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Attualità

L'ultimo chiodo sulla bara dei ciclomotori? Lo hanno piantato le microcar

Marco Gentili
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L'ultimo chiodo sulla bara dei ciclomotori? Lo hanno piantato le microcar
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L'ultimo chiodo sulla bara dei ciclomotori? Lo hanno piantato le microcar

Il mondo è cambiato e i dati lo confermano: il 2024 dovrebbe registrare lo storico sorpasso dei quadricicli leggeri elettrici a discapito dell'intero comparto dei cinquantini

Anno 1980: in Italia si vendevano la cifra record di 815mila ciclomotori all’anno. Ma era un altro paese, il casco non era nemmeno obbligatorio, gli obblighi di legge quasi inesistenti. Anno 2020: quattro decenni dopo la situazione dei ciclomotori è a dir poco agonizzante, come raccontavamo in questa inchiesta. Il mondo, nel frattempo, è cambiato: le priorità dei ragazzi mutano, i genitori hanno (a buon diritto) più paura di una volta a lasciare i loro pargoli a scorrazzare a 14 anni in un traffico parossistico. Ma da allora la situazione è cambiata, e in peggio. Nonostante il comparto dei cinquantini abbia rialzato la testa negli anni post Covid, i numeri attuali certificano che si sia trattato di un fuoco di paglia: nel 2022 si sono venduti 21.245 ciclomotori termici ed elettrici, che sono diventati 18.754 nel 2023 e appena 17.220 nei primi 11 mesi del 2024. Difficilmente, nonostante le politiche svuotatutto e scontatutto messe in atto dalle Case, il dato del 2024 pareggerà quello del ‘23.  
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I RAGAZZINI PAZZI PER LE MICROCAR

Ma c’è qualcos’altro che è accaduto sotto il nostro cielo. Ovvero, che la voglia di mobilità dei più giovani si è spostata decisamente verso le microcar. Le quali stanno vivendo un insospettabile momento di gloria. Veniamo quindi ai numeri: i quadricicli leggeri elettrici (quindi quelli omologati come ciclomotori e guidabili con patente AM sin dai 14 anni) sono stati 10.180 nel 2022, 13.336 nel 2023 e 16.217 nei primi 11 mesi del 2024. La tendenza è che a fine anno assisteremo allo storico sorpasso delle macchinine elettriche a discapito dei ciclomotori. E se consideriamo i best seller, si vede come il ciclomotore più venduto d’Italia nel 2024, il Piaggio Liberty 50 (3.410 pezzi), prende schiaffoni dalle due microcar che dominano il mercato, ossia Citroen Ami (5.102 unità) e Fiat Topolino (3.710, ma in commercio solo da luglio). Sic transit gloria mundi.  

I MOTIVI DELL'ADDIO AL CINQUANTINO

Ma che cosa succede? Il fatto è che oggi la microcar non è più un oggetto da sfigati: piace, va di moda, è appealing per i ragazzi e le ragazze. “Di fatto per molti unisce la voglia di spostarsi a quella di essere comodi, ad esempio si è protetti da freddo e pioggia in inverno, di non dover portare il casco, di avere un passeggero con cui chiacchierare durante il viaggio, di essere sempre connessi grazie alla connettività di bordo. Specie per i più giovani, la microcar è quasi il prolungamento dello smartphone”, dice Alessandro Musumeci, direttore marketing di Fiat e Abarth, oltre che responsabile del gruppo quadricicli di ANCMA. “Inoltre - prosegue – la microcar è anche un mezzo di famiglia: la si compra per il figlio 14 enne ma la usano anche mamma e papà per i loro piccoli spostamenti”.  

NON E' PER FORZA UN MALE

E adesso, guardiamoci in faccia: a noi boomer, cresciuti a pane e cinquantino, fa orrore che i nostri figli non desiderino più il ciclomotore a 14 anni. Ma i tempi e le esigenze della mobilità cambiano. E comunque, aggregando i dati, il pubblico che richiede una mobilità di breve raggio è comunque forte e in crescita. Non necessariamente si tratta di un conto a somma zero o un travaso automatico: allo zoccolo duro (ma in progressivo assottigliamento) del ciclomotore si affianca una nuova fetta di clienti che preferisce le microcar.  Il dato di fatto è uno solo: se non cambia e non saprà reinventarsi, il ciclomotore è destinato a restare solamente sui libri di storia.  

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