E le novità viste a EICMA?
"Personalmente credo moltissimo nel potenziale commerciale delle
BKX, veicoli eccellenti sia come commuter sia come alternativa alle moto nelle piccole cilindrate. La scelta di motorizzazioni come 125 e 300 cc è azzeccata per il mercato italiano. La
Leoncino Bobber può far bene, compatibilmente con un mercato piccolo, mentre le
Tornado - che la nostra casa madre già propone su altri mercati - non credo possano fare miracoli qui da noi".
A proposito di casa madre, oggi com'è il rapporto con QJ Motor?
"Ancora piuttosto controverso. Culturalmente, i cinesi vivono la concorrenza in modo molto libero: se hanno tre o quattro brand, fanno sì che questi si scontrino sul mercato, e sopravvive chi ha maggiore successo. Non si curano delle eventuali sovrapposizioni. A oggi, QJ Motor nel segmento chiave delle adventure non ci impensierisce. Noi facciamo la nostra strada. E ricordiamo che la nostra ricerca e sviluppo e il centro stile sono a Pesaro, in Italia. Certo, produciamo in Cina. Ma ormai lo fanno moltissimi big del settore, e non c'è niente di male".
Parliamo della TRK 902, di gran lunga la moto più cliccata del Salone (almeno su Dueruote.it).
"Quella esposta in EICMA è una versione molto adventure della moto, che arriverà in versione definitiva a EICMA 2025 e sul mercato a gennaio 2026. Rappresenta la conclusione di un percorso iniziato anni fa con la TRK 502 e il massimo della cilindrata che Benelli può esprimere. In sostanza, sarà la nostra maxi. E sarà un successo clamoroso, glielo metto per iscritto adesso".
Monini, secondo lei dove può arrivare Benelli?
"Guardi, io sono un uomo di numeri. Mi piacciono le moto di successo e di sostanza. Vedo le cose in modo molto diverso da quanto professa
mister Guo, il presidente di QJ. In un recente incontro mi ha detto che per lui Benelli in prospettiva dovrebbe diventare come Ducati. Io invece sostengo che è proprio ciò a cui non ambisco".