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Attualità

La tecnologia Sidi vola con la Nasa nella missione SpaceX Crew-8

Carlo Pettinato
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La tecnologia Sidi vola con la Nasa nella missione SpaceX Crew-8
La tecnologia Sidi vola con la Nasa nella missione SpaceX Crew-8

Le tute dell’equipaggio dell’Expedition 71 sono dotate di particolari chiusure attuate dai rotori comunemente impiegati su stivali da moto, per salvaguardare la salute degli astronauti nei lunghi periodi nella Stazione Spaziale internazionale

Una tecnologia nata nel mondo dell’abbigliamento sportivo finisce per prendere parte ad una missione spaziale. Sembra un po’ una barzelletta ma è tutto vero: parliamo di Sidi, azienda italiana leader nel campo delle calzature per il motociclismo e il ciclismo, che sta lavorando assieme alla Nasa per proteggere gli astronauti della missione SpaceX Crew-8. I quattro membri dell’equipaggio Matthew Dominick, Michael Barratt, Jeanette Epps e Alexander Grebenkin, impegnati nell’Expedition 71, indossano particolari tute finalizzate ad attenuare gli effetti sul corpo umano derivanti da una prolungata permanenza in condizioni di gravità ben differenti da quelle che si trovano sulla terra, che causa rischi già noti agli esperti del settore. Queste tute sono dotate di un sistema di chiusura dei polsini veno-costrittori posizionati sulle cosce attuato tramite il rotore Sidi, il sistema di allacciamento comunemente impiegato sugli stivali da moto e sulle scarpe da bicicletta. Queste chiusure servono a contrastare gli effetti della microgravità sul corpo umano: il loro uso è finalizzato a intrappolare i liquidi, ridurne quindi l’accumulo nella testa prevenendo potenziali cambiamenti alla struttura dell’occhio e alla vista, conosciuti come Sindrome neuro-oculare associata al volo spaziale (Spaceflight Associated Neuro-ocular Syndrome o SANS).
La chiusura con rotore di uno stivale da moto
L’utilità di questi sistemi di prevenzioni sviluppati congiuntamente da Sidi assieme alla Nasa non si limita allo spazio, ma potrebbero comunemente aiutare i pazienti, sulla Terra, che soffrono di accumulo di liquidi nella testa causato da specifiche patologie o da lunghi periodi trascorsi a letto. La tecnologia con rotore firmata Sidi è stata riconosciuta come sistema affidabile e pratico per far fronte ad una situazione quantomeno delicata, e Davide Rossetti, CEO di Sidi Sport, ne è giustamente orgoglioso: “'è assolutamente entusiasmante che i sistemi di chiusura Sidi siano stati scelti dalla NASA all’interno di una missione spaziale. Negli anni '90, inventando i rotori, Sidi Sport ha cambiato il mondo delle calzature sportive e da allora non ha mai smesso di perfezionarli. Il nostro contributo a Expedition 71 rappresenta un potente stimolo a migliorare ulteriormente, a raggiungere nuovi traguardi e a supportare al massimo con i nostri prodotti gli sportivi in ogni loro sfida”. La tecnologia del rotore, comunemente associata al marchio BOA, è in realtà un’idea nata a metà anni ’60nella mente di Dino Signori, fondatore di Sidi. Fu utilizzata inizialmente come chiusura per gli scarponi da sci, prodotto con cui l’azienda nacque, e fu in seguito evoluta sino ad arrivare alle applicazioni odierne su un’ampia gamma di prodotti, oggi più che mai trasversale a differenti mondi.

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