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Come si vive la passione per la moto in Cina? Il CFMOTO Day 2024
Una repentina e veloce immersione in una cultura lontana da quella occidentale che però, non casualmente, vive la passione per la motocicletta in un modo differente da quanto ci si potrebbe aspettare. Ecco le nostre suggestioni
Quando voli per 12 ore sopra due continenti, ti ritrovi necessariamente catapultato in una cultura radicalmente differente da quella in cui vivi. È il caso del Malpensa-Shanghai che ho preso un paio di settimane fa, invitato da CFMOTO a visitare il proprio polo produttivo di Hangzhou. La visita in azienda l’abbiamo già trattata estesamente, qui parleremo delle suggestioni derivanti da questa repentina e breve immersione in una civiltà molto distante da quella occidentale, e delle impressioni a caldo sul modo cinese di vivere la motocicletta.
Ma la prima cosa che ti colpisce della Cina, ancor prima delle usanze e dei modi di fare dei cinesi, è l’assurda differenza di temperatura tra interni ed esterni. All’aperto ci sono non meno di 35 gradi con un tasso di umidità che stimo sfiori il 99%; varcata una qualsiasi soglia si passa a 19-20°C. Qua è perfettamente normale, ma per noi visitatori significa mettere e togliere la felpa venti volte al giorno. Secondo alcuni, parte del motivo di ciò è l’ostentazione: lo fanno per mostrare che se lo possono permettere.
Esci ed è tutto grigio, l’asfalto, i palazzi, il cielo. La foschia è in tutte le direzioni, tanto che anche salendo su uno dei grattacieli più alti al mondo, la Shanghai Tower che arriva a 630 metri, la vista è quella che è. Qualche volta vedranno sole e azzurro anche qui, ma non oggi.
A giudicare dalle auto lungo le strade, il livello medio è abbastanza alto, la ricchezza non manca. Credo però che sia solo una parziale verità; soprattutto allontanandosi dal centro di Shanghai e spostandosi ad Hangzhou, città comunque ultra moderna ma sicuramente dal nome meno altisonante, buona parte dei mezzi di trasporto sono modesti scooterini elettrici, rigorosamente equipaggiati con una sorta di coperta Tucano (ma come fanno con questo caldo?).
L’automobile media rimane di livello ben più che discreto, parecchie sono auto europee di lusso o grosse elettriche simil Tesla, ma ci sono appunto questi scooter a testimoniare che la gente normale vive in modo differente. Sembra mancare la via di mezzo. Le motociclette, nel cuore della metropoli, invece, sono davvero poche, balza quindi all’occhio una tutto tranne che modesta Kawasaki H2 parcheggiata vicino al nostro hotel.
Dopo lo sbalzo termico 19-35-19°C, l’altra cosa che ti colpisce è il cibo. Per assaggiare tutto, servono ottime forchette e stomaci forti. Qui sono usuali ingredienti, condimenti e preparazioni totalmente differenti non solo dalla tradizione mediterranea, ma anche da quello che si trova nei ristoranti cinesi di casa nostra. Se siete abituati a sedervi a tavola e rilassarvi, preparatevi, qui è tutto un po’ una sfida.
Dopo lo shock culturale iniziale, cerchiamo di immergerci davvero nel modo cinese di vivere il motociclismo con il CFMOTO Day, né più né meno che la trasposizione orientale del World Ducati Week, solo che invece che durare un fine settimana, dura un giorno.
IL CFMOTO DAY, LA GRANDE FESTA DEL MARCHIO
L’edizione 2024 si tiene presso il Zhejiang International Circuit, un autodromo di generose dimensioni comprendente strutture aggiuntive come kartodromo, sale congressi e altro ancora. Proprio come il WDW per Ducati, il CFMOTO Day è un concentrato di CFMOTO. Delle migliaia di partecipanti, moltissimi arrivano in moto (dove le hanno tenute nascoste finora?), e queste sono per lo più, evidentemente, CFMOTO. Ma non solo, sono stati avvistati anche modelli europei, BMW, e giapponesi di vario genere. La giornata si apre con la presentazione, sul rettilineo principale del circuito, della nuova sportiva 675 SR-R, di cui abbiamo parlato qui. La tre cilindri carenata entra in scena guidata dai piloti ufficiali CFMOTO del motomondiale, tra cui Jake Dixon e il giovanissimo fenomeno David Alonso, attuale leader della Moto3. Sgasate, qualche impennata, baci e abbracci. Negli intenti dell’azienda, questa 675 dovrebbe dare una scossa al segmento delle sportive medie, e probabilmente ci riuscirà davvero.
Segue una parata di centinaia di appassionati lungo tutto il circuito, e il programma prosegue con altre attività in pista e nelle aree adiacenti. Nel paddock sono allestite un’esposizione della 675 SR-R, letteralmente presa d’assalto, e poi aree dedicate a una sorta di scuola guida in scooter e ad alcuni stuntman che si esibiscono a bordo di caratteristiche minimoto, una gara tra pilotini con le stesse minimoto in allestimento racing, un percorso fuoristrada per quad e SSV...
Tutto nella norma, almeno per chi sia solito frequentare questo tipo di eventi; nulla di davvero inedito, ma sulle facce dei presenti si leggono grandi sorrisi ed entusiasmo; sembrano tutti bimbi al luna park. Quello che è notevole, ma forse invece non lo è affatto, è che il modo che qui hanno di vivere la moto è esattamente lo stesso che abbiamo noi.
Gioia, chiasso, rumore, ci si accalca attorno ad una moto nuova in esposizione, ci si assiepa dietro le barriere per assistere ad un qualsivoglia spettacolo, si osannano il pilota e lo stuntman che impenna con il passeggero a bordo e via discorrendo.
Se nella vita di tutti i giorni, dopo cena esclusi, le tradizioni impongono o suggeriscono atteggiamenti e modi di fare differenti dai nostri, più posati, l’amore per la moto ci riporta tutti sullo stesso piano. Unica differenza, forse, il livello medio delle moto, più basso che in Europa per prezzi e cilindrate.
Della Cina abbiamo visto e vissuto solo le grandi metropoli e un autodromo, impossibile conoscere e farsi un’idea completa di un paese grande come l’Europa intera, non basterebbe una vita. Nel mondo del motociclismo, però, il naso lo abbiamo messo un po’ più a fondo, sia dal punto di vista aziendale e industriale, sia da quello di come la passione viene vissuta; quel tanto che basta per capire che alla fine tutto il mondo è paese, ma stavolta in positivo.