Attualità
Sorpresa: gli autovelox in città non servono a far cassa
L'analisi di Asaps e dell'Associazione Lorenzo Guarnieri: solo l'11% delle multe derivano dagli apparecchi elettronici. E allora perché tanta rabbia nei loro confronti?
Basta con l'autovelox selvaggio: è questa la ragione d'essere del nuovo decreto autovelox pubblicato pochi giorni fa in Gazzetta Ufficiale. Stop alle multe indiscriminate. E basta a nuove installazioni di dispositivi che, secondo certa propaganda politica, servono solo a far cassa.
Ma gli autovelox servono ai comuni a far cassa? Con buona pace della maggioranza di governo - che ha spesso cavalcato i bassi istinti degli italiani su questo tema - la risposta è no.
L'ANALISI DEI NUMERI: I VELOX NON FANNO MALE
L’Ufficio Studi dell’ASAPS insieme alla Associazione Lorenzo Guarnieri, infatti, ha analizzato i proventi delle multe 2023 e il loro utilizzo nelle 14 città italiane con più di 200mila abitanti. 583 milioni di euro incassati (+6% rispetto al 2022). La novità è che solo l’11% di questi soldi sono dovuti alle multe degli autovelox, che diventa un 6% da Roma in giù. Pertanto in ambito urbano gli autovelox non sono certo la prima fonte di cassa per i Comuni. Rimangono significative differenze fra città e città che vanno dagli 8,2 euro ad abitante di Napoli ai 124,8 euro di Firenze. La media italiana è 62,4 euro.
DOVE VANNO I SOLDI DELLE MULTE?
Dall'interessante analisi, emerge come la comunicazione della destinazione di questi proventi non sia sempre trasparente, e la loro descrizione è spesso molto generica. Purtroppo l’educazione alla sicurezza stradale è la cenerentola con solo 89.238 euro, spiccioli considerato l’ammontare totale. La parte del leone negli investimenti la fanno la manutenzione delle strade (97 milioni di euro) e l’illuminazione pubblica (41 milioni di euro).
Il 25% degli investimenti pari a 77 milioni di euro e indicati come destinati a sicurezza stradale (legittimamente da un punto di vista legislativo) in realtà non hanno molto a che fare con la sicurezza stradale, fra questi 19 milioni sono destinati al pagamento di luce e gas.
PERCHE' TANTA RABBIA CONTRO I VELOX?
Resta comunque una domanda di fondo: da dove deriva la rabbia nei confronti degli autovelox (colpevolmente alimentato dal fuoco populista della politica) che sono strumenti di dissuasione e, in quanto tali, ci costringono a rallentare la velocità?
le risposte potrebbero essere molte. La prima è che noi italiani siamo allergici alle costrizioni: ci piace andare veloce come e quanto vogliamo noi, e ogni limite (più o meno elevato) viene vissuto come un impedimento alla nostra libertà personale. Inoltre non vogliamo ammettere - come certifica la totalità degli studi scientifici sul tema, e come emerge dal riuscito esempio adottato dal Comune di Bologna nel centro della città - che ridurre la velocità abbassa la mortalità dei soggetti deboli della strada e la gravità delle lesioni.
Inoltre, è bene ricordare, gli autovelox sono posizionati per far rispettare non limiti arbitrari, ma le soglie di velocità stabilite dal legislatore. Insomma, sono esecutori meccanici di ordini. Se veniamo sanzionati perché ci piace dare troppo gas, a chi dobbiamo dare la colpa? In un Paese normale, la daremmo a noi stessi per non aver rispettato il limite. In Italia, invece, la si attribuisce allo Stato "cattivo" che ci fa andare troppo piano.
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