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5 cose che ci lascia il 2024

Christian Cavaciuti e Marco Gentili il 24/12/2024 in Attualità
5 cose che ci lascia il 2024
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Fallimenti, cambiamenti tecnologici, i gusti dei consumatori che cambiano, nuove leggi e un giornale che non c'è più: il riassunto dell'anno che si sta per chiudere in 5 notizie

L’anno dei cambi automatici

Dopo 10 anni di DCT e l’arrivo a Eicma 2023 del sistema e-Clutch sempre di Honda, è arrivata la risposta delle altre Case: e la cosa impressionante è che sono arrivate quasi tutte insieme, come se si fossero messe d’accordo. La prima è stata BMW che ha presentato il sistema ASA a fine aprile (noi eravamo presenti in esclusiva), seguita di lì a poco da KTM (inizio giugno, all’Erzbergrodeo 2024) con il suo AMT e da Yamaha con l’Y-AMT (fine giugno). L’altra cosa interessante è che si tratta di sistemi tutti piuttosto diversi: Honda ha un complesso doppia frizione o una specie di quickshifter evoluto con la frizione automatica; BMW e Yamaha hanno cambi tradizionali ma con azionamento robotizzato (i dettagli differiscono), KTM infine abbina un cambio robotizzato a una frizione automatica centrifuga. Li abbiamo provati tutti e, al di là delle polemiche che si sono subito scatenate a livello “filosofico”, sono sistemi che funzionano piuttosto bene. Vedremo ora che risposta avremo dal mercato nel 2025.

 

5 cose che ci lascia il 2024

L’anno dei fallimenti: Cake, Fuell, Energica, KTM

Capitolo dolente: in un contesto piuttosto favorevole per le due ruote, particolarmente in Europa, il 2024 ha fatto registrare un numero mai visto prima di fallimenti. E finché si parla di aziende piccole e dedicate all’elettrico come Cake (fallita a febbraio), Fuell (ottobre) o la nostra ormai ben strutturata Energica (sempre ottobre), è un rischio che si mette in conto. Ma quando a portare i libri in tribunale è il più grande costruttore europeo, la faccenda si complica. Si è detto molto della crisi KTM (più precisamente del Gruppo Pierer Mobility), dalle ramificazioni purtroppo enormi dato che coinvolge fornitori e concessionari oltre ai 6.000 dipendenti di Mattighofen.

Ma vogliamo chiudere con una nota di ottimismo: il comparto moto è solido, trainato soprattutto dai Paesi in grande sviluppo dell’Asia, e chi ha lavorato bene per creare valore resisterà: Cake è già stata rilevata da un imprenditore norvegese, l’asta per Energica è in pieno svolgimento (terminerà il 29 gennaio) e KTM è in attesa di risposte dai creditori sul piano di ristrutturazione del suo debito. Sarà un 2025 movimentato, ma noi siamo ottimisti.

 

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Liberty Media si pappa anche la MotoGP

Fatto salvo che arrivi il via libera definitivo dell’Unione Europea, il 2024 ha anche registrato lo storico passaggio di consegne, con la spagnola Dorna che è stata rilevata dal colosso statunitense Liberty Media. Quest’ultima quindi, oltre al circus della Formula 1, fa l’asso pigliatutto e acquista anche la MotoGP. La missione di Liberty Media è chiarissima: rendere più spettacolare e globale un campionato troppo ispanocentrico e troppo autoreferenziale. Bisogna conquistare nuovo pubblico, nuovi palcoscenici (specie quelli asiatici, ovvero dove si vendono le moto). Per fare ciò, servono più show e soprattutto più personaggi. Noi ci accontenteremo che la MotoGP non si snaturi e che non diventi come un wrestling qualunque.

 

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La rivoluzioncina del codice della strada

Dopo anni di passi falsi, il 2024 ci lascia in eredità anche un codice della strada rivisto e corretto, finalmente al passo coi tempi e che soprattutto prende in considerazione i motociclisti. Siamo stati riconosciuti formalmente come “utenti deboli” e vulnerabili della strada, e quindi siamo degni di maggiore attenzione e visibilità agli occhi del legislatore e degli stakeholder (detta in italiano: delle persone che contano, che decidono). Finalmente abbiamo avuto il via libera a circolare su autostrade e tangenziali anche coi 125 cc: un’autentica rivoluzione soprattutto per il mondo dei commuter, per i quali il Grande raccordo anulare e le tangenziali, oltre che le statali di grande scorrimento, possono comportare un oggettivo risparmio in termini di tempo speso in strada.

 

5 cose che ci lascia il 2024

Dopo 110 anni, addio a Motociclismo

L’anno che sta per concludersi si è portato via, come un tristo mietitore, la voce più autorevole dell’editoria motociclistica. Il suo nome è noto a tutti: Motociclismo. La sua storia, terminata col numero di settembre 2024 dopo oltre 110 anni di pubblicazioni (interrotte solo in alcune settimane della Seconda Guerra Mondiale – eh già, all’epoca era un settimanale…), è l’esempio non tanto della crisi dell’editoria tradizionale, quanto dell’insipienza manageriale che sfocia nel truffaldino. Motociclismo ha interrotto la sua gloriosa storia in modo surreale e grottesco, a colpi di cambi di proprietà, di fantomatici nuovi editori ucraini impegnati come riservisti al fronte, di stipendi e fornitori non pagati, di lavoratori lasciati per strada. Materia buona per la giustizia amministrativa e, probabilmente, penale. Però, che gran tristezza…

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