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Attualità

Codice della strada: a che punto siamo?

Marco Gentili
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Come nel gioco dell'Oca, non si vince fino a quando la propria pedina non conclude il suo tiro esatto sulla casella finale. Se il tiro di dadi non è esatto, si torna indietro e si riprova al turno seguente. E attenzione agli imprevisti, come la temibile casella che ti fa ritornare all'inizio. Ecco, se il Codice della strada fosse una delle oche colorate segnaposto del popolare gioco da tavolo, sarebbe una di quelle pedine che continua a girare attorno alla casella di arrivo, ma non riesce ad azzeccare il tiro giusto coi dadi. Poche settimane fa raccontavamo di come il provvedimento fosse in dirittura d'arrivo, dopo l'ok della camera e l'approvazione (importantissima) della ragioneria generale dello Stato.  

GLI EMENDAMENTI E I DISPETTI POLITICI

Ci aspettavamo che il passaggio del testo (da più parti ritenuto blindato) al Senato fosse un passaggio formale, in attesa del ritorno alla Camera per la definitiva approvazione. Eppure, come nel gioco dell'Oca, l'arrivo si è allontanato a sorpresa: qui ben 449 proposte di modifica hanno fatto impantanare un provvedimento la cui approvazione, fortemente voluta dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, doveva proprio avvenire entro la fine di luglio. Ma che cosa è successo? Al netto degli emendamenti presentati dall'opposizione (quindi facilmente depennabili con un voto di maggioranza), stupiscono le 54 richieste di cambiamento proposte da Forza Italia e le 11 di Fratelli d'Italia. La Lega, invece, continua a spingere affinché il Codice della strada non venga più modificato, in modo da velocizzarne l'iter legislativo. Ufficialmente è successo che, a bloccare il provvedimento, sia stato l'emendamento chiave voluto da Forza Italia, che ha proposto l'eliminazione dell'obbligo di casco per i conduttori di monopattini in sharing. Ufficialmente, il codice della strada sta risentendo del momento di difficoltà nei rapporti di maggioranza governativa, e la mole di emendamenti proposti con questo tempismo, su argomenti peraltro già discussi ai tempi della prima approvazione in Camera dei deputati, appare quantomeno uno sgambetto politico per intralciare il provvedimento. Insomma, un dispetto alla Lega che vorrebbe appuntarsi il nuovo codice come medaglia sul petto.  

UN'OCCASIONE DA NON PERDERE

Dal punto di vista di un osservatore esterno, il nuovo codice della strada contiene numerosi elementi interessanti e positivi per il mondo delle due ruote, così come non è esente da pecche. A nostro modesto avviso, il condono sulle sanzioni (non più il cumulo, se si incappa in più autovelox entro la stessa ora e sullo stesso tratto di strada di competenza di un solo ente) è un incentivo ad attaccarsi all'acceleratore.  Nessuno chiede un provvedimento perfetto, sempre che esista. Tutti però chiediamo un aggiornamento ormai non più rinviabile a un Codice vecchio decrepito, concepito nel 1992 e cambiato mettendoci pezze e toppe nel corso degli anni. E chiediamo, soprattutto, che i giochi della politica non vadano contro alle necessità degli utenti della strada. Da troppi anni, da troppe maggioranze parlamentari che si sono succedute con l'intento di mettere mano al Codice della strada, la nostra oca torna al punto di partenza.  

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