercato aereo con il suo jet commerciale, mentre Kuickwheel ce ne ha messi meno di 10. E con un modello che sulla carta non lesina certo in fatto di tecnologia e sicurezza, con sistemi di decollo e atterraggio automatici, pianificazione del volo, controllo a tripla ridondanza, la possibilità di atterrare anche in caso di avaria a un motore e un paracadute di sicurezza.

La batteria può essere da 10,5 kWh o 21 kWh, la ricarica è del tipo Fast in corrente continua (DC) a 412 Volt e la capacità di carico massima è di 100 kg. Cos'ha a che vedere lo Skyrider con le moto a cui ci siamo tutti appassionati da ragazzi? Probabilmente solo il fatto di avere una ruota davanti e una dietro. Vorrei volarci? No, ma senz'altro sono colpito dal passo che la Cina continua a mantenere, per quanto il suo modello di sviluppo qualche crepa cominci a mostrarla. Ne parleremo un'altra volta.

Rictor Skyrider X1, la folle moto volante che ci dice molto della Cina
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